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Accessibilità, equità, sicurezza: sono queste le parole chiave emerse dalla nuova ricerca “Dalla valorizzazione delle persone all’accessibilità universale”, presentata ieri da BCD Travel, in collaborazione con Travel for business, in occasione dell’evento Connections, presso NH Collection City Life a Milano.
L’indagine – che ha coinvolto 114 travel manager di aziende italiane – propone una fotografia sullo stato dell’arte della diversità, equità e inclusione (DE&I) nella gestione dei viaggi aziendali, offrendo spunti concreti per costruire programmi sempre più attenti alle persone.
Accessibilità, equità, sicurezza: le priorità emergenti
Le aziende italiane mostrano una crescente sensibilità verso tre ambiti principali:
- Accessibilità per persone con disabilità (78%)
- Equità nella gestione di spese e rimborsi (73%)
- Sicurezza e supporto alle donne in viaggio (57%)
Meno frequenti, ma comunque presenti, le iniziative rivolte a categorie specifiche come
la comunità LGBTQ+ (19%) o i gruppi religiosi (23%).
Policy strutturate? Una minoranza, ma in crescita
Solo il 10,6% delle aziende ha già adottato una travel policy dedicata alla DE&I, mentre il 9,5% dispone di indicazioni parziali. La maggior parte (36%) affronta i temi dell’inclusione “caso per caso”, privilegiando la flessibilità. Il 28% non considera ancora la DE&I una priorità per i viaggi aziendali, un dato che – secondo gli esperti – non riflette disinteresse, ma piuttosto una fase di evoluzione culturale.
“Molte aziende sono in un momento di transizione: riconoscono l’importanza della DE&I ma stanno ancora cercando il modo più efficace per tradurla in policy concrete e sostenibili”, spiega Rosemarie Caglia CEO di Travel for business.
Le sfide: formazione, risorse e cultura del cambiamento
Secondo gli intervistati la mancanza di formazione interna sui temi DE&I è considerata il principale ostacolo (53%), seguita da vincoli di budget (42%) e dalla resistenza al cambiamento (34%). Un dato significativo riguarda una offerta ancora limitata di fornitori realmente accessibili (30%), a conferma di quanto la filiera del business travel sia ancora in fase di adeguamento.
Interessante anche il dato relativo alla percezione dei bisogni: il 74,5% dei travel manager nota differenze culturali, personali o generazionali tra i viaggiatori, ma molti segnalano che i dipendenti non esprimono chiaramente le loro esigenze, sottolineando l’importanza di creare un clima organizzativo in cui le persone si sentano libere di condividere ed esprimere le proprie necessità.
La risposta: ascolto, personalizzazione, alleanze
Secondo i travel manager, le azioni più efficaci per migliorare l’inclusività nei viaggi
d’affari sono:
- Ascolto strutturato dei dipendenti (34%)
- Possibilità di personalizzare i viaggi in base a esigenze specifiche (34%)
- Collaborazione con fornitori accessibili e inclusivi (25%)
Inoltre, il 49% dei rispondenti si è dichiarato pronto ad attivare misure di supporto
personalizzato per i viaggiatori, segnale di una crescente consapevolezza del proprio
ruolo nell’ambito DE&I.
Verso un modello più flessibile e umano-centrico
Dalla ricerca emerge una direzione chiara: integrare policy e linee guida in un approccio dinamico, che sappia ascoltare, adattarsi e anticipare i bisogni reali dei dipendenti.
L’inclusione, infatti, non si realizza con regole rigide, ma attraverso un mindset flessibile che mette al centro le persone e promuova al tempo stesso efficienza operativa, engagement e reputazione aziendale.
“L’inclusione non è una formula predefinita, ma un percorso di ascolto e adattamento continuo. Questo studio ci offre una base concreta per riflettere, agire e crescere insieme nel segno dell’equità”, afferma Edoardo Priori, Managing Director di BCD Travel.