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Lo scorso 4 dicembre 2024 l’Assemblea Generale di Confindustria Alberghi, riunita a Villa Lubin, sede del CNEL a Roma, ha eletto Elisabetta Fabri come nuova presidente dell’associazione. Fabri, presidente e amministratore delegato di Starhotels, succede a Maria Carmela Colaiacovo, che ha guidato l’associazione durante un periodo particolarmente complesso per il settore turistico.

Nel suo discorso di insediamento, Fabri ha sottolineato l’importanza strategica del settore dell’ospitalità per l’Italia, evidenziando come esso rappresenti l’eccellenza del Paese nel mondo attraverso innovazione e sostenibilità. Ha espresso l’intenzione di lavorare in sinergia con tutti i membri dell’associazione per affrontare le sfide future e promuovere una crescita condivisa, affinché il turismo continui a essere un motore di sviluppo economico e culturale.

La nuova squadra dei vicepresidenti di Confindustria Alberghi comprende Antonio Zacchera come vicepresidente vicario, insieme a Massimo Caputi, Giancarlo Carriero, Nicola Vladimiro Ciccarelli, Maria Carmela Colaiacovo, Marco Gilardi e Sofia Gioia Vedani. Elisabetta Fabri, fiorentina, madre di due gemelli, ha una formazione internazionale con studi all’École Hôtelière de Lausanne e un bachelor in Business Administration presso la John Cabot University di Roma. Sotto la sua guida, Starhotels è diventato il primo gruppo alberghiero privato italiano per fatturato, con una presenza significativa sia in Italia che all’estero, in città come Parigi, Londra e New York.

La nomina di Fabri arriva in un momento cruciale per il settore alberghiero italiano, che sta affrontando sfide legate all’evoluzione dei profili turistici, alla destagionalizzazione e alla gestione sostenibile dei flussi. La nuova presidente ha indicato l’adozione di modelli ESG e l’integrazione delle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, tra le priorità per il futuro dell’industria dell’ospitalità.

Con l’elezione di Elisabetta Fabri, Confindustria Alberghi punta a consolidare il proprio ruolo nel panorama economico italiano, rafforzando la propria autorevolezza tra gli stakeholder e incidendo sulle politiche di settore per promuovere lo sviluppo e la competitività dell’industria alberghiera nazionale.

Il Ministro del Turismo italiano, Daniela Santanchè, ha delineato un panorama ottimistico e promettente per il turismo nel 2023, fornendo un’analisi dettagliata e riflessiva sulle strategie implementate e sui risultati conseguiti. Il ministro esamina l’impatto delle politiche del governo Meloni sul settore turistico, evidenziando un significativo incremento degli introiti e un miglioramento posizionale nel panorama turistico europeo.

Spiega infatti Santanché: “L’oggettiva analisi del report sulla Congiuntura 2023 di Confindustria dimostra in modo inequivocabile che le azioni messe in campo dal governo Meloni, tramite il ministero del Turismo, hanno segnato l’inversione di tendenza del turismo italiano: 50 miliardi di introiti da flussi esteri nel 2023 contro i 30 miliardi del 2019, anno top per il turismo estero in Italia. Un dato che si accompagna alla conquista del secondo posto delle mete europee con più turisti stranieri, registrato nel primo semestre dell’anno, che è un netto miglioramento rispetto alla quarta posizione del 2022. Con azioni di breve, medio e lungo periodo, l’obiettivo è consolidare ulteriormente questo risultato e recuperare posizioni nel ranking mondiale, tornando a essere, in cinque anni, i primi in Europa per incoming”

Il ministro ha approfittato anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa ribadendo che l’apporto del turismo al sistema Italia è strutturale e va anche oltre le statistiche : “I dati 2023 dimostrano in modo inequivocabile, al di là di sterili e inutili polemiche, che il turismo è sempre più un pilastro strutturale dell’economia, ben evidenziando che le attività turistiche coinvolgono l’intero Sistema Italia – ossia trasporti, cibo, IT, lavori edili, e via discorrendo – e, pertanto, il contributo complessivo che il turismo apporta all’economia nazionale è ben più alto della quota PIL che viene assegnata dalle statistiche. I pilastri su cui il ministero, consolidando i suoi primi anni di vita, ha puntato e punterà per la crescita organica del comparto sono la destagionalizzazione, la digitalizzazione, la valorizzazione delle risorse umane, gli strumenti finanziari strutturali, diversificazione offerta turistica e promozione esterna e interna per recuperare anche sul mercato interno. E questo è stato già messo in chiaro con l’adozione del primo piano industriale del settore, oltre con l’introduzione di prime misure mirate”.

