FILMMASTER, uno dei protagonisti assoluti della produzione artistica degli eventi internazionali, si appresta a festeggiare un traguardo straordinario: i 50 anni dalla sua fondazione. Nata nel 1976 dall’intuizione imprenditoriale di Stefano Coffa, Sergio Castellani e Giorgio Marino, l’azienda italiana ha saputo trasformarsi nel corso dei decenni in un punto di riferimento mondiale per la creatività, l’innovazione e l’eccellenza produttiva.​

Da casa di produzione specializzata in spot pubblicitari, Filmmaster ha ampliato progressivamente i propri orizzonti, affermandosi anche nell’organizzazione di eventi, live entertainment e show, con sedi operative oggi distribuite a Milano, Roma, Londra, Dubai, Riyadh e Dammam, testimonianza di una presenza internazionale consolidata e di una capacità di operare su scala globale.​ Dal 2013, sotto la guida dell’Amministratore Delegato Antonio Abete, Filmmaster ha portato avanti un importante processo di internazionalizzazione.

Nel settore degli eventi, Filmmaster, è l’agenzia creativa italiana più premiata nella storia dei Bea World Festival (BEA – Best Event Awards), con oltre 50 premi internazionali e il titolo di Best Event Agency in Europe ottenuto per otto volte. Alfredo Accatino e Adriano Martella, rispettivamente Presidente e Head of Creative di Filmmaster hanno vinto più volte il titolo di Creativi dell’Anno.

Tra i riconoscimenti più prestigiosi spiccano tre Emmy Awards vinti per le Cerimonie Olimpiche di Torino 2006, l’Iconic Event Award ai BEA World 2017 per la Cerimonia di Apertura di Rio 2016, e l’Iconic Event Award ai BEA Italia 2021 per la Cerimonia di Apertura di UEFA Euro 2020.​

Filmmaster, prima in Italia a dare impulso all’event industry e a contribuire alla sua codificazione, è infatti una delle poche società al mondo accreditate per ideare e realizzare cerimonie olimpiche. Il debutto è avvenuto nel 2002 con la Flag Handover Ceremony ai Giochi Olimpici Invernali di Salt Lake City, seguito dalla produzione delle quattro Cerimonie Olimpiche e Paralimpiche di Torino 2006, evento che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di telespettatori in tutto il mondo.​

Nel 2016, Filmmaster ha firmato le spettacolari Cerimonie di Apertura e Chiusura dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Rio, consolidando la propria reputazione internazionale. Per i prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, l’azienda curerà la Cerimonia di Chiusura Olimpica e la Cerimonia di Apertura Paralimpica, entrambe presso l’Arena di Verona, confermando ancora una volta il suo ruolo di eccellenza italiana nel panorama mondiale.​

La cerimonia di chiusura di Milano Cortina: le prime anticipazioni

La cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026 guarda al futuro senza rinunciare alla fisicità dello spettacolo dal vivo. È questo il filo conduttore emerso dalle anticipazioni di Alfredo Accatino, presidente di Filmmaster, che firmerà l’evento del 22 febbraio all’Arena di Verona.

Il titolo scelto è “Beauty in Action” ed è già una dichiarazione d’intenti. La bellezza italiana non come oggetto da esporre, ma come energia che si muove, cambia, agisce. «Una bomba di energia che esplode, profondamente italiana», la definizione con cui Accatino sintetizza il concept. Un’idea che lega arte, musica, sport e paesaggio, e che trova nell’Arena di Verona il suo naturale punto di equilibrio, simbolo di una bellezza capace di trasformarsi nel tempo senza perdere identità.

La cerimonia sarà la prima nell’era dell’intelligenza artificiale, ma l’impostazione scelta va in direzione opposta rispetto all’automatismo. «La tecnologia sarà al servizio dell’emozione, non il contrario», chiarisce Accatino. L’uso dell’AI sarà mirato, funzionale ad amplificare il racconto, non a sostituire la presenza fisica. La macchina scenica, gli effetti reali e la componente umana resteranno centrali. «Le emozioni non possono essere generate da un algoritmo» è la frase che sintetizza la filosofia creativa del progetto.

Il primo artista annunciato è Roberto Bolle. Un ritorno carico di significato, vent’anni dopo l’esibizione alla cerimonia di apertura di Torino 2006, anch’essa firmata da Accatino.

La squadra è in prevalenza italiana, scelta coerente con l’impianto culturale dell’evento. Tra le poche eccezioni figura il regista americano Thaddeus Strassberger, cresciuto artisticamente alla Scala di Milano. La regia generale è affidata a Stefania Opipari, che diventa la prima donna dopo Leni Riefenstahl a dirigere una cerimonia olimpica. Una nomina che il presidente di Filmmaster definisce un vero colpo di scena creativo. «Ha portato leggerezza, fantasia e una capacità di provocare che serviva al progetto». L’apertura, promette, sarà qualcosa di inatteso.

La scenografia nasce da un’immagine semplice e simbolica: una goccia che cade e si dilata. Da questa suggestione prende forma un sistema visivo che trasformerà l’Arena in una struttura viva, vestita come da uno stilista per una serata unica. A firmarla sono Claudio Santucci, Florian Boje e Cristiana Picco. L’obiettivo è fondere poesia e tecnologia in un unico corpo narrativo.

I numeri danno la misura dell’impatto produttivo. Circa 800 persone coinvolte tra tecnici, artisti, musicisti e staff nell’arco delle due cerimonie, olimpica e paralimpica. Solo per l’inaugurazione saranno al lavoro 250 professionisti. Sul palco, 200 performer. Un apparato imponente che conferma la vocazione industriale dello spettacolo, ma anche l’intenzione di riportarlo a una dimensione artigianale, fatta di mani, presenza e relazione diretta con il pubblico.

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