Osservatorio sul Turismo dei Territori: trend crescente, più apprezzato dalle donne

Città d’arte sovraffollate, borghi trasformati in set fotografici, ecosistemi fragili messi a dura prova: il problema dell’overtourism cresce attorno all’immenso patrimonio artistico, culturale e naturale italiano, che continua ad attrarre milioni di visitatori ogni anno. Il turismo di massa rischia di compromettere l’autenticità dei luoghi e la qualità della vita delle comunità locali. In questo contesto sono incoraggianti i risultati che arrivano dal primo Osservatorio del Turismo dei Territori condotto da AstraRicerche per Feries, società leader in Italia per la ricettività rurale e dei territori, proprietaria dei portali Agriturismo.it e CaseVacanza.it.

Lanciato in occasione della Giornata Internazionale del Turismo quest’anno con il tema “Turismo e trasformazione sostenibile”, lo studio ha indagato le abitudini e le preferenze di viaggio degli italiani nel Paese, con l’obiettivo di promuovere un approccio turistico che rispetti l’ambiente, le culture locali e le comunità. Concentrandosi sulla valorizzazione e sullo sviluppo delle aree meno conosciute e più autentiche dello Stivale, il turismo dei territori mira a mettere in risalto l’essenza più vera di una destinazione tramite esperienze significative per i viaggatori, valorizzando al contempo patrimonio culturale, identità locale, sostenibilità e accoglienza.

L’identikit del viaggio e del viaggiatore

A cosa pensano gli italiani quando sentono parlare di turismo dei territori? Le associazioni spontanee mostrano un mix di elementi positivi e differenziati in cui gastronomia, natura e cultura incontrano aspetti valoriali, come la sostenibilità ambientale, il positivo impatto economico e sociale, la contrapposizione con il turismo ‘di massa’ e standardizzato. Nell’ultimo anno tre italiani su dieci hanno avuto un’esperienza di viaggio che classificano come turismo dei territori (30%): sono soprattutto 25-35enni (52%) e 35-44enni (50%), con trasversalità per area geografica, e valori più elevati per chi vive in città grandi o medie-gradi, per i quali è un turismo che svolge il ruolo di ‘fuga dalla città’.

Il trend è in aumento se si parla di intenzioni di viaggio. Otto italiani su dieci (di cui ben il 40,5% indica ‘molto’) ritengono che il turismo dei territori sia ideale per conoscere davvero l’Italia e le sue numerose bellezze e oltre il 78% è concorde nell’affermare che valorizza aree, territori e centri fuori dalle rotte turistiche più battute. Secondo gli intervistati non si tratta di un turismo “buono” solo per il turista: lo è anche per il territorio con un impatto positivo sull’economia locale (76%), rispettoso delle comunità (74%), socialmente responsabile perché crea o consente di mantenere posti di lavoro (71%) e anche più sostenibile a livello ambientale (70%).

In questo quadro il concetto di turismo dei territori non solo risulta chiaro (solo un intervistato su venti fatica a capire di quale turismo si stia parlando) ma emerge come interessante per le proprie vacanze future: per quasi tre su quattro (73%) sarà il prossimo viaggio. La propensione è forte presso tutti i gruppi analizzati ma alcune differenze sono degne di nota: è un turismo più interessante per le donne (molto: 34%) che per gli uomini (26%), al crescere dell’età (dai 25-35enni con il 22% ai 55-70enni con il 35%) e ha i livelli massimi di gradimento nel Nord Ovest (32%) e nel Sud (34%).

Parola chiave: scoperta

La parola-chiave che meglio definisce questo emergente approccio al viaggio, spontaneamente indicata dagli intervistati, è “scoperta”. Questo tipo di turismo invita a un’immersione profonda, permettendo di conoscere e “vivere” luoghi meno noti, ben lontani dai circuiti del turismo di massa. L’obiettivo non è rinunciare a nulla, anzi: si tratta di un viaggio arricchito da un contatto autentico con la cultura, la storia e l’arte del luogo. Allo stesso tempo, offre esperienze enogastronomiche genuine e la possibilità di riconnettersi con la natura in un modo più intimo e rispettoso. È, in sostanza, una ricerca dell’autenticità che trasforma ogni viaggio in un’avventura personale e ricca di significato. Per questo non è un turismo associato solo a regioni storicamente ‘forti’: viene ritenuto adatto a regioni del Nord come Trentino-Alto Adige (21%) ed Emilia-Romagna (17%), del Centro con la Toscana prima assoluta in classifica (30%), Sardegna (22%), Umbria (16%), Lazio (13%) e del Sud con ottimi valori per Sicilia (29%) e Puglia (26%) seguite dall’Abruzzo (oltre il 18%), Campania (18%), Calabria (13%).

Alla richiesta di indicare fino a quattro regioni che prenderebbero in considerazione per una vacanza ‘dei territori’, gli italiani confermano in testa al ranking la Toscana (oltre il 42%) seguita dal Trentino-Alto Adige (32%) e poi dalla Puglia (30%), dalla Sicilia (29%) e dalla Sardegna (26%). Notevoli i risultati di Umbria (26%), Abruzzo (24%), Emilia-Romagna (20%) e Campania (19%). Di nuovo, un variegato mix di Nord, Centro e Sud, con una crescita di regioni solitamente prese meno in considerazione dal turismo.

Destagionalizzazione e ospitalità

Il turismo dei territori, inoltre, può favorire la destagionalizzazione dei flussi: la stagione migliore – secondo gli intervistati – è la primavera (oltre il 66%) seguita dall’estate (54%) e dall’autunno (51%); solo l’inverno (21%) è staccato dalle altre stagioni: segno che per almeno 8-9 mesi all’anno è un turismo nelle corde degli italiani.

La vacanza ideale privilegia soggiorni di media durata, dai 4 ai 7 giorni, arco temporale sufficiente per lasciare ampio spazio alla scoperta del territorio, ricercando luoghi nascosti, esperienze nuove, benessere e relax a contatto con la natura incontaminata. Per lo stesso motivo, le strutture ideali per gli italiani sono appartamenti o villette con gestione autonoma (31%) o agriturismi (22%), tipologie che Feries, promotore in prima linea del turismo alla scoperta dei territori, offre tramite i suoi portali Casevacanza.it e Agriturismo.it.

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