La Santanché sottolinea inoltre l’importanza di superare la visione tradizionale del turismo balneare e di valorizzare aspetti diversi del patrimonio italiano, come la cultura, l’enogastronomia, il sistema termale, il cicloturismo, il turismo medico e del benessere, e il turismo dello shopping. “La destagionalizzazione rappresenta un punto essenziale per valorizzare la ricchezza nazionale: quarant’anni passati a pensare al turismo solo come “balneare” ha portato a risultati riduttivi. Oggi il ministero e tutto il governo ritengono che il turismo debba essere destagionalizzato e imperniato su patrimonio culturale, enogastronomia, sistema termale, cicloturismo, turismo medicale e del benessere, turismo dello shopping, unendo tutti i fattori dello stile di vita italiano – tanto apprezzato quanto invidiato da tutto il mondo. Il decollo nel 2024 dell’Hub Digitale del Turismo (Italia.it) segnerà un passaggio epocale verso la digitalizzazione del settore, e, in quest’ottica, si dovranno sostenere le imprese nel processo di affiancamento e inserimento con progetti quali i ‘contratti di innovazione”.

Per finire, il ministro del Turismo da uno sguardo al futuro, dalla sfida alla sostenibilità a quella di portare l’Italia al primo posto per flussi turistici: “Gli strumenti finanziari a sostegno della modernizzazione delle imprese e della conversione reale verso un turismo sostenibile e accessibile e rispettoso dei veri principi ESG sono un tassello vitale, e il ministero intende attivare in tempi brevissimi un confronto con i dicasteri competenti affinché gli strumenti finanziari siano efficaci, veloci, certi e vengano impegnate nel turismo risorse adeguate anche rivenienti dal nuovo assetto del Pnrr, superando la grave criticità degli ultimi anni che hanno visto spesso gli incentivi al turismo residuali rispetto ad altri settori. Oltre a questo, gli importanti investimenti del mio dicastero sui cammini religiosi e gli interventi per ridare forte slancio ai piccoli Comuni a vocazione turistica vanno nella direzione di definire una proposta turistica, già ricca per natura, che profonda e altamente diversificata, e ciò è possibile solo dimostrandoci capaci di mettere a sistema quell’immenso potenziale di cui disponiamo. Con questo percorso l’obiettivo di portare il turismo italiano al primo posto per flussi turistici in Europa non è una chimera, ma un progetto serio e perseguibile su cui il ministero, nella politica attiva del governo, intende confrontarsi – come ha già ampiamente dato prova di saper fare – con le imprese, i sindacati e tutti i portatori di interesse del settore”.

L’Assemblea Generale di Confindustria Alberghi si è tenuta a Roma presso Villa Lubin, sede del CNEL, evidenziando il ruolo cruciale del settore alberghiero nell’economia del Paese. La presidente Colaiacovo ha sottolineato i momenti difficili affrontati dalle aziende durante la pandemia e le sfide attuali legate alla crisi energetica, inflazione e tassi di interesse in aumento. L’evento ha fornito un’occasione per riflettere sulle sfide passate e presenti del settore alberghiero, nonché per riconoscere le eccellenze e il contributo degli imprenditori del settore.

“Oggi sono fiera di essere qui per il grande rispetto che ho per voi imprenditori, per voi che ci mettete ogni giorno passione, resilienza. Perché, se in questa Nazione il turismo sta andando meglio, il merito non è stato della politica, è stato vostro che avete saputo creare ricchezza, posti di lavoro, avete contribuito a rendere migliore l’immagine dell’Italia nel mondo. Se oggi c’è tanta voglia di Italia, se oggi quando andiamo in giro all’estero tutti ci guardano con meraviglia e ammirazione per la nostra ospitalità, i nostri prodotti, la nostra cultura, è perché ci siete voi – così il ministro del Turismo Daniela Santanchè nel corso dell’Assemblea.

