marocco

C’è un modo semplice per raggiungere il celebre deserto del Marocco, meta sognata da molti ma non ancora troppo battuta. Ed è quello di volare direttamente con Royal Air Maroc su Errachidia da Casablanca per trovarsi alle porte del Sahara, con base di partenza da Erfoud che dista solo una settantina di km dall’aeroporto.
Si viene così proiettati direttamente in un mondo onirico fatto di tappeti e cammelli, dune sabbiose e villaggi fortificati, oasi di palme e gole scavate nella roccia. Siamo dall’altro lato dell’Atlante rispetto a Marrakech, e il paesaggio cambia completamente declinando tutte le sfumature dell’ocra nelle sue sabbie e nelle sue mille kasbah.

Kasbah Amridil a Skoura © ONMT

Erfoud si trova al centro di un’area geologica unica e non ci si aspetterebbe di trovare qui una quantità di fossili incredibili, che hanno dato vita anche ad un artigianato particolare in cui vengono utilizzati per cerare insoliti tavolini, lavabi e sculture che decorano i riad tradizionali dove trascorrere la notte. Molti sono i laboratori dove si può assistere alle varie fasi di lavorazione dei fossili e alla storia geologica della zona.
Da Erfoud si raggiunge Merzouga, un avamposto del Sahara con dune alte fino a 150 metri che al tramonto si colorano di mille sfumature di rosso. Sostando in uno degli alberghi al limite del deserto, come ad esempio Riad Xaluca che ha una bella piscina con vista sul deserto, è bello addentrarsi tra le dune a dorso di dromedario, condotto con lentezza da un cammelliere, per vedere il sole scomparire all’orizzonte.

Ma il modo migliore per assaporare la magia del deserto, che una volta provata non si dimentica più, è quello di dormire in uno dei tanti campi tendati che sono sorti ai margini del lato occidentale dell’Erg Chebbi, come ad esempio il Xaluca Luxury Desert Camp: 26 tende spaziose ed eleganti con grande letto doppio, un bagno completo, angolo relax, che si aprono a formare una V aperta verso le dune. Il ristorante serve cibo tradizionale, accompagnato volendo dalla ritmata musica gnaoua.
La notte stellata e, all’alba, la possibilità unica di fare sandboard sulle dune al sorgere del sole fanno il resto per rendere questa avventura indimenticabile.

La Strada delle Mille Kasbah e le gole del Todra
Ma il sud del Marocco non è solo fatto di dune sabbiose. Lungo la “Strada delle Mille Kasbah” che porta a Ouarzazate, si incontrano villaggi fortificati di mattoni di argilla che con il loro colore rosso contrastano con il verde delle oasi. Nei caravaserragli sostavano le carovane che trasportavano i loro carichi di spezie e beni preziosi tra il deserto e le città oltre l’Atlante.
In queste valli abitano i berberi, la popolazione autoctona che custodisce con fierezza la lingua, la scrittura e gli usi e costumi millenari, diversi da quelli della popolazione araba che conquistò il Marocco a partire dal 670 d.C. Il nome con cui i berberi chiamano loro stessi è amazigh, che significa “uomini liberi”.

Una strada secondaria, che punta a nord verso l’Atlante, porta alle gole scavate nei millenni dal fiume Todra precedute da una vallata dolce e verdeggiante, ricca di palme e campi coltivati.
Gli ultimi 600 metri delle Gole del Todra sono i più spettacolari. Qui le due pareti rocciose arrivano a sfiorarsi (la larghezza in un punto è di soli 10 metri) con rocce a strapiombo che raggiungono i 160 metri di altezza. Alle sorgenti del fiume i berberi accorrono numerosi per attingere l’acqua da trasportare con gli asinelli ai loro campi. Lungo le gole, percorse da una strada carrabile, si susseguono i banchetti dei venditori di tessuti che riportano i simboli dei berberi, tra cui campeggia quella dell’uomo libero, mentre i tappeti berberi spiccano con i loro colori rossi. È il regno dei climber che si arrampicano sulle pareti a strapiombo in uno scenario spettacolare.


