I curatori liquidatori di Air Italy hanno reagito in modo netto all’ipotesi che Aeroitalia impieghi il marchio «Air Italy» a partire dal 2026. In una nota ufficiale, dichiarano che il portafoglio marchi della compagnia è rimasto nella pienezza dei loro poteri e che nessuna cessione o licenza è stata autorizzata fino ad oggi. Per questo qualsiasi uso improprio, avvertono, potrà dar luogo a iniziative legali.
Il nodo della disputa nasce dal fatto che Aeroitalia, condotta da una recente sentenza che l’ha obbligata a rivedere il proprio nome per vicinanza a “Alitalia/ITA”, ha valutato di “resuscitare” il brand Air Italy come soluzione di rebranding contando sul fatto che il brand sarebbe tornato di dominio pubblico dopo un inutilizzo di 5 anni. I liquidatori obiettano che tale operazione non può realizzarsi automaticamente: il marchio non è stato venduto né concesso in licenza e resta di proprietà della società in liquidazione. In tale quadro l’uso del marchio da parte di terzi costituirebbe un’invasione di diritti, suscettibile di tutela giudiziaria.
Nel loro comunicato, i liquidatori ricordano che il diritto dell’uso del brand è un patrimonio che permane oltre la cessazione delle attività operative. Essi ribadiscono che non esiste alcuna autorizzazione formale concessa ad Aeroitalia e che ogni uso sarà soggetto a valutazioni legali.
In particolare, i liquidatori respingono l’idea che l’adozione del marchio da parte di Aeroitalia possa configurare una “prosecuzione” automatica dell’attività della vecchia Air Italy, una narrativa che, se accettata in tribunale, potrebbe indebolire la difesa del patrimonio residuo.
Scenari possibili
Tre sono i percorsi realistici:
- negoziazione e accordo
Aeroitalia potrebbe tentare di ottenere l’uso del marchio tramite un accordo con i liquidatori sotto forma di cessione o licenza. Un negoziato richiederebbe valutazioni sul valore intrinseco del brand, garanzie contrattuali e adeguamenti legali. - ritiro dell’ipotesi
Se Aeroitalia decidesse di rinunciare all’uso del marchio Air Italy, eviterebbe la controversia e si concentrerebbe su una nuova identità differente. Questo percorso elimina i rischi giudiziari ma comporterebbe un nuovo progetto di rebranding - contenzioso giudiziario
Se Aeroitalia dovesse adottare il nome senza il consenso dei liquidatori, la disputa potrebbe finire in tribunale. I liquidatori hanno già anticipato la loro intenzione di agire con «ogni opportuna iniziativa» per tutelare sia i diritti legali che l’immagine residua della società.