Dopo oltre 40 giorni di paralisi, il Senato USA ha raggiunto un accordo bipartisan per porre fine allo shutdown, dando respiro alla macchina amministrativa federale e a centinaia di migliaia di dipendenti pubblici rimasti senza stipendio o sospesi dal lavoro. L’intesa prevede un rifinanziamento temporaneo del governo fino al 30 gennaio 2026, con l’obiettivo di far ripartire gradualmente tutti i servizi essenziali bloccati dallo stallo politico, incluse le torri di controllo, dove la mancata operatività negli ultimi giorni ha portato alla cancellazione di oltre 1000 voli giornalieri.
L’accordo, approvato con 60 voti favorevoli su 100, consente di sbloccare immediatamente gli stipendi arretrati e di riattivare i programmi sociali come i sussidi alimentari SNAP, fondamentali per milioni di cittadini a basso reddito. Il nodo più delicato, però, resta la sanità: il rinnovo degli incentivi legati all’Affordable Care Act verrà deciso in un secondo momento, con una nuova votazione prevista a dicembre.
Dal punto di vista dei tempi, il testo passa ora alla Camera, dove si prevede una rapida approvazione. Se firmata dal presidente Trump nei prossimi giorni, la riapertura degli uffici federali e il ritorno alla normalità nei servizi pubblici avverrà nell’arco di 48-72 ore. Restano tuttavia alcuni settori più critici, come appunto il traffico aereo, che potrebbero impiegare qualche giorno in più per riequilibrare turni e controlli interrotti dalla crisi.
Lo shutdown, iniziato il 1° ottobre, ha avuto un impatto pesantissimo su lavoro e economia, colpendo 800mila dipendenti pubblici e causando perdite economiche stimate in miliardi di dollari ogni settimana. La recente intesa rappresenta dunque un primo passo fondamentale per sanare la ferita e riaccendere i motori di un’amministrazione statale in bilico fra scontri politici e pressione sociale.
Tuttavia, gli osservatori avvertono: il compromesso ottenuto è solo temporaneo e già a gennaio 2026 il tema della spesa pubblica e dei programmi sociali tornerà a far discutere con decisioni che potrebbero riaprire nuove crisi politiche