Tornando sulla strada principale si prosegue fino a Boulmane Dades, una vallata verdeggiante percorsa dal fiume Dades che anche qui ha scavato un canyon imponente. Risalendo verso le gole ci si può fermare al Dar Rihana, nel villaggio di Ait Ouffi. L’hotel, recentemente ristrutturato, ha alcune camere nell’edificio originario, dove si trova la piscina e la terrazza affacciata sulla valle, e altre in un nuovo edificio adiacente dove si cena in un ristorante elegante che serve i piatti della cucina tipica marocchina rivisitati in chiave moderna. Sia il ristorante che l’hotel sono interamente gestiti da giovani ed entusiasti proprietari.

Si prosegue verso ovest percorrendo la valle del Dades che porta fino a Ouarzazate. Durante il percorso ci si può fermare a El Kelaa M’Gouna, capitale delle rose damascene e dei profumi, che esporta i suoi prodotti in tutto il mondo.
Poco più avanti, nell’oasi di Skoura, è d’obbligo una tappa alla Kasbah Amridil, una delle meglio conservate della regione, così bella che è stata scelta perfino per le banconote da 50 dirham e per girare alcune scene del kolossal Lawrence d’Arabia, uno dei primi film che hanno consacrato Ouarzazate come la capitale del cinema. Le kasbah erano le residenze delle famiglie nobili, che qui vivevano insieme alla servitù per proteggersi dagli attacchi dei predoni. Qui si possono apprendere le tecniche millenarie di costruzione con fango e paglia, l’uso dei materiali e delle astuzie utilizzate per ottenere ambienti caldi d’inverno e freschi d’estate, grazie alle mura spesse, alle aperture di dimensioni contenute e alla consuetudine di sovrapporre diverse cucine alla stalla degli animali per veicolare il caldo verso l’alto.

Il medio Atlante, Ph. R. Nicosia

Ouarzazate, la Hollywood del Marocco
Tappa finale del viaggio nel sud del Marocco è proprio Ouarzazate, nota soprattutto per i suoi studi cinematografici, tra cui gli Atlas Studios. Uno degli Studios è stato trasformato nel Museo del Cinema dove si passa dall’antico Egitto alle prigioni del Gladiatore per arrivare sui set di serie più recenti. Ouarzazate è infatti considerata a tutti gli effetti la Hollywood del Marocco, e qui, fin dagli anni 50, sono stati girati film indimenticabili tra cui, tanto per citarne alcuni, Lawrence d’Arabia, Il Gladiatore, Il tè nel deserto, Kundun, Babel o serie più recenti come Prison Break o Il trono di Spade.
Di fronte al museo sorge l’imponente Kasbah Taourirt, costruita nel 1754, dove fino al 1930 abitava ancora il pascià di Marrakech, Thami El Glaoui, con le sue 19 mogli. È una delle più grandi e meglio conservate del Marocco, ma attualmente si può visitare solo una parte perché sono in atto lavori di ristrutturazione e abbellimento di alcune delle 150 stanze.

Poco fuori città, un altro gioiello, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1987. È lo Ksar Ait Ben Haddou, villaggio fortificato nato nel XII secolo sulla rotta carovaniera tra il deserto e Marrakech, apparso in numerose pellicole fin dagli anni Sessanta. Tutto il villaggio è costruito in terra battuta, mattoni di argilla e legno di cedro e si arrampica su una collina nella valle dell’Ounila, fiume ormai quasi del tutto essiccato. Un tempo qui abitavano ben 120 famiglie, ma molte si sono spostate in abitazioni più moderne sull’altra riva del fiume, e ora sono solo 10 i nuclei familiari che ancora abitano nelle case tradizionali ripetendo modi di vita di una cultura millenaria. È sicuramente il più iconico e il più conosciuto di tutto il Marocco.