“Sono onorato di partecipare all’assemblea pubblica di Associazione italiana Confindustria Alberghi, punto di riferimento per un settore, quello turistico, fondamentale per l’economia e per la crescita del Paese. Un comparto che merita grande attenzione da parte delle istituzioni. È necessario un impegno diffuso e continuativo per favorire la creazione di occasioni di sviluppo, di rilancio e di rafforzamento, anche supportando i tanti operatori del settore. Voglio inoltre ricordare come Confindustria Alberghi trovi rappresentanza all’interno del CNEL, la casa dei corpi intermedi, il luogo che si pone da catalizzatore delle reti sociali che innervano il nostro Paese – ha dichiarato Renato Brunetta, Presidente del CNEL.”

“Sono orgoglioso di ricevere questo riconoscimento, è per me motivo di grande gioia e soddisfazione. Mi viene assegnato nel giorno in cui entro a far parte del Consiglio Generale, aggiungendo ulteriore slancio al mio entusiasmo. Questa opportunità mi permetterà di contribuire ancor più attivamente all’Associazione e di lavorare insieme agli altri membri per il progresso e la valorizzazione del nostro settore. Desidero ringraziare Confindustria Alberghi, non solo per questo prestigioso premio, ma anche e soprattutto per il loro straordinario impegno nel promuovere una riflessione sistemica e condivisa nel mondo dell’ospitalità. La collaborazione e il gioco di squadra sono valori che abbiamo profondamente a cuore e che costituiscono la base dell’operato della nostra management company, Egnazia. Infine, vorrei sottolineare che – sebbene questo premio sia associato al mio nome – rappresenta il frutto del lavoro di tutte le persone con cui ho la fortuna di collaborare. Ognuno di loro contribuisce quotidianamente, con il proprio talento e la massima dedizione, a trasformare in realtà i nostri progetti – ha dichiarato Aldo Melpignano, Founder & CEO, Egnazia Ospitalità Italiana.

“Ricevere questo premio, intitolato ad uno dei più grandi nomi dell’hotellerie, mi riempie davvero di grande orgoglio. Portrait è un progetto di ospitalità italiana, tema carissimo all’ing. Fabri, che per primo lo declinò nel suo grande disegno alberghiero. Ogni Portrait è una celebrazione della destinazione che lo ospita: le nostre proprietà sono infatti un inno alle città di cui portano il nome e Portrait Milano ne è la conferma. Abbiamo deciso di investire in un progetto di recupero di un monumento storico da tempo abbandonato, creando un nuovo passaggio pedonale tra un’arteria del centro e il suo cuore pulsante, a servizio di una città che è così entrata a far parte del nostro stesso DNA, in un circolo virtuoso che ci porta a promuovere in giro per il mondo Milano, e con lei anche Firenze e Roma, come mete straordinarie. Abbiamo ancora tanta strada da percorrere e questo tipo di riconoscimenti ci danno la giusta motivazione per continuare a sognare in grande” ha dichiarato Valeriano Antonioli, CEO Lungarno Collection.

“Il settore turistico e alberghiero, in particolare, ha davanti a se importanti possibilità di crescita. L’Italia si conferma una superpotenza del turismo a livello globale. Come imprenditori abbiamo fatto molto in questi anni e certamente continueremo a fare la nostra parte. Quello di cui abbiamo bisogno è una visione e politiche di settore che accompagnino la crescita e il cambiamento. Solo cosi il nostro settore potrà dare il suo contributo alla crescita del paese – ha dichiarato Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.”

