Si è concluso a Torino il III World Summit for Accessible Tourism (WSAT), il più importante appuntamento internazionale dedicato al turismo inclusivo, che ha riunito oltre 400 delegati provenienti da più di 30 Paesi e 85 operatori del settore per tre giornate di confronto, formazione e networking. Il summit ha messo al centro l’accessibilità come leva strategica per lo sviluppo economico e sociale dei territori.
Organizzato da CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà e da IsITT – Istituto Italiano per il Turismo per Tutti, con il supporto di istituzioni nazionali e internazionali, enti locali e operatori privati, il WSAT ha confermato Torino e l’Italia come riferimento globale per il dibattito su un turismo senza barriere, fondato su innovazione, sostenibilità e inclusione.
Cresce il turismo accessibile
Nel corso del summit sono stati presentati i dati del Rapporto sul Turismo Accessibile ed Inclusivo, che evidenzia una crescita del 28,8% del fatturato medio del settore tra il 2019 e il 2023, con picchi del 51,3% per le piccole imprese che hanno investito in accessibilità. Gli investimenti complessivi sono saliti del 49%.
«Il turismo accessibile non è un segmento marginale, ma la nuova frontiera dell’ospitalità», ha dichiarato Maurizio Montagnese, co-presidente del WSAT e presidente di CPD. «In Italia rappresenta già il 6,3% degli arrivi, e oltre l’80% delle strutture alberghiere ha investito in accessibilità negli ultimi tre anni».
A livello europeo il turismo per tutti genera circa 400 miliardi di euro l’anno, pari al 3% del PIL, e sostiene 9 milioni di posti di lavoro. Tuttavia solo il 9% dei servizi turistici risulta effettivamente accessibile. Se colmato, questo divario potrebbe incrementare la domanda del 44% e attrarre fino al 75% di viaggiatori internazionali in più.
Le prospettive globali
Secondo uno studio di MMGY Travel Intelligence per ENAT – European Network for Accessible Tourism, i viaggiatori europei con esigenze specifiche di accessibilità spendono in media 3.163 dollari per ogni viaggio internazionale con pernottamento, effettuando oltre due viaggi l’anno. «Questo mercato in crescita richiede informazioni chiare e verificabili sull’accessibilità», ha spiegato Ivor Ambrose, managing director di ENAT.
Un cambio di prospettiva è necessario anche secondo Igor Stefanovic, UN Tourism Coordinator for Accessibility: «Il turismo accessibile non riguarda solo chi ha una disabilità, ma tutti. Ognuno di noi, prima o poi, avrà bisogno di servizi accessibili».
L’impegno delle istituzioni
La ministra del Turismo Daniela Santanchè ha ribadito durante l’apertura l’impegno del governo a promuovere un turismo senza barriere: «Ogni progetto sostenuto dal Ministero deve favorire l’inclusione, affinché tutti possano godere delle bellezze del nostro Paese. L’obiettivo è fare dell’Italia un modello di accessibilità».
Con un valore di oltre 250 miliardi di euro nel 2024, pari al 13% del PIL, e una crescita del +6% dei soggiorni nell’estate 2025, il turismo italiano sta vivendo una fase di consolidamento. In questo contesto, l’accessibilità diventa una leva competitiva e reputazionale, sostenuta dalla collaborazione tra pubblico e privato.
Durante il WSAT, la grande sala del Lingotto è stata adattata per accogliere persone con differenti esigenze motorie e sensoriali, con percorsi accessibili e uscite di sicurezza riprogettate. Il personale, formato da CPD, ha seguito corsi specifici per la gestione inclusiva delle emergenze. L’esperienza ha prodotto linee guida che potranno essere adottate in altri eventi internazionali.
Il Manifesto di Torino 2025
Il summit si è concluso con l’adozione del Torino Manifesto on Tourism for All 2025, che rinnova le dichiarazioni di Montréal (2014) e Bruxelles (2018) e definisce una nuova agenda globale per il turismo accessibile. La Torino Call for Action 2025 invita istituzioni, imprese e professionisti a:
- applicare i principi del Design Universale nella progettazione di destinazioni e servizi;
- promuovere formazione obbligatoria sull’accessibilità e inclusione lavorativa delle persone con disabilità;
- adottare standard internazionali comuni e pubblicare dati trasparenti sull’accessibilità;
- co-progettare esperienze turistiche con le associazioni di persone con disabilità;
- sviluppare tecnologie inclusive basate su intelligenza artificiale e realtà aumentata.
Il Manifesto propone inoltre la creazione di un Osservatorio Globale sul Turismo Accessibile per monitorare i progressi e diffondere buone pratiche. Come recita il documento finale: «Il turismo per tutti non è una meta, ma un viaggio collettivo verso esperienze di viaggio dignitose per ogni persona».