Ait Ben Haddou © ONTM

Gastronomia e benessere
Se fate un viaggio nel sud del Marocco, dovete apprezzarne i ritmi lenti, il buon cibo e il relax. A Ouarzazate è possibile gustare al meglio le specialità della cucina marocchina, fatta di tajine di pollo, pesce o agnello, fresche insalate di cetrioli e pomodori, servite come primo piatto, pastilla e dolci tipici. Ottimo il ristorante dell’Hotel Oz Palace, come eccellente è Les Jardins es Aromes, che oltre al buon cibo ha un design moderno e accattivante.
Per finire nella maniera migliore non c’è che regalarsi un vero trattamento marocchino e provare l’esperienza dell’Hammam, che consiste in uno scrub in una sala umida seguita da un massaggio profumato. Il nuovissimo centro benessere DH Beauté lo propone in un ambiente raffinato e accogliente.
È il modo migliore per riportare a casa la magia di questa parte del Marocco che regala paesaggi inaspettati e tante esperienze indimenticabili.

Il fiume di Ouarzazate e l’Atlante, Ph R. Nicosia

Il Marocco lascia il segno. Anzi l’impronta. Ed è proprio simile a una impronta digitale il nuovo logo del Marocco che accompagna il claim Kingdom of Light, una campagna lanciata ad aprile con massicci investimenti pubblicitari, attentamente studiata per valorizzare la ricchezza del Paese e restituirne lo splendore, sottolineandone la sua luce distintiva, che colpisce i viaggiatori non appena mettono piede nel Paese.
Non solo la luce del sole, ma anche l’illuminazione dell’anima, a contatto con un territorio e una popolazione che davvero toccano l’intimo di ognuno di noi. Ma a guardarla bene, l’impronta si scompone in alcuni elementi distintivi: al centro la porta, elemento imprescindibile dell’arte e dell’architettura del Paese; sotto delle linee ondulate che simboleggiano allo stesso tempo le onde del mare e le dune del deserto, e in alto i raggi del sole.

Il nuovo logo del Marocco

Ne parliamo al TTG con Aziz Mnii, Direttore dell’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco (ONMT) per l’Italia e la Grecia, che si dichiara molto soddisfatto della creatività del nuovo brand, che racchiude in sé tutti gli elementi capaci di rendere il Marocco una destinazione più dinamica e connessa per tutti i viaggiatori che cercano la luce e un’esperienza di viaggio gratificante. Altrettanto soddisfatto si proclama del posizionamento del mercato italiano che è ora al 4° posto tra il turismo europeo, superando il mercato tedesco, e perl’apertura di 16 nuove rotte a novembre, tra cui Agadir e Fez operate da Ryanair e Wizz Air che collegano Milano e Roma a Casablanca e Marrakech.

Marrakech, Piazza Jeema el Fnaa © Mauro Parmesani


Fondamentale la collaborazione con le principali compagnie aeree e l’ONMT sta lavorando per portare nuove compagnie (il riferimento a ITA Airways è evidente) oltre a Royal Air Maroc, Air Arabia, Ryanair, Wizz Air, EasyJet e Tuifly.be che assicurano 124 voli settimanali per il Marocco in partenza da 9 città italiane, portando la capienza settimanale a 1.400.000, +24% rispetto all’estate 2019 (1.116.000 posti). Aziz Mnii ha voluto porre l’accento anche sulle destinazioni meno battute, come Tangeri, la città bianca, e Chefchaouen, la città blu, (vedi articolo qui).

Chafchaouen


In occasione del TTG il direttore ha dichiarato: «La strategia dell’ONMT è quella di posizionare il Marocco tra le destinazioni turistiche più popolari al mondo, rafforzandone la notorietà e l’attrattiva in tutto il mercato italiano. Inoltre, l’ONMT desidera trasmettere alla Travel Industry italiana un messaggio di rassicurazione e resistenza: unendo le forze possiamo fare di più, in Marocco diciamo non si può applaudire con una sola mano. In effetti, da aprile abbiamo realizzato svariate attività di Pr e marketing, ma adesso bisogna spingere sull’acceleratore su molti fronti. Abbiamo molte attività in calendario e tante ne realizzeremo, ma sarà possibile solo con il supporto della parte italiana, sia per quanto riguarda il Trade che i Media».

