Secondo un’indagine globale condotta da BCD Travel su 197 travel buyer attivi nei settori manifatturiero, life sciences e servizi finanziari, i dati rappresentano oggi uno degli asset più strategici per la gestione efficace dei programmi di viaggio. L’indagine, rivolta a professionisti di grandi aziende – il 48% dei quali con responsabilità globali e il 41% in riporto diretto al procurement – ha messo in luce come l’analisi dei dati sia sempre più cruciale per negoziare con i fornitori, aumentare la compliance e ottimizzare i costi.
Contenimento dei costi e conformità al centro delle strategie
Le principali priorità indicate dai travel manager riguardano il risparmio e il controllo dei costi (94%), seguiti dalla necessità di garantire l’aderenza alle policy aziendali (90%) e dal duty of care nei confronti dei dipendenti in viaggio (86%). Ma l’elemento trasversale che guida ogni attività è l’utilizzo strategico dei dati: l’82% dei rispondenti lo considera molto o estremamente importante.
Nel dettaglio, tra gli obiettivi legati all’uso dei dati emergono la collaborazione con TMC e fornitori per una raccolta e analisi più efficace (48%) e il miglioramento della qualità dei dati disponibili (47%). Seguono l’unificazione di fonti disparate (44%), il potenziamento dell’analisi (42%), l’uso strategico degli insight (36%) e la semplificazione dei processi di raccolta (33%).
I dati al servizio del travel management
L’analisi condotta da BCD Travel evidenzia come i dati siano ritenuti particolarmente utili per negoziare condizioni più vantaggiose con i fornitori (65%), migliorare la compliance dei viaggiatori (59%) e ottimizzare la spesa (57%). In un contesto in cui le esigenze di controllo e flessibilità aumentano, l’accesso tempestivo e strutturato alle informazioni diventa un vantaggio competitivo.
Nonostante il 74% dei travel buyer dichiari di possedere le competenze necessarie per gestire i dati, oltre la metà (56%) preferisce affidarsi a professionisti esterni o team dedicati. Il 60% dei rispondenti consulta regolarmente le proprie dashboard e analizza i nuovi dati, mentre il 40% lo fa solo quando strettamente necessario, spesso a causa della mancanza di tempo (44%).
Le fonti più utilizzate e il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale
Le principali fonti di dati per i travel buyer restano le TMC (89%), seguite dalle soluzioni di pagamento (69%) e dagli strumenti di prenotazione online (66%). Una minoranza, pari al 20%, utilizza anche aggregatori di dati esterni o si avvale di consulenze specializzate.
L’utilizzo dell’intelligenza artificiale è ancora agli inizi: solo il 10% dei rispondenti dichiara di impiegarla per automatizzare processi di raccolta, analisi e visualizzazione dei dati, principalmente con l’obiettivo di risparmiare tempo.
Infine, tra le funzionalità più apprezzate degli strumenti di business intelligence spiccano la capacità di identificare trend in tempo reale (64%) e la presenza di dashboard integrate (57%), che facilitano la consultazione e la condivisione delle informazioni a supporto delle decisioni.