Parte l’obbligo del CIN dal 1° gennaio: a che punto siamo e cosa rischia chi non lo espone

obbligo cin 1 gennaio

A partire dal 1° gennaio 2025, entra in vigore l’annunciato obbligo di dotarsi del Codice Identificativo Nazionale (CIN) per le locazioni brevi e le strutture ricettive in Italia. Questo codice, introdotto dal decreto-legge 145/2023, mira a contrastare l’abusivismo nel settore turistico, garantendo maggiore trasparenza e sicurezza.

Cos’è il CIN e a chi si applica

Il CIN è un codice univoco assegnato a ogni immobile destinato a locazioni brevi o finalità turistiche, comprese le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere. L’obbligo riguarda sia i proprietari che affittano immobili per brevi periodi, sia i gestori di strutture ricettive. Il codice deve essere richiesto tramite la Banca Dati Strutture Ricettive (BDSR), accessibile sul portale del Ministero del Turismo.

Obblighi e sanzioni per chi non rispetta l’obbligo

Dal 1° gennaio 2025, sarà obbligatorio esporre il CIN in ogni annuncio pubblicitario, sia online che offline, e all’esterno dell’immobile, assicurando il rispetto di eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici. Sul concetto di cosa rappresenti un annuncio ci sono diverse interpretazioni che vanno da quella restrittiva, vale a dire solo le offerte di vendita che presentano una tariffa, ad altre più allargate che includono commenti nei forum e iscrizioni a directory. La mancata acquisizione o esposizione del CIN comporterà sanzioni amministrative:

  • Mancata attivazione del CIN: multe da 800 a 8.000 euro.
  • Omessa esposizione del CIN: sanzioni tra 500 e 5.000 euro.

Inoltre, gli immobili destinati a locazioni brevi dovranno rispettare specifici requisiti di sicurezza, come l’installazione di rilevatori di gas combustibili e monossido di carbonio, e la presenza di estintori portatili a norma di legge.

Stato attuale dell’adeguamento

Secondo i dati diffusi dal Ministero del Turismo al 31 dicembre 2024, su circa 570.000 affitti brevi registrati, sono stati rilasciati oltre 447.000 CIN, coprendo il 78% del totale. Ciò significa che quasi 130.000 proprietari non hanno ancora richiesto il codice, nonostante la proroga concessa a novembre. Tra le province più virtuose, Matera registra una copertura del 92,8%, seguita da Napoli con l’88% e Bologna con l’83,8%. Milano e Roma presentano percentuali rispettivamente del 77,4% e 76,9%.

Prossimi passi e raccomandazioni

Con l’avvicinarsi della scadenza, è fondamentale che i proprietari e i gestori di strutture ricettive non ancora in regola procedano rapidamente alla richiesta del CIN tramite la piattaforma BDSR. Questo adempimento non solo evita sanzioni, ma contribuisce anche a una maggiore trasparenza e sicurezza nel settore turistico italiano. Se si è fatta richiesta del CIN ma non è stato ancora ottenuto è possibile segnalarlo all’interno dei grandi portali per avere una proroga di 30 giorni.

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