Le dune di Merzouga

Fuori dalle rotte più comuni, il Nord del Marocco riserva itinerari sorprendenti per paesaggi da macchia mediterranea e ampia varietà di attività culturali, attrazioni da visitare e luoghi da instagrammare. Il nostro viaggio parte da Tangeri, città portuale e cosmopolita che mostra con orgoglio le influenze spagnole, francesi e italiane acquisite nel tempo per poi perdersi nel blu cobalto di Chefchaouen e ritornare sul mare lì dove l’Atlantico e il Mediterraneo si incontrano alla vista delle colonne d’Ercole. Un caleidoscopio di colori, ben valorizzati dalla nuova campagna marketing dell’ente del turismo, l’ONMT, che con lo slogan Kingdom of Light, diffuso in 20 paesi, punta a portare un milione di turisti italiani nel Paese entro il 2024 e tornare già dall’anno prossimo ai livelli pre-pandemici. L’Italia è già tra i primi 5 mercati per il paese nordafricano, forte della possibilità di viaggiare senza più necessità di esibire un test PCR negativo (ma serve ancora il certificato vaccinale) oltre che con una già vasta gamma di collegamenti aerei, incluse le compagnie low cost.

Tangeri, la Medina, il Piccolo Socco e il Grand Socco

La Medina di Tangeri

Tangeri, tra i primi porti del Mediterraneo per merci movimentate, si fa notare subito per l’anima internazionale, per il verde dei parchi e la pulizia della città, in un ambiente che trasmette sicurezza nel passeggiare con naturalezza dalla Medina alla Kasbah. Arrivati alla piazza del Piccolo Socco potete unirvi alla gente locale che affolla i tavolini dei bar per degustare un the alla menta. La passeggiata poi continua attraverso il quartiere italiano, così chiamato per l’architettura, fino al Grand Socco, col suo mercato, la Kasbah, dove potrete trovare di tutto, ma portatevi dei contanti.
Le temperature sono miti, da clima mediterraneo, giusto un po’ ventoso la sera. I locali sono accoglienti e consigliamo di trovarne uno nella zona del porto, dove potrete cenare e gustarvi lo skyline notturno.

Il porto di Tangeri alla sera

Chefchaouen, la città blu della dieta mediterranea

Chefchaouen

Il blu scaccia il malocchio e l’usanza ebrea di dipingere di questo colore le case si è poco alla volta diffusa in tutta la città di Chefchaouen, rendendola una delle destinazioni più instagrammabili del mondo, al pari di altre città blu come Jodphur in India, Casamassima in Puglia, Juzcar in Spagna o Santorini in Grecia. I colori sono accesi, di forte impatto e vestirsi con un forte contrasto, come con l’arancio, renderà gli scatti indimenticabili.

Ma Chefchaouen non è solo panorami da cartolina: è anche una città con una forte vocazione gastronomica. Proprio qui nel 2010 è stata firmata la candidatura della Dieta Mediterranea a patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO con proponenti Chefchaouen per il Marocco, il Cilento per l’Italia, Koron per la Grecia e Sorìa per la Spagna. Riconoscimento che è arrivato pochi anni dopo e che è stato poi esteso anche ad altri paesi Europei. E la gastronomia del luogo conferma la vicinanza di ingredienti e preparazioni con tanti luoghi del sud Italia, dove pure la tradizione mediterranea è fortissima. Lo testimonia anche la vegetazione nei dintorni che vede boschi di conifere, ulivi e grandi piante di fichi d’India: viaggiando su queste rotte si può arrivare fino alle cascate di Akchour, un’oasi di pace e tranquillità con acque balneabili.

