Business travel tra comfort e parsimonia: i viaggiatori italiani tra i più oculati al mondo

Viaggiatori attenti, a tratti parsimoniosi, ma anche disposti a investire su sé stessi per rendere più confortevole l’esperienza di lavoro fuori sede. È il profilo che emerge per i professionisti italiani nella settima edizione della Global Business Travel Survey di SAP Concur, condotta da Wakefield Research su un campione internazionale di 3.750 viaggiatori d’affari in 24 Paesi, tra cui l’Italia, insieme a 700 travel manager e 600 CFO. I risultati sono stati presentati al termine del SAP Concur Day, che si è svolto il 25 giugno a Milano.

Dal report si apprende che il 69% dei viaggiatori italiani adotta comportamenti diversi in trasferta rispetto ai viaggi personali, e che queste differenze si manifestano soprattutto nel rapporto con la spesa. Solo il 21% sceglie hotel di fascia alta o camere premium (contro una media globale del 34%), mentre il 25% opta per voli diretti anche se più costosi, a fronte di un dato internazionale del 33%. Più diffuso l’uso di trasporti privati come Uber (29%) e la propensione a cene in ristoranti di qualità superiore (29%).

Eppure l’approccio economico è evidente. Un viaggiatore italiano su tre (33%) risparmia sulla diaria scegliendo pasti più economici, il 18% si prepara da mangiare da solo e una percentuale simile non disdegna avanzi di cibo o bevande da eventi e conferenze. C’è anche chi porta con sé gli omaggi di hotel e fiere, a testimonianza di una cultura del risparmio diffusa e trasversale.

Nonostante questo, l’82% degli intervistati è disposto a sostenere di tasca propria spese extra per rendere la trasferta più confortevole, con una forte incidenza tra le generazioni più giovani: il 93% della Gen Z e l’88% dei millennial sono pronti a farlo, contro il 74% della Gen X e il 62% dei baby boomer. Un dato che, secondo Andrea Piccinelli, Head of SAP Concur Italy, «evidenzia l’importanza per le aziende di definire chiaramente la travel policy e orientare i comportamenti attraverso soluzioni integrate di gestione viaggi».

Quasi 9 lavoratori italiani su 10 (89%) hanno sperimentato tagli alle indennità nell’ultimo anno e il 67% prevede che i budget per i viaggi rimarranno invariati o diminuiranno nel 2025. La percezione del valore della trasferta si scontra quindi con una crescente attenzione ai costi, non solo da parte delle aziende ma anche dei dipendenti, che adottano strategie per contenere le spese e ottimizzare i benefit.

Nel complesso, il sondaggio evidenzia un’Italia attenta ma non rinunciataria. I viaggiatori italiani si muovono tra pragmatismo e benessere, cercando un equilibrio tra le esigenze aziendali e quelle personali. E mentre i baby boomer restano i più restii a cambiare abitudini (solo il 56% dichiara di modificare il proprio comportamento in trasferta), i più giovani sono protagonisti di una nuova filosofia del business travel, che punta a esperienze più appaganti, anche a costo di mettere mano al portafoglio.

Un dettaglio finale che interessa le imprese: il 45% dei CFO intervistati ritiene che la riluttanza o il rifiuto a viaggiare da parte dei dipendenti possa influire negativamente sulla salute dell’azienda entro l’anno, a conferma del ruolo strategico che il business travel continua ad avere nel mondo del lavoro globale.

Tutti i dati sono disponibili nella settima edizione della Global Business Travel Survey di SAP Concur, che nel 2025 ha esteso il proprio raggio d’analisi coinvolgendo anche travel manager e direttori finanziari di sette Paesi chiave.

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