Gli Stati Uniti si preparano a una stretta sui requisiti per ottenere l’ESTA, l’autorizzazione elettronica di viaggio che consente l’ingresso senza visto ai cittadini dei paesi del Visa Waiver Program. La novità più rilevante riguarda l’obbligo di dichiarare cinque anni di profili social, una misura che trasformerebbe profondamente il processo di richiesta. La proposta arriva a pochi mesi dall’aumento del costo dell’ESTA, passato da 21 a 40 dollari per ogni domanda.
Nuovo ESTA Usa 2026: l’obbligo dei social media diventa realtà
La bozza pubblicata nel registro federale il 10 dicembre 2025 prevede che ogni richiedente debba inserire gli identificativi dei propri account social degli ultimi cinque anni. Finora la sezione era facoltativa. Con la nuova regola, l’inserimento diventa obbligatorio per completare la domanda. Il provvedimento riguarda i cittadini di 42 paesi, tra cui l’Italia, che oggi viaggiano negli Stati Uniti con l’ESTA. L’obiettivo dichiarato dalle autorità americane è rafforzare i controlli di sicurezza e migliorare l’identificazione dei viaggiatori. Questa proposta sarà modificabile ed emendabile per i prossimi 60 giorni prima di passare all’approvazione. Tra le altre novità rilevanti torna anche l’obbligo di selfie già avanzato lo scorso luglio e la dismissione del sito web dell’Esta a favore di una app mobile per fare tutta la procedura.
Tutti i nuovi dati richiesti per l’ESTA
Oltre ai profili social, la proposta amplia in modo significativo le informazioni necessarie per ottenere l’autorizzazione. Tra i dati aggiuntivi compaiono:
- numeri di telefono utilizzati negli ultimi cinque anni
- email utilizzate negli ultimi dieci anni
- metadati delle foto caricate online
- indirizzi IP associati alle attività digitali
- selfie e dati biometrici, come riconoscimento facciale e impronte
- informazioni dettagliate sui familiari, comprese date e luoghi di nascita
Un altro cambiamento riguarda la procedura: l’ESTA non verrà più richiesto tramite il sito web ufficiale, ma attraverso un’app mobile dedicata. Le nuove misure si inseriscono in un quadro già modificato dall’aumento del costo dell’ESTA, entrato in vigore a fine settembre 2025. La tariffa, rimasta invariata per anni, è quasi raddoppiata: da 21 a 40 dollari. Un rincaro che, combinato alla maggiore complessità della domanda, potrebbe incidere sulla propensione dei turisti internazionali a scegliere gli Stati Uniti come destinazione.
Impatto su turismo, privacy e viaggi internazionali
L’obbligo dei social media ha sollevato critiche da parte di associazioni che si occupano di privacy e diritti digitali. La richiesta di cinque anni di vita online viene percepita come una forma di sorveglianza che potrebbe disincentivare soprattutto i viaggiatori più attenti alla tutela dei dati personali.
Gli esperti del settore turistico segnalano inoltre possibili ricadute sul traffico internazionale, soprattutto se arrivasse un’approvazione entro la primavera del prossimo anno, anche in vista degli appuntamenti sportivi del 2026 che potrebbero attirare milioni di visitatori. Le nuove regole rendono l’ESTA sempre più simile, per complessità e quantità di informazioni richieste, a un vero e proprio visto.
Gli operatori che promuovono gli USA invece minimizzano: si tratta di una proposta non confermata. Ma si era detto lo stesso per l’aumento dell’Esta, poi puntualmente verificatosi.
Quando entreranno in vigore le nuove regole per l’ESTA
La proposta, come detto, è attualmente in fase di consultazione pubblica per 60 giorni. Solo dopo questa finestra potrà essere approvata e diventare operativa. Fino ad allora, l’ESTA continua a seguire le regole attuali, ma il quadro normativo appare destinato a cambiare.
Cosa devono sapere i viaggiatori italiani
Per chi programma un viaggio negli Stati Uniti nel 2026, sarà fondamentale monitorare l’evoluzione della normativa. L’introduzione dell’obbligo social, l’aumento del costo e le nuove richieste biometriche delineano un processo più articolato, in cui tempi e verifiche potrebbero allungarsi. La riforma dell’ESTA conferma la tendenza degli Usa a rafforzare i sistemi di controllo sulle frontiere, con un impatto diretto sulla libertà di movimento e sulla competitività turistica del Paese.

