Mare, sole, spiagge divertimento. Queste sono gli atout per cui tutte le isole dell’arcipelago delle Baleari sono conosciute, e quelli che attirano ben 16,5 milioni di turisti da tutte le parti d’Europa (dati pre-Covid). Ma c’è un volto che non tutti conoscono e apprezzano a dovere, che fanno di queste isole una destinazione perfetta anche fuori stagione, e sono le sue campagne, i suoi villaggi, i suoi percorsi fra le montagne, i suoi agriturismi, a volte esclusivi come un resort.

E soprattutto non si conoscono gli sforzi del governo locale in termini di sostenibilità. Ed ecco che una delle misure più importanti prese a favore della tutela dell’ambiente è stata l’introduzione della Tassa sul Turismo Sostenibile (ITS) addebitata dagli alloggi delle quattro isole ai loro ospiti. Gli introiti dal 1° luglio 2016 confluiscono nel Fondo per la promozione del turismo sostenibile. I proventi sono utilizzati per mitigare gli effetti negativi del turismo e per ridistribuire parte dei benefici economici a tutta la società. Dall’inizio della sua attuazione sono stati raccolti un totale di 261 milioni di euro e sono già stati approvati oltre 170 progetti ambientali e culturali, di cui 46 completati. I fondi della Tassa sul Turismo Sostenibile (ITS) hanno sei scopi diversi:

  • la protezione, la conservazione e il ripristino dell’ambiente attraverso il miglioramento dei parchi naturali protetti e la tutela degli ecosistemi naturali;
  • la promozione del turismo sostenibile e di bassa stagione grazie al recupero di percorsi ciclistici o escursionistici;
  • il recupero del patrimonio storico e culturale attraverso la ristrutturazione di edifici storici e siti archeologici;
  • la ricerca scientifica, per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico e modernizzare tutto ciò che viene offerto ai visitatori;
  • il miglioramento della formazione e della qualità dell’occupazione, per creare posti di lavoro qualificati e migliorare le condizioni di lavoro;
  • l’acquisizione e la riabilitazione di alloggi per l’affitto sociale con criteri di sostenibilità energetica per destinare direttamente il reddito generato dai soggiorni turistici alla politica abitativa.

A questo intervento si affianca a nuova “Legge sulla Circolarità e Sostenibilità nel Turismo” approvato il 31 maggio 2022 dal Parlamento delle Isole Baleari nell’ottica di trasformare il settore turistico, creando impatti positivi sulla società e sull’ambiente, combattendo l’overtourism, rendendo le Baleari un luogo ideale non solo per i turisti ma anche per i residenti e gli addetti ai lavori.

In linea con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea, il Governo delle Baleari e la società sono impegnati a rendere il sistema produttivo sostenibile, in una triplice prospettiva, sociale, ambientale ed economica, e a trasformare il settore turistico in un vero e proprio motore di rigenerazione ed empowerment sociale. Il Governo delle Isole Baleari potrà contare su 60 milioni di euro di aiuti diretti provenienti dai fondi europei per attuare la normativa.

La Serra Tramuntana, Patrimonio Unesco

Ma torniamo a Maiorca, l’isola più grande e varia dell’arcipelago, che purtroppo molti nostri connazionali snobbano a favore di Ibiza e Formentera. Uno dei progetti finanziati con la tassa sui soggiorni turistici riguarda la finca La Planicia, una tenuta di 442 ettari acquistata dal governo delle Baleari nel 2009. Qui la famiglia Balle coltivava l’olivo, e ancora si vedono splendidi esemplari centenari dai tronchi contorti. L’olivicoltura infatti è presente a Maiorca da millenni, grazie alla sua posizione strategica che la rendeva un luogo perfetto per la coltivazione.

Il frantoio de La Planicia © Roberta Nicosia


Il territorio della tenuta La Planicia, scandito dai muretti di pietra calcarea che sostengono i terrazzamenti, è coperto anche da boschi di querce, carrubi, pini e mandorli, mentre la vista spazia sulla costa nord ovest dell’isola. Il progetto prevede la riconversione della casa dove abitavano i contadini in un rifugio di montagna per una trentina di persone. Questa zona è infatti percorsa da innumerevoli percorsi di trekking e di mountain bike, come del resto tutta la Serra Tramuntana, la catena montuosa che corre lungo tutta la costa nord ovest dell’isola, che per questa ragione è molto più autentica e preservata della parte più pianeggiante e della costa sud ed est.

Non lontano si trova anche uno dei villaggi più belli e autentici della Serra, Valldemossa, arroccata sulla collina e dominata dall’ex monastero certosino, la Cartuja de Jesus Nazareno. La certosa attrae innumerevoli visitatori soprattutto perché qui, nel 1838, soggiornarono Frédéric Chopin e George Sand, suscitando scandalo nella popolazione per l’atteggiamento libertino di lei che viveva qui con i figli e il suo amante.

La cella che li ospitò è tutt’altro che monacale: composta da più ambienti che danno su un patio ombroso e ricco di fiori, affacciato sulla valle sottostante, riunisce diverse memorabilia della coppia tra cui il piano di Chopin fatto arrivare apposta da Parigi, spartiti, lettere, ritratti e il manoscritto di Un inverno a Maiorca scritto dalla Sand, mentre Chopin compose qui i Preludi Op. 28. L’intero paese di Valldemossa è una destinazione turistica molto apprezzata, con stradine lastricate punteggiate da negozi, pasticcerie, bar.

Dove Alloggiare

Nel cuore del villaggio di Alarò, ubicato ai piedi della Serra de Tramuntana e punto di partenza di numerosi itinerari da percorrere a piedi o in bici, il nuovo hotel Alarò Natura Rurale Suites propone 9 camere raccolte intorno a un patio fiorito con plunge pool, cui si accede da una grande sala tutta pavimentata di legno chiaro illuminata da una vetrata terra-cielo. Frutto della riconversione di un’antica fabbrica di scarpe, l’hotel emana una atmosfera di serenità dovuta forse alla scelta coerente dei proprietari sia in termini di design che di attenzione alla sostenibilità. Che si ritrova anche nel breakfast, dove i prodotti fatti in casa regalano un momento di piacere e autenticità. Le camere, dal design minimalista, sono ampie e tranquille. Ognuna alle pareti ha una carta da parati creata appositamente con la stilizzazione di nove alberi tipici della zona.

Un’altra opzione affascinante è la finca Can Beneit, un agriturismo con propria produzione di olio di oliva. Aperto nel 2021, ha solo dieci camere suddivise fra i vari edifici della proprietà. Il vecchio frantoio, la piscina dalla forma irregolare, il giardino botanico, la vista sulla valle di Binibona sono tutti elementi di fascino di questa struttura, ma niente si può paragonare al gusto e alla scelta dei dettagli operata dai nuovi proprietari. Che hanno un altro punto di forza nel ristorante Mirabona che serve una squisita cucina gastronomica maiorchina, obbligatoriamente stagionale, con ingredienti prodotti nell’orto o nelle vicinanze, incluso un olio straordinario da mangiare semplicemente sul pane appena sfornato. Un’esperienza che vale il viaggio.

Autore

  • Roberta F. Nicosia

    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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  • Roberta F. Nicosia

    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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