L’analisi sul settore alberghiero realizzata da Confindustria alberghi evidenzia una frenata della domanda interna: con agosto si apre il mese infatti il clou delle vacanze estive dove il quadro generale si mantiene positivo, ma rispetto allo stesso periodo del 2022 gli alberghi italiani segnalano un rallentamento.
Tiene il turismo internazionale, il trend delle prenotazioni si conferma in crescita mediamente tra il 4 e il 5% rispetto ad agosto dell’anno scorso che, va ricordato, aveva già fatto segnare numeri molto importanti. Tra le principali nazionalità spiccano Francia, Inghilterra e Germania e sul lungo raggio USA, Brasile e Australia.
Il turismo dei viaggiatori internazionali alimenta soprattutto il mercato delle città d’arte, Firenze (+4,5%) e Roma (+4%) in primis, seguite da Venezia (+3,5%). Segnali positivi anche da Napoli. Prosegue il trend molto positivo del lusso ancora in crescita rispetto al 2022.

Stessa tendenza seppure più contenuta anche nelle destinazioni balneari dove le presenze di stranieri crescono mediamente dell’1,5%, a fronte di uno a 0,5% di crescita del turismo interno. Sull’andamento del turismo domestico incidono diversi fattori, dalla ripartenza dei viaggi verso l’estero – va ricordato lo scorso anno erano ancora in molta parte condizionati dalla situazione covid – agli effetti dell’inflazione. Mentre il turismo internazionale prosegue la sua spinta forte grazie anche ad una costante domanda di Italia e ad un cambio euro dollaro particolarmente favorevole.

L’evento “Turismo al Sud: tendenze, impatti e dinamiche” tenutosi oggi presso il Grand Hotel Vesuvio di Napoli e organizzato da Intesa Sanpaolo è stato l’occasione per sottoscrivere un nuovo accordo di collaborazione tra Confindustria Alberghi e la banca torinese.
“Il lavoro avviato già nel 2020 con Intesa Sanpaolo ha fornito, nel corso di questi anni, un set di risposte utili a fronteggiare momenti molto difficili per l’industria alberghiera. L’accordo oggi si arricchisce di una serie di elementi volti a favorire la crescita, lo sviluppo, la digitalizzazione e la competitività in coerenza con le importanti risorse messe a disposizioni dal PNRR.

Di particolare rilevanza l’innalzamento del plafond a favore delle aziende con la scelta di prestare particolare attenzione agli investimenti delle imprese turistiche del Sud. Tra gli elementi di novità dell’accordo, che certamente concorreranno ad innalzare il livello qualitativo del nostro prodotto, anche quelli dedicati a favorire la transizione energetica con un’attenzione particolare alle fonti rinnovabili – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.”

Dopo due anni di interruzione forzata è tornato a Milano l’appuntamento annuale organizzato da Università Bocconi in collaborazione con Confindustria Alberghi e dedicato al confronto tra mondo degli operatori alberghieri e quello della finanza: “Il turismo che verrà: una lettura attraverso l’ospitalità in Italia”. L’iniziativa si è articolata su tre tavole rotonde e ha offerto una lettura del settore attraverso i diversi punti vista di alcuni dei principali attori di hotellerie, finanza e innovazione. Interessanti gli spunti emersi nel corso dell’intera giornata. Il recupero della domanda turistica si riflette negli indicatori economici di performance alberghiera: se l’occupazione è ancora al di sotto dei dati 2019 (-12%, ma con alcuni segmenti – luxury e upper midscale – in cui si è recuperato oltre il 91% dell’occupazione), la redditività alberghiera ha già abbondantemente superato i livelli pre pandemia. La domanda si conferma alta anche per i prossimi mesi ed in particolare per Pasqua e ponti di primavera. Milano, Firenze, Roma e Venezia hanno già prenotazione superiori a quelle del 2022. Aumentano i prezzi, spinti anche dai rincari energetici, dei costi bancari e dalle materie prime.

In apertura, nell’aula magna dell’Università Bocconi, il Rettore Francesco Billari e il Professor Carlo Altomonte hanno offerto un quadro degli scenari macroeconomici, geopolitici e demografici, nei quali si inserisce il turismo e in particolare il comparto alberghiero. I lavori sono proseguiti con “Il settore alberghiero nei dati e nell’esperienza degli operatori”. Hanno introdotto il panel, Marco Malacrida di STR & TrustYou e Maddalena Terraneo di Horwath HTL, con l’analisi degli indicatori di performance italiani nel confronto con i competitor internazionali e l’evoluzione dell’offerta che vede una presenza, in costante aumento, delle catene nazionali e internazionali nel nostro Paese.

