Shutdown nei cieli USA: 1000 voli cancellati al giorno e caos globale

Negli Stati Uniti è in corso uno shutdown che sta paralizzando il sistema aereo nazionale, causando centinaia di cancellazioni e ritardi con pesanti ripercussioni sui voli interni e possibili conseguenze anche sulle rotte da e verso Europa e Italia.​ La paralisi nasce dallo stallo politico sul bilancio federale: senza un accordo tra Congresso e amministrazione, decine di migliaia di dipendenti pubblici – inclusi i controllori di volo – lavorano senza stipendio o si mettono in malattia, portando inevitabilmente il sistema pubblico al collasso: inevitabilmente il settore del trasporto aereo è il più colpito.

Negli aeroporti americani si stanno così registrando ogni giorno oltre 1.000 voli cancellati e più di 3.500 ritardi, con una riduzione delle operazioni che potrebbe superare il 10% nelle prossime ore se la crisi non si sbloccherà. I principali scali – New York, Chicago, Los Angeles – sono al centro di una tempesta perfetta, con la Federal Aviation Administration costretta a ridurre drasticamente il traffico per non mettere a rischio la sicurezza di tutti.

Le cause dello shutdown

Lo shutdown nasce dal mancato accordo sul bilancio federale tra il Congresso americano e l’amministrazione guidata da Donald Trump: parte dell’apparato statale è sospeso, inclusa la retribuzione di decine di migliaia di lavoratori pubblici. In particolare, i controllori del traffico aereo devono lavorare senza stipendio, mettendo a rischio la tenuta della sicurezza nei cieli e costringendo la FAA (Federal Aviation Administration) a ridurre i movimenti negli aeroporti per limitarne lo stress. Molti dipendenti, per protesta o difficoltà, si mettono in malattia, aggravando ulteriormente la carenza di personale.​

Le compagnie aeree americane stanno cancellando e posticipando voli soprattutto nazionali: il taglio iniziale è del 4% nei 40 maggiori aeroporti (New York, Chicago, Los Angeles), ma può arrivare al 10% nei prossimi giorni. In totale si stimano più di 1.000 voli cancellati e oltre 3.500 in ritardo ogni giorno. Il segretario ai Trasporti Sean Duffy avverte che, se la crisi dovesse protrarsi, il taglio potrebbe sfiorare il 20% del traffico aereo.

Conseguenze per l’Europa e l’Italia

Ritardi e cancellazioni hanno già iniziato a coinvolgere anche voli transatlantici dagli aeroporti europei verso gli USA: tratte come New York-JFK, Chicago-ORD, Atlanta-ATL sono particolarmente vulnerabili, con equipaggi e velivoli bloccati che poi causano disagi anche negli aeroporti europei.​

I passeggeri italiani ed europei possono trovare le corrispondenze intercontinentali compromesse, con possibili stop a terra e coincidenze perse. Le attese ai controlli di sicurezza e dogana sono più lunghe per la carenza di personale.​

Ripercussioni a lungo termine

Se la situazione dovesse continuare, le compagnie potrebbero operare tagli anche sui voli diretti Italia-USA, impattando sia il turismo leisure che il business travel, specialmente in vista di periodi di traffico intenso come il Giorno del Ringraziamento.​ L’effetto domino genererà una riduzione della connettività, una diminuzione della competitività delle rotte, costi crescenti per le compagnie e possibili aumenti dei prezzi dei biglietti aerei (stimati tra il 7-10% in più).​

In Europa e Italia anche le attività collegate alle basi americane, ai lavoratori civili e alle forniture potrebbero subire rallentamenti e sospensioni di pagamenti. Se lo shutdown dovesse continuare, le compagnie potrebbero tagliare ulteriormente i collegamenti transatlantici, riducendo la connettività tra Italia e Stati Uniti e facendo schizzare i prezzi dei biglietti aerei. Un danno pesante per tutto il comparto turistico e commerciale, già segnato da una situazione economica delicata.

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