Mono Lake, Mammoth Lakes Sierra Nevada

Località sciistica molto apprezzata in inverno da americani e stranieri (qui si allena la nazionale USA di snowboard), Mammoth Lakes è visitata dai turisti italiani prevalentemente in estate e in autunno. È quello che ci racconta Michael Vanderhurst, direttore dell’International Mammoth Lakes Tourism nella sua presentazione, sottolineando come il nostro mercato, nella top ten a livello globale, si posizioni al 5° posto tra i mercati internazionali se si considerano solo i mesi estivi. I maggiori tour operator italiani la inseriscono nella loro programmazione all’interno di un gran tour ideale da Los Angeles a San Francisco, tipicamente un fly&drive che da L.A si diriga verso il Gran Canyon e Las Vegas per poi tornare in California attraverso la Death Valley. Ma prima di visitare Yosemite e tornare verso San Francisco, che dista 4-5 ore, conviene prendersi qualche giorno a Mammoth Lakes e farne la base per un itinerario outdoor, che ci porterà alla scoperta di paesaggi naturali meravigliosi, lontano dai circuiti turistici più battuti.

Se in inverno 30 impianti di risalita permettono di percorrere 150 piste fino all’altitudine di 3.400 msl della vulcanica Mammoth Mountain, in estate la destinazione offre una serie pressoché infinita di attività outdoor sotto il claim “No small Adventures”. Nel raggio di 20 km ci sono più di cento laghi alpini – ideali per la pesca, il kayak o il paddleboard – da raggiungere in bici, a cavallo o con il Lake Basin Trolley. La regione offre 130 km di piste ciclabili, escursioni a piedi, passeggiate a cavallo e anche due campi da golf. Imperdibile la visita del Devil Postpile National Monument, una formazione di colonne di basalto formate dalla lava 82mila anni fa, e di Mono Lake, 30 minuti a nord della città, un bacino chiuso di acqua salata di 168 kmq che risale a un milione di anni fa. L’evaporazione dell’acqua ha creato delle incredibili torri di tufo alte fino a 9 metri spettacolari da fotografare.

Un viaggio in California non sarebbe completo senza la visita del Yosemite National Park con le sue altissime cascate, le sequoie giganti e i prati selvaggi. Senza dimenticare le iconiche montagne di granito Half Dome ed El Capitan. L’entrata est del parco, raggiungibile solo in estate attraverso il Tioga Pass, è a soli 45 minuti di distanza. Altra sosta obbligata è la ghost town di Bodie, la più grande e meglio preservata città fantasma della California, abbandonata dopo la fine della corsa all’oro e rimasta intatta in uno stato di “decadimento mantenuto”. I suoi 170 edifici sono preservati come California State Historic Park. Nel 1888, il suo periodo più fiorente, era abitata da 10mila persone, più di San Francisco, nel 1912 era totalmente abbandonata.

La cittadina offre 65 ristoranti di cucine americane e internazionali, inclusa la cucina italiana, e perfino tre birrerie artigianali. Oltre che in auto, è raggiungibile con voli di 45 minuti da Los Angeles e San Francisco. Entrambi gli aeroporti sono collegati con voli diretti a Londra, Parigi e Francoforte. «Io personalmente in provenienza dall’Europa preferisco atterrare a San Francisco, – ci confessa Vanderhurst – perché il suo aeroporto è meno vasto e meno congestionato di quello di Los Angeles».

Autore

  • Roberta F. Nicosia

    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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  • Roberta F. Nicosia

    Laureata in Geografia, giramondo e appassionata di fotografia, Roberta F. Nicosia parla quattro lingue ed è la nostra inviata speciale. A dieci anni, complice la copia di National Geographic che ogni mese trovava sulla scrivania e i filmini Super8 del papà, sapeva già dove erano il Borobudur, Borocay o Ushuaia e sognava di fare il reporter. Sono suoi quasi tutti gli articoli sulle destinazioni e le foto apparsi sul nostro Magazine. Dopo una parentesi con ruoli manageriali nel campo della comunicazione e dell’advertising, si è dedicata alla sua vera passione e negli ultimi vent’anni ha collaborato con riviste leisure come Panorama Travel, D di Repubblica, AD, specializzandosi poi nel MICE con reportage di viaggio, articoli su linee aeree e hotellerie. È stata caporedattore e direttore di diverse riviste di questo settore, e ha pubblicato una trentina di Guide Incentive con la collaborazione degli Enti del Turismo italiani.

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