Dai modelli di sviluppo adottati dal comparto alberghiero, un’occasione per condividere nuove tendenze, esperienze internazionali, evoluzione del viaggiatore italiano, come cambiano i modelli di business e l’importanza di una formazione di qualità, a tutti i livelli, per essere al passo con le nuove esigenze dei clienti.

A seguire il momento dedicato a “Il punto di vista della finanza” con importanti realtà nazionali ed internazionali, pubbliche e private, hanno approfondito alcuni strumenti e l’importante ruolo degli investimenti nel settore alberghiero. In chiusura durante il dibattito “Una finestra su vecchi e nuovi orizzonti” temi quali l’ospitalità di lusso, le nuove soluzioni tecnologiche a disposizione delle aziende, l’importante ruolo della rigenerazione urbana e il legame tra impresa e territorio hanno concluso la carrellata di interventi.

Una giornata ricca di spunti che ha restituito elementi interessanti su quelle che sono le attuali linee di sviluppo del settore e le future direttrici cui poter volgere lo sguardo per anticipare tendenze e dinamiche del mercato.

Alcuni dei principali protagonisti del mondo dell’hotellerie – Christian Boyens di Belmond, Gabriele Burgio di Alpitour, Carlos Diaz di AC Hotels by Marriott, Elisabetta Fabri di Starhotels – intervistati da Sofia Vedani di Planetaria Hotels, hanno disegnato insieme a Livia Peraldo di Elle Decor il quadro del settore e delineato le sfide del prossimo futuro.

Anche i rappresentanti del mondo della finanza – Chiara Caruso di CDP Real Asset Sgr SpA, Pierluigi Monceri di Intesa Sanpaolo, Giampiero Schiavo di Castello SGR e Jacopo Tamos di Algebris – hanno confermato, pur sottolineando le diverse connotazioni della loro mission nel settore, un orizzonte molto positivo di incremento degli investimenti nel comparto anche a supporto dei processi di riqualificazione dell’offerta e della crescita dimensionale degli operatori.

Infine Paolo Barletta di Arsenale, Francesca Benati di Amadeus, Davide Manzoni di Palazzo dell’Agricoltore e Domenico Montano di Human Company hanno offerto uno spaccato della crescita off the beaten track, con progetti innovativi e di successo.

La Presidente di Confindustria Alberghi Maria Carmela Colaiacovo è intervenuta a Napoli, nell’ambito del panel “Turismo. La risorsa dell’Italia” moderato da Massimo Mallegni, Responsabile Dipartimento Turismo di Forza Italia con Michela Vittoria Brambilla, già Ministro del Turismo e Patrizia De Luise, Presidente Confesercenti.
Nel corso dell’intervento la Presidente Colaiacovo ha sottolineato alcuni temi fondamentali per il settore che sta vivendo una delicata fase di ripartenza. Una ripresa che vede però alcuni rischi per le imprese alberghiere.
Il costo dell’energia, insostenibile per aziende che hanno affrontato due anni di fermo pressoché totale.
La gravissima carenza di manodopera che sta condizionando l’operatività delle imprese. Ma la ripresa ha riportato all’attenzione anche problematiche gravi ed irrisolte: l’assetto normativo con l’esigenza di un quadro organico su tutto il territorio nazionale, semplificazioni e il superamento di norme antistoriche, ed un sistema di regole capace anche di fotografare le nuove realtà superando l’abusivismo diffuso in molte città e destinazioni. Importante anche il passaggio sul tema delle concessioni balneari, che vede le aziende alberghiere in una situazione di ulteriore difficoltà, vista l’infungibilità della concessione integrata nell’investimento e strumentale all’esercizio dell’attività di impresa. E poi il tema delle OTA nel difficile rapporto con il sistema alberghiero.

