Una nuova ondata di tensioni nel Golfo ha avuto ricadute dirette sul traffico aereo internazionale. Nella giornata di lunedì 23 giugno, le autorità del Qatar hanno disposto la chiusura temporanea dello spazio aereo nazionale a seguito di una minaccia missilistica proveniente dall’Iran, in risposta ai bombardamenti statunitensi su siti sensibili nel Paese persiano. Una misura precauzionale adottata per tutelare la sicurezza di cittadini, residenti e viaggiatori in transito.
Lo stop ha avuto effetto immediato: tutti i voli in arrivo e partenza da Hamad International Airport sono stati sospesi nel pomeriggio, provocando il dirottamento di numerosi aeromobili verso aeroporti alternativi in Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrein e Kuwait, se non il rientro alla base. Tra le compagnie coinvolte figurano Qatar Airways, British Airways, Air France, Lufthansa, Singapore Airlines e Qantas. Alcuni voli intercontinentali sono stati cancellati, altri costretti a modificare la rotta con ritardi superiori alle 10 ore. Nelle ore successive hanno preso la stessa decisione Emirati, Bahrein e Kuwait, cancellando altri voli in arrivo. Gli Emirati hanno riaperto per primi, poco dopo le 20, ora italiana (le 22 locali). Alle 23 è toccato al Bahrein. E poi agli altri Paesi.
Nel frattempo la base militare di Al Udeid – principale centro operativo statunitense nella regione – è stata bersaglio di un attacco missilistico lanciato dall’Iran, senza provocare vittime grazie all’intercettazione dei proiettili. L’episodio ha innalzato il livello di allerta e determinato una reazione immediata da parte delle autorità qatariote, che hanno optato per la chiusura temporanea dello spazio aereo come misura di contenimento del rischio.
La situazione è tornata alla normalità nelle prime ore di martedì 24 giugno, quando anche il governo di Doha ha annunciato la riapertura dello spazio aereo e la progressiva ripresa delle operazioni. Qatar Airways ha confermato il riavvio dei voli, avvertendo tuttavia che si potrebbero verificare ancora ritardi e disservizi nelle prossime 24-48 ore, dovuti all’effetto domino generato dal blocco. Alcuni scali rimangono congestionati, con equipaggi e aeromobili ancora fuori posizione.
L’impatto resta elevato: Flightaware dà 45 voli cancellati e 237 in ritardo a Dubai a cui se ne aggiungono 23 cancellati e 125 in ritardo a Doha nelle ultime 24 ore.
L’interruzione ha quindi coinvolto migliaia di passeggeri in transito, con lunghe attese nei terminal e cambi di itinerario dell’ultimo minuto. A pagare il prezzo più alto sono stati i voli a lungo raggio tra Europa, Asia e Oceania, tradizionalmente serviti dagli hub del Golfo. Le compagnie stanno offrendo riprotezioni e voucher, ma l’accumulo di cancellazioni rende complicata la gestione delle richieste.
Le conseguenze si fanno sentire anche sul fronte assicurativo: i premi per le polizze di viaggio che includono scali nel Medio Oriente stanno subendo rincari, e aumentano le richieste di coperture che includano ritardi, perdita di coincidenze e assistenza in caso di emergenze geopolitiche.
L’episodio conferma la fragilità delle rotte che attraversano l’area del Golfo, strategica per il traffico globale ma soggetta a instabilità politica, con conseguenze difficili da prevedere quando le più alte cariche degli stati parlano di pace e tregua imminente, ma poi lasciano partire attacchi missilistici.