Si sa, Tahiti e le sue isole sono il sogno nascosto di ognuno di noi, la rappresentazione delle isole della felicità, il primo nome che viene alla mente se si pensa al viaggio di una vita. Ed è per questo che sta in cima alla classifica per quello che riguarda i viaggi di nozze, specialmente in Italia. Ecco perché l’80% dei nostri connazionali la sceglie come meta per la Luna di Miele, contro ad esempio al 20% dei francesi.

Da sinistra, Verly Atae, Jean Marc Mocellin e Gina Bunton

Ma Tahiti non è solo questo, e il management di Tahiti Tourism è in Italia proprio per cambiare la percezione della destinazione e promuoverla in un modo diverso che va al di là degli stereotipi del paradiso in terra, e per far conoscere a operatori che ancora non la programmano segmenti di mercato rivolti a nuovi target in cerca di cultura, di autenticità, di esperienze uniche e del contatto con la popolazione locale.
«Popolazione che è stata tenuta in considerazione per tutte le scelte legate al turismo che fanno parte della nostra strategia 2023-2027 “Fari’ira’a Manihini 2027”, – dice Jean Marc Mocellin, Ceo di Tahiti Tourisme, alla sua prima mission a Milano in compagnia di Gina Bunton, Chief international operations officer e Verly Atae, International promotion manager. – Perché la popolazione vuole essere coinvolta e noi vogliamo che viva il turismo come un’opportunità di crescita anche nelle isole più remote. E soprattutto perché pensiamo che sia proprio la nostra gente a fare la differenza fra Tahiti e le sue isole e altre destinazioni esotiche Sun & Sea».

Per questo il video della nuova campagna internazionale di comunicazione che sarà lanciata a breve, che in inglese recita “Feel what we Feel”, non mostra nessun turista straniero ma solo abitanti locali, e la strategia punta molto su modalità differenti di soggiorno, in primo luogo le guesthouse che permettono al turista di condividere la vita dei locali. Una scelta fatta specialmente dai turisti europei (che sono in totale l’11% esclusa la Francia), mentre gli americani, che insieme ai francesi costituiscono il 76% dei turisti, prediligono il soggiorno in hotel.

«Al cuore della strategia – continua Mocellin – è il turismo responsabile e inclusivo che rispetta gli standard stabiliti dal Global Sustainable Tourism Council che si basa su uno sviluppo che massimizzi i benefici socio-economici e minimizzi l’impatto negativo e preservi il patrimonio culturale, l’ambiente e la biodiversità. Puntiamo su tutti i segmenti di mercato: il turismo Lgbtq+, cui abbiamo dedicato un video, il turismo nautico, lo scubadiving, il soggiorno in ville prestigiose o case di vacanza. Ma vogliamo mantenere la nostra connotazione di destinazione lontana dal turismo di massa, e per questo nella nostra strategia prevediamo di accogliere al massimo 280.000 turisti l’anno. Anche se nel prossimo piano strategico questo numero potrebbe raddoppiare, ma incentivando lo sviluppo delle isole più remote al di là delle Isole della Società, tra cui spiccano Tahiti, Bora Bora, Moorea e Tetiaroa, oltre agli atolli delle Tuamotu come Rangiroa o Tikehau».

L’estensione di Tahiti e le sue isole nella slide alle spalle di Jean Marc Mocellin

La Polinesia Francese infatti si estende su un territorio vasto come l’intera Europa, (2,5 milioni di kmq) che oltre alle Isole della Società e le Tuamotu comprende anche l’arcipelago delle Marchesi, delle Australi e delle Gambier. Per questo si vuole spingere anche il segmento delle crociere in partenza da Papeete, la capitale, verso le isole più remote, come ad esempio quelle proposte da Aranui a bordo di una nave cargo/passeggeri che in 12 giorni porta alle Marchesi. Un segmento adattato alle isole, con navi al di sotto dei 500 passeggeri. Nel 2023 sono stati fatti 1008 scali in 38 isole.
Quest’anno Tahiti sarà la sede dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 per quello che riguarda il surf, che attira appassionati e professionisti da tutto il mondo in spot iconici e noti internazionalmente come la leggendaria onda di Teahupo’o.

Aranui alle Marchesi

I numeri della destinazione e i collegamenti
Il 2023 è stato un anno record per Tahiti e le isole, con 261.813 arrivi, che superano il record precedente di 236.642 del 2019, segnando una crescita del 20% sul 2022 e dell’11% sul 2019. Il turismo rappresenta una voce molto importante per l’economia locale con 710 miliardi di euro (+10% rispetto al 2022) e una spesa media di circa 3mila euro. Gli italiani sono stati solo 5.747, con una lieve contrazione rispetto al 2022, e occupano il sesto posto tra i mercati internazionali dopo essere stati per anni al terzo posto. Ed è per questo che in aprile ci sarà un fam trip dedicato esclusivamente a T.O. che non hanno finora mai programmato la destinazione.
Per quello che riguarda i collegamenti dall’Italia la scelta migliore è via Parigi con Air Tahiti Nui (6 giorni alla settimana) o con Air France (5 volte alla settimana), oppure via San Francisco con United Airlines (5 volte alla settimana) o Los Angeles con i voli giornalieri di American Airlines.

Autore

  • Roberta F. Nicosia

    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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