Il 2022 si è aperto con buone prospettive ma una “tempesta perfetta” ha nuovamente colpito il settore alberghiero. Da un lato l’aumento esponenziale dell’energia ha fatto lievitare i costi per le imprese in misura insostenibile. Gli alberghi, per definizione, non rientrano nella categoria delle energivore, ma nella pratica vedono il costo delle bollette tra le voci più rilevanti del bilancio. Per questo sono necessari interventi strutturali indispensabili a mantenere in vita le aziende. Sosteniamo le azioni del Governo volte ad individuare una strategia di medio-lungo periodo per fissare un tetto massimo al costo del gas, ma è necessario un intervento anche nell’immediato per salvare il comparto.

Dall’altro riscontriamo oggi la perdita di molte figure professionali che in due anni di pandemia hanno optato per nuovi percorsi professionali nel timore di non poter lavorare più nel turismo. Ormai un taglio del cuneo fiscale è indispensabile per il settore. Sappiamo bene che si tratta di una misura costosa, ma è un passaggio necessario per difendere la competitività delle nostre aziende che si confrontano sui mercati internazionali – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.

Recupera nel 2021, la spesa dei turisti stranieri in Italia: secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia infatti lo scorso anno si è registrato un avanzo della bilancia turistica pari allo 0,5% del PIL, in marginale miglioramento rispetto al 2020. Nello scorso anno la spesa dei viaggiatori internazionali in Italia è aumentata di circa il 25% rispetto al 2020, quella dei viaggiatori italiani all’estero di oltre il 30%.
I dati di Bankitalia relativi alla spesa dei turisti stranieri in Italia nel 2021 raccontano dunque di un parziale recupero lo scorso anno nel confronto con il 2020, ma con un dato comunque ancora sotto il 50% rispetto al 2019. Una situazione che fotografa le difficoltà in particolare delle città d’arte, i principali hub del turismo italiano, dove si scaricano con estrema gravità gli effetti della crisi. “I dati di Bankitalia confermano il lento percorso verso la ripresa avviato lo scorso anno ma oggi drammaticamente interrotto dalla guerra che sta facendo sentire i suoi effetti anche sul settore turistico alberghiero – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – stiamo registrando un fermo pressoché totale delle prenotazioni per i prossimi mesi. In particolare per quello che riguarda il turismo internazionale. Il dramma del conflitto ha imposto un nuovo duro colpo anche al nostro settore. La progressiva uscita dall’emergenza con la road map per il superamento delle misure anti covid su cui sta lavorando il Ministro Garavaglia è certamente importante per riattivare almeno il turismo di prossimità. Ma potrebbe non bastare. La combinazione della debolezza dei mercati e della crescita esponenziale dei costi legati all’energia ed alle materie prime che pesa enormemente anche sul settore alberghiero rischia di costringere il settore ad un ulteriore fermo che dopo due anni di pandemia non possiamo permetterci”.

Confindustria Alberghi è stata audita dalla X Commissione Permanente Industria, Commercio, Turismo sulla proposta governativa di riforma delle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico-ricreative che verrà inserita nel Ddl Concorrenza e che porterà a nuovi bandi che apriranno alla concorrenza in questo settore. Il cambio di paradigma e l’improvvisa accelerazione stanno determinando una serie di problematiche che potrebbero danneggiare in modo grave e permanente il settore alberghiero già duramente provato dalla crisi Covid e ora dalla guerra.