Cap Spartel e le Grotte di Ercole

Cap Spartel con il suo faro
Lo squarcio sul mare delle grotte di Ercole

Il faro di Cap Spartel, immortalato sulle banconote marocchine, segna il confine immaginario tra il Mediterraneo e l’Atlantico, anche se i più attenti osservatori riescono a osservare le variazioni di colore all’incrocio tra i due mari, dal blu al turchese. Siamo alle colonne d’Ercole, il confine del mondo conosciuto ai tempi dell’Antica Grecia. Qui, il mito di Ercole si fonde con quello di Atlante, re della Mauretania condannato da Zeus a reggere il mondo sulle sue spalle. Atlante convinse Ercole a sostituirlo per andare a raccogliere i pomi d’oro dal giardino delle Esperidi. Quando Atlante tornò, Ercole riconsegnò il mondo, rubò i pomi e andò a riposarsi nelle grotte accanto al faro di Cap Spartel che oggi portano il suo nome. Altre leggende narrate dalle guide turistiche (non ne ascolterete due uguali), sostengono invece che fu proprio Ercole a creare la spettacolare apertura nella roccia, che sembra ricordare nella forma il continente africano, nel tentativo di scappare dalla grotta in cui era prigioniero. Con questa azione spettacolare, inoltre, Ercole separò letteralmente l’Europa dall’Africa, oltre a creare uno degli angoli del Marocco più fotografato sui social media. La storia geologica ci racconta infine di una grotta sottomarina, lentamente erosa dalle onde, che si estende per 30 km e che risale al 2500 ac, storicamente usata già dai Fenici come cava, ma che è stata riscoperta solo all’inizio del secolo scorso. Cap Spartel rappresenta anche il punto più a nord ovest dell’Africa continentale e insieme alle Grotte di Ercole è una visita imperdibile per chi è in zona, stando a soli 20 chilometri da Tangeri.

L’interno delle Grotte di Ercole
Il cartello che indica il confine tra Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico

Tetouan, la città bianca e il palazzo reale

Tetouan, il Palazzo Reale

Tetouan è dal 1997 patrimonio Unesco: la città bianca conserva intanto il fascino di un suk d’altri tempi, dove è possibile perdersi tra cibo, tessuti, botteghe artigiane e veri pezzi di antiquariato. La Medina di Tetouan è stata eletta come uno degli esempi migliori di città storiche dell’VIII secolo: la sua conformazione la vede circondata su 3 lati da mura dotate di 7 porte. Menzione d’onore per il palazzo reale, sorvegliatissima residenza estiva del re. Anche qui una visita è d’obbligo per ammirare tutti i colori del Marocco.

Per maggiori informazioni sul Marocco, l’ufficio nazionale del turismo ha una sede nel centro di Milano: è possibile contattarlo ai seguenti recapiti
ONMT – Ufficio nazionale del turismo marocchino
via Mengoni 4 c/o Regus Business Center – 20121 Milano
02-30315115

L’Ufficio Nazionale del Turismo del Marocco (ONMT) ha presentato la nuova campagna promozionale insieme al nuovo logo e ai vari pilastri su cui si basa per rilanciare il turismo.
“Morocco, Kingdom of Light” è il nome di questa nuova campagna globale, che mira a posizionare il regno alawita come una delle destinazioni turistiche più popolari al mondo, rafforzarne la reputazione e l’attrattiva presso il pubblico internazionale e rafforzare la sua immagine trendy, soprattutto tra nuove generazioni di viaggiatori e giovani che scelgono il Marocco come meta preferita.
Questo nuovo sforzo per rilanciare l’economia nazionale è la pietra miliare dell’azione promozionale dell’Ufficio dedicata al turismo internazionale, sia nei mercati tradizionali che in quelli emergenti proprio in questo momento in cui il governo marocchino ha deciso di cancellare il PCR test all’ingresso del Paese a partire da martedì 18 maggio tenendo in considerazione il miglioramento della situazione epidemiologica. Rimane comunque obbligatorio il green pass per accedere al territorio marocchino.
“Morocco, the Kingdom of Light”, questa ambiziosa campagna sarà inquadrata in un piano di comunicazione basato su tre obiettivi principali, sviluppati sia digitalmente che tradizionalmente. La campagna è distribuita in 20 Paesi ad alto potenziale turistico per il Marocco, a partire da Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Spagna, inclusa anche l’Italia insieme ad Africa, Israele e Medio Oriente.

