wedding prive

Nel panorama delle startup italiane del turismo, Vanity Fair ha scritto nei giorni scorsi dell’idea di Wedding Privè emerge come un progetto innovativo, che mira a trasformare il concetto tradizionale di matrimonio, integrandolo con il turismo esperienziale. Fondata da Davide Genovesi e Luca Manelli, entrambi trentiquattrenni appassionati di viaggi e tecnologia, la piattaforma si propone di mettere in contatto coppie prossime al matrimonio con ospiti internazionali desiderosi di partecipare a cerimonie autentiche, offrendo al contempo un contributo economico per le spese nuziali: un modello che unisce autenticità e sostenibilità. Secondo l’idea dei fondatori ospitando tra 2 e 8 turisti, è possibile recuperare una parte significativa delle spese del matrimonio, con compensi che variano tra 1000 e 5000 euro a persona, a seconda del tipo di evento.

D’altronde organizzare un matrimonio comporta spesso costi elevati per location, catering, decorazioni e altri servizi e in un contesto economico caratterizzato da inflazione e ristrettezze finanziarie, Wedding Privè offre una soluzione originale: invitare al proprio matrimonio ospiti paganti provenienti da diverse culture, interessati a vivere un’esperienza locale autentica durante il loro soggiorno in Italia. Questi partecipanti contribuiscono alle spese dell’evento, permettendo agli sposi di ridurre significativamente i costi.

Come funziona la piattaforma: il processo è semplice, gli sposi si registrano sul portale della startup, fornendo dettagli sul loro matrimonio, dalla location al tema, includendo le tradizioni che desiderano condividere. Il team di Wedding Privè si occupa di selezionare e mettere in contatto gli sposi con ospiti internazionali interessati a partecipare all’evento. Gli ospiti, acquistando un posto a tavola, partecipano alle celebrazioni come veri e propri invitati, contribuendo economicamente alle spese. Tutto è organizzato per garantire un equilibrio tra l’intimità dell’evento e l’apertura verso una dimensione culturale più ampia.
Oltre che direttamente con le coppie la startup è aperta a collaborare anche con agenzie di viaggio e wedding planner.

Parlando di prospettive future, i co-fondatori prevedono che, entro cinque anni, sarà di tendenza avere tavoli riservati a ospiti di culture diverse durante i matrimoni. Non sarà più solo l’aspetto economico a motivare questa scelta, ma anche la ricchezza culturale che questi ospiti apporteranno all’evento. L’idea è che i matrimoni diventino simboli di inclusività e autenticità, rappresentando l’incontro di culture diverse. Gli ospiti esterni fungeranno da “ambasciatori culturali”, arricchendo la giornata con tradizioni, storie e interazioni uniche. Questa nuova normalità potrebbe diventare uno status symbol e una tendenza condivisa sui social media, spingendo sempre più coppie a seguire questo modello.

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