“Intervenire a tutela della concorrenza sul territorio italiano rischia quindi di tradursi in un boomerang per il nostro turismo. Le altre destinazioni del mercato mediterraneo potranno continuare ad investire certe di poter offrire i propri servizi integrati, albergo e accesso alla spiaggia, mentre per le nostre realtà si aprirà un periodo di profonda incertezza che mette a repentaglio le scelte dei prossimi mesi, lo sviluppo delle realtà d’impresa, dei territori, impattando anche sul dato occupazionale – spiega l’associazione – Punto chiave è l’essere, di per se, la concessione un bene strumentale per l’impresa. Per gli alberghi balneari la concessione è, di fatto, un bene strumentale indispensabile all’attività dell’impresa grazie alla quale la struttura si posiziona in un determinato segmento di mercato e che in assenza di essa affronta una grande difficolta rischiando la stessa sopravvivenza. In assenza di concessioni un albergo sul mare senza spiaggia va incontro alla chiusura. Questo aspetto impatta anche sul calcolo dell’indennizzo, che di per sé non risolve il problema, in particolare per le aziende alberghiere sono importanti gli investimenti che non insistono direttamente sull’area della concessione ma che di fatto sono funzionali ad essa. Il Governo, infatti, riconosce al concessionario uscente solo il mancato ammortamento degli investimenti realizzati e la perdita dell’avviamento senza tener conto del valore aggiunto creato dall’impresa uscente. Un’ulteriore criticità è quella determinata dalla previsione di un numero massimo di licenze gestite direttamente o indirettamente da uno stesso concessionario. Una misura che penalizza quegli operatori alberghieri che legittimamente devono e possono aspirare a poter avere a disposizione un’area demaniale per ciascuna delle proprie strutture”.

“Il settore turistico e alberghiero vive un momento drammatico e nel 2021 ha fatto registrare numeri peggiori dell’anno precedente. In Italia, secondo i dati dell’osservatorio Confindustria Alberghi, il calo del tasso di occupazione camere è del 48,6 per cento, con punte nelle città d’arte che superano il 55 per cento a Roma, Firenze e Venezia. Non va meglio sul fronte dei ricavi: la perdita media arriva al 55 per cento. I turisti stranieri si sono più che dimezzati, dai quasi 100 milioni del 2019 ai 36 dello scorso anno, con una perdita di 25 miliardi di euro di spese turistiche”. Lo afferma Nicola Ciccarelli, presidente del gruppo Lupelius/Swadeshi Hotels e consigliere nazionale Confindustria Alberghi. Swadeshi è una catena alberghiera completamente italiana che opera sul territorio nazionale.

“Di fronte a questi numeri, il governo ha introdotto soluzioni quasi offensive nei confronti del settore alberghiero”, evidenzia Ciccarelli. “Con il ministro del Turismo, Garavaglia, c’è unità d’intenti: ma l’attenzione e le risorse finanziarie messe in campo dal governo sono insufficienti. Si continuano a distribuire risorse a settori non strategici, mentre il mondo del turismo viene abbandonato a sé stesso. Vedere tanti alberghi (piccoli e grandi) chiusi in città come Roma, Firenze e Milano, leggere di importanti licenziamenti collettivi di grandi strutture, dà l’idea di quanto il settore sia davvero in ginocchio”.
Ma il problema, rimarca Ciccarelli, non è solo delle grandi città: “Anche le strutture montane sono state stroncate da una legiferazione confusa e contraddittoria, con cambi di regole all’ultimo minuto che, in prossimità delle feste natalizie, hanno provocato tante cancellazioni. Tutto questo sta lasciando spazio allo sciacallaggio dei grandi investitori internazionali e delle organizzazioni criminali, oltre a una complessiva perdita di professionalità, un asset strategico del settore”.
L’Italia, denuncia il presidente di Lupelius/Swadeshi Hotels, “è una delle nazioni europee ad aver dedicato, nel periodo Covid, meno risorse al turismo, diversamente da Paesi come Francia, Austria, Germania. Gli aiuti offerti dallo Stato, anche nell’ambito del Pnrr, sono marginali rispetto alle reali esigenze. Basti pensare al Bonus Alberghi, varato di recente: ottimo nelle intenzioni, ma le risorse riservate non serviranno a coprire il 10 per cento della potenziale esigenza del settore che, per essere competitivo, ha la necessità di adeguare e migliorare le strutture. Infine, ad oggi la cassa integrazione non è stata prorogata, lasciando nella totale incertezza gli operatori. I governanti – conclude Ciccarelli – comprendano adesso la reale importanza del settore turistico e alberghiero per il Paese, avviando riflessioni serie, di reale sostegno”.