Dopo aver vinto il global pitch, BETC ha proposto la campagna Kingdom of Light con l’ambizione di rivelare l’infinita bellezza del Marocco. Famosa per la sua unicità, la luce in Marocco è un’incredibile fonte di ispirazione per gli artisti di ieri, di oggi e di domani, e anche una fonte di movimento ed energia che ispira tutti i sensi. Proprio partendo da questa luce, la nuova piattaforma di comunicazione Morocco, Kingdom of Light svela le vaste risorse che il Paese ha da offrire.

La creatività mira a mostrare un cambiamento nel modo in cui il Paese si presenta. Per raggiungere un target più giovane, alla ricerca di imprevisti e scoperte, la produzione vuole rendere omaggio al patrimonio di esperienze del Paese ed esprimerne lo spirito lungimirante e moderno. Molti artisti marocchini contemporanei sono coinvolti nella campagna come ambasciatori della cultura, come Mohammed Melehi (arte), Samy Snoussi (pittura), Steph H (danza), Artsi Ifrach (moda), dimostrando modernità nel rispetto dei suoi beni. Il logo e l’identità visiva della nuova piattaforma Kingdom of Light sono stati ideati utilizzando simboli e colori legati al Paese. La campagna mette in mostra i paesaggi mozzafiato, le spiagge e l’artigianato utilizzando la porta come obiettivo principale della progettazione grafica.

Aziz Mnii, Director Italy – ONMT, commenta “La luce è la prima cosa che colpisce quando si scopre il Marocco, la luce è legata fortemente al movimento, ispirazione e creazione. Con questa campagna ci proponiamo di presentare la ricchezza del Marocco, la sua vasta offerta turistica: l’arte e la cultura, i siti storici, le spiagge del regno, la gastronomia, le attività sportive e ricreative, la natura e l’avventura, gli eventi e molto altro, ma soprattutto tutti siamo disposti a dimostrare che il Marocco è cambiato molto ed è ora una destinazione vivace e moderna. Crediamo che questa narrazione sia fortemente appetibile anche per i giovani viaggiatori italiani.”

Questa campagna è una grande piattaforma di visibilità per le molteplici attività di promozione previste in Italia, con obiettivi ambiziosi per il 2022: conquistare nuove quote in un mercato strategico con un forte potenziale, come quello italiano, dove il Marocco vuole crescere oltre il 20% entro il 2024. Ciò significa tornare al numero dei viaggiatori pre-pandemici entro il 2023, grazie anche al consolidamento dei rapporti commerciali e della collaborazione con i partner italiani.

Inoltre, il Direttore aggiunge, “Siamo molto contenti per la decisione sull’abolizione del PCR test. Questo incoraggerà un maggior numero di turisti a considerare il Marocco nell’immediato.”

In questo contesto, particolarmente importante il lavoro che l’Ente Nazione per il Turismo del Marocco sta svolgendo in collaborazione alle compagnie aeree (Royal Air Maroc, Air Arabia, Ryanair, Wizz Air, EasyJet e Tuifly.be) per assicurare una importante air capacity nella Summer 2022: 124 voli a settimana per il Marocco in partenza da 9 città italiane, portando a 1.400.000 la seat capacity settimanale, +24% rispetto alla Summer 2019 (1.116.000 seat). In evidenza l’apertura di 16 nuove rotte, tra cui Agadir e Fez operate da Ryanair e per la prima volta Wizz Air collegherà Milano e Roma a Casablanca e Marrakech

