La Giamaica si risveglia dopo il passaggio dell’uragano Melissa, una delle tempeste più potenti mai registrate nei Caraibi. Declassato a categoria 4 dopo aver toccato la costa sud dell’isola con venti superiori ai 300 km/h, il ciclone ha lasciato dietro di sé un bilancio provvisorio di sette vittime tra Giamaica, Haiti e Repubblica Dominicana, oltre a inondazioni, blackout e danni estesi alle infrastrutture. Secondo la Croce Rossa internazionale, circa un milione e mezzo di persone sarebbero state coinvolte in qualche modo dagli effetti della tempesta.
Il paese era preparato all’arrivo: ha evacuato tutte le zone a rischio e attivato tutti i piani di emergenza previsti per garantire la sicurezza di visitatori e residenti, oltre che la continuità del settore. Il Ministro del Turismo, On. Edmund Bartlett, ha evidenziato l’esperienza consolidata del Paese nella gestione delle emergenze che permette alla Giamaica di mantenere la propria reputazione di destinazione sicura ed efficiente, anche in condizioni climatiche difficili.
“La nostra capacità di reagire in modo rapido ed efficace alle crisi è ciò che continua a distinguere la Giamaica come destinazione di livello mondiale,” ha dichiarato il Ministro Bartlett. “La resilienza è da sempre al centro del successo del turismo giamaicano. Abbiamo imparato che la preparazione è la base del recupero. Questa risposta coordinata riflette gli investimenti della Giamaica in solidi sistemi di gestione del rischio di disastri a tutti i livelli dell’industria turistica, dagli albergatori e operatori di attrazioni turistiche ai fornitori di trasporti e ai nostri lavoratori del turismo, abbiamo stabilito protocolli che danno priorità alla sicurezza senza compromettere l’eccellenza del servizio.”
Nonostante tutte le misure l’impatto dell’uragano è stato pesante e le autorità giamaicane parlano di “infrastrutture severamente compromesse”: più di 530 mila persone sono rimaste senza elettricità, mentre le comunicazioni telefoniche risultano ancora intermittenti in molte aree. I venti hanno scoperchiato tetti, danneggiato ospedali e distrutto numerosi edifici lungo la costa meridionale. A Kingston e nella parrocchia di Saint Elizabeth diverse strade sono impraticabili e i ponti parzialmente crollati, rallentando gli interventi di soccorso. Il governo ha lanciato una piattaforma online per coordinare gli aiuti e raccogliere donazioni internazionali, mentre gli aeroporti di Kingston e Montego Bay restano chiusi almeno fino a fine settimana per consentire l’arrivo dei voli umanitari.
Per la Giamaica, dove il turismo rappresenta circa il 30 % del PIL, l’impatto economico rischia quindi di essere pesante. Centinaia di strutture ricettive, soprattutto lungo la costa sud, hanno subito danni. Molti resort hanno dovuto evacuare gli ospiti o trasferirli verso aree più sicure nell’entroterra. Anche le principali catene internazionali riportano interruzioni di servizio e danni a impianti elettrici e idrici. Secondo il Ministero del Turismo, sarà necessario almeno un mese per ripristinare la piena operatività del comparto, mentre i porti crocieristici di Ocho Rios e Falmouth resteranno chiusi fino a nuove verifiche di sicurezza.
La Jamaica Hotel & Tourist Association (JHTA) ha chiesto di attivare il CHTA Disaster Response Fund, il fondo d’emergenza della Caribbean Hotel and Tourism Association, per fornire sostegno immediato ai lavoratori del turismo e alle piccole imprese danneggiate. “Il nostro settore è resiliente e abituato alle difficoltà, ma la scala di questo evento richiederà uno sforzo congiunto regionale”, ha dichiarato la presidente Vanessa Ledesma, annunciando una campagna di raccolta fondi internazionale.
Le aree più turistiche del nord, tra Montego Bay, Negril e Ocho Rios, sono state colpite in misura minore e restano la chiave per una ripresa più rapida. Molti operatori hanno già avviato le operazioni di pulizia e ripristino, mentre il Tourism Emergency Operations Centre (TEOC) monitora costantemente la situazione. Gli esperti prevedono che la stagione invernale, cruciale per l’arrivo dei turisti europei e nordamericani, potrà essere solo parzialmente compromessa se la rete elettrica e i collegamenti aerei verranno ristabiliti entro novembre.
Nonostante i danni ingenti, il governo giamaicano invita alla calma e sottolinea la capacità di resilienza del Paese. “Melissa ci ha colpiti duramente, ma la Giamaica ha già dimostrato di sapersi rialzare”, ha aggiunto il ministro del Turismo Edmund Bartlett, aggiungendo che “la priorità resta la sicurezza delle persone, ma stiamo già lavorando per garantire che la nostra principale industria torni a pieno regime nel più breve tempo possibile”.
Mentre l’uragano prosegue verso Cuba e le Bahamas, l’isola lavora per tornare alla normalità. Le prossime settimane saranno decisive per valutare la reale entità dei danni e pianificare la ricostruzione di un settore che, ancora una volta, dovrà dimostrare di essere il motore della resilienza caraibica.