“È un quadro drammatico quello che si sta disegnando in queste ore. Le aziende sono lasciate sole ad affrontare e una nuova ondata di cancellazioni che stanno azzerando la stagione invernale e i prossimi mesi anche nelle città d’arte. E dobbiamo ricordare che da luglio di quest’anno per il settore alberghiero che pure ha continuato a soffrire, come testimoniato sia dei dati dell’Istat che da quelli di Banca d’Italia, non è stato disposto nessun tipo di aiuto! – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.

Gli operatori del settore, oltre 27.000 aziende, 200.000 lavoratori, sono stati lasciati completamente soli ad affrontare la più grande crisi che l’economia del turismo abbia mai visto è la denuncia dell’associazione che chiede un tavolo di confronto con il governo: l’assenza del turismo internazionale pesa come un macigno sui bilanci delle aziende e ancora oggi non si sa o e dal 1° gennaio sarà ancora disponibile la cassa integrazione”.

ATR Milano, l’associazione degli albergatori milanesi in seno a Confesercenti, punta il dito contro il decreto festività per l’ondata di cancellazioni che ha investito nell’ultima settimana i centralini degli hotel. “Capiamo la necessità delle ulteriori restrizioni per l’avanzata della variante Omicron – spiega il presidente di ATR, Rocco Salamone – ma punire indistintamente vaccinati e non con la chiusura delle piazze e delle discoteche ci ha portato anche una prevedibile ondata di cancellazioni delle prenotazioni per il Capodanno: è abbastanza logico che togliendo alle persone la possibilità di festeggiare, queste poi preferiscano organizzarsi diversamente”.

Il monitoraggio Confindustria alberghi, che registra settimanalmente l’andamento del settore ed il sentiment degli operatori, fa registrare una preoccupazione anche per il mese di agosto con risultati ben lontani dal tutto esaurito degli anni precedenti.

Una situazione questa testimoniata anche dalle tariffe che mediamente presentano riduzioni anche superiori al 20% rispetto all’anno precedente.

Nello specifico, profondo rosso per le città d’arte, sono poche le strutture aperte – non si arriva al 30% – e di queste la pressoché totalità segnala una contrazione dei prezzi di agosto 2020 tra il 20 e il 40%. Anche nelle destinazioni balneari si assiste ad un trend analogo seppur meno marcato, con una flessione dei prezzi intorno al 10% rispetto ad agosto 2019.

La booking window è sempre più corta, ma le indicazioni sui prezzi di vendita dei soggiorni per il prossimo mese lasciano pensare che si replicherà il basso tasso di occupazione camere che si sta registrando per luglio, con un calo intorno al 90% per gli alberghi delle città d’arte e del 30% per il mare.

Resta drammatica la questione occupazionale. Oltre il 6O% degli alberghi è ancora chiuso e la maggior parte di quelli aperti soffre di una debolezza della domanda tale da non poter richiamare in servizio la totalità dei lavoratori. Va ricordato infatti che le 18 settimane di cassa integrazione previste sono per molti già scadute o prossime a terminare per tutti.

In attesa che l’emergenza rientri, le criticità in atto inducono moltissime realtà a rimandare l’apertura nella speranza si torni a viaggiare scegliendo il Belpaese come meta delle proprie vacanze.

“Purtroppo – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, Vicepresidente di Confindustria Alberghi – il quadro internazionale non è cambiato in questi mesi e il turismo italiano soffre dell’assenza dei viaggiatori internazionali che costituiscono ben oltre il 50% delle presenze. Un’assenza che condiziona profondamente il settore alberghiero particolarmente nei segmenti lusso e nelle città d’arte ma complessivamente su tutto il territorio. Qualche timido segnale è arrivato in queste ultime settimane dai paesi più vicini ma non basta a sostenere il settore. Abbiamo bisogno di interventi urgenti per garantire la sopravvivenza delle nostre strutture, di un patrimonio che muove, come evidente in questi mesi, molta parte dell’economia dei territori e del Paese. Non abbiamo più tempo, chi ha aperto in queste settimane registra tassi di occupazione camere bassissimi che non permettono di sostenere un’attività a pieno regime”.