Il Marocco ha riaperto i propri confini lo scorso 7 febbraio con un protocollo sanitario che indica chiaramente la volontà di una riapertura per una ripresa dell’attività turistica in modo consistente, ma totalmente sicuro. «Bisogna tener presente che il 75% della popolazione è vaccinata, e ciò include il personale sanitario, gli insegnanti e tutto il personale del settore turistico» esordisce il direttore dell’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco in Italia, Mr Aziz Mnii durante la nostra intervista in BIT. «Siamo estremamente felici che il turismo sia pronto a ripartire. Abbiamo grandissime ambizioni per l’Italia e siamo fiduciosi che la nostra offerta, unita alla importante seat capacity, eccellenti connessioni aeree, al supporto dei trade partner e dei media italiani, ci permetterà di raggiungere gli obiettivi prefissati: 850mila visitatori per il 2023 e 1milione per il 2024». Obiettivi ambiziosi per un Paese che comunque da sempre affascina i viaggiatori italiani col suo mix di cultura, tradizioni, paesaggi diversissimi tra loro in un territorio relativamente piccolo, che vanno dalla costa oceanica alle pendici innevate dell’Atlante, dalle dune del deserto allo splendore delle città imperiali – Fez, Meknes, Marrakech e Rabat – ognuna sede nel passato della casa reale Alaouita che ancora oggi guida il Marocco col Re Muhammad VI.

Le dune di Merzouga

Il mercato italiano, che si colloca al terzo posto nel mondo, è composto da una clientela molto eterogenea, che va dai viaggiatori di alto profilo – che apprezzano gli hotel 5 stelle, i 37 campi da golf, i riad di lusso e il glamping nel deserto – a turisti più giovani che possono soggiornare in riad poco costosi e volare con compagnie low cost. Particolarmente importante è infatti il lavoro che l’Ente Nazione per il Turismo del Marocco sta svolgendo in collaborazione con le compagnie aeree – Royal Air Maroc, Air Arabia, Ryanair, Wizz Air, EasyJet e Tuifly.be – per assicurare una importante seat capacity nella Summer 2022. 124 voli a settimana per il Marocco in partenza da 9 città italiane, portano a 1.400.000 capacità settimanale, (+24% rispetto alla Summer 2019 che era di 1.116.000 seat). In evidenza l’apertura di 16 nuove rotte, tra cui Agadir e Fez operate da Ryanair, e per la prima volta Wizz Air che collegherà Milano e Roma a Casablanca e Marrakech. Il direttore ha poi sottolineato come il benessere e le Spa, imprescindibile presenza in ogni hotel insieme agli spazi per meeting ed eventi, siano nel Dna della popolazione: da sempre i rituali dell’hammam fanno parte della cultura e delle tradizioni del Marocco, e per questo un’esperienza del genere nel Paese assume una valenza ancora superiore.

La kasbah di Skoura

Mr Mnii ha parlato anche del primo treno ad alta velocità del continente africano che congiunge Tangeri – la città bianca amata da scrittori, artisti e …spie, sempre rimasta indipendente – con Casablanca, passando per la capitale Rabat “la ville lumière”. Il Direttore ha inoltre aggiunto «Abbiamo scelto di lavorare per quest’anno in Italia insieme a Weber Shandwick per ideare la strategia media relations e PR, la realizzazione e lo sviluppo di piani di comunicazione integrata con l’obiettivo di consolidare il posizionamento della destinazione – sicura, sostenibile, variegata e diversificata nella sua offerta turistica – verso i diversi target».

Tangeri, la città bianca

Il Marocco ha sospeso tutti i voli in arrivo nel Paese a partire da lunedì 29 novembre 2021 per via della progressiva diffusione della variante Omicron del virus Sars-cov-2, cominciata nei paesi del Sudafrica e arrivata anche in Italia con un paziente zero identificato. La misura durerà almeno due settimane, ha reso noto il ministero della Sanità marocchino, da Rabat. Sono quindi annullati tutti i viaggi verso il Paese nordafricano ed eventuali connazionali che si trovano lì non potranno rientrare prima del 13 dicembre.
Anche Israele ha deciso di blindarsi e di chiudere i confini per due settimane agli stranieri, mentre i residenti in arrivo dall’estero dovranno osservare un isolamento di tre giorni e sottoporsi a un test. Probabilmente nelle prossime ore anche altri Paesi prenderanno decisioni simili e ci si aspetta una strategia condivisa da parte dell’UE per fronteggiare l’avanzata della nuova variante ed impedire che si diffonda prima di averne studiato gli effetti e le contromisure.