Durante la Going Square Academy, evento formativo organizzato da Going a bordo della motonave GNV La Suprema, QualityTravel ha intervistato Maurizio Casabianca, chief commercial & operations officer del tour operator, per fare il punto sulla destinazione Stati Uniti e sul ruolo degli agenti di viaggio in un mercato in evoluzione.
Una piazza per parlare di USA
“Abbiamo chiamato questo incontro Going Square: una piazza per parlare degli Stati Uniti”, spiega Casabianca. “È una destinazione che si prepara a un anno di grande successo, ma che arriva da una fase di incertezza. I numeri, però, raccontano una storia diversa: nel nostro piccolo, abbiamo continuato a crescere e a posizionarci sul mercato italiano, proprio sulla destinazione che è la prima scelta long haul per il nostro outgoing”.
Italia in controtendenza
Mentre altri mercati europei, come quello tedesco, registrano cali, l’Italia mostra segnali opposti. “Ad agosto 2025 abbiamo avuto un incremento del 7% rispetto allo stesso mese del 2024. Nessuno se lo aspettava, anche perché si temeva un impatto negativo dal cambio euro-dollaro. Invece, l’euro ha toccato quota 1.18 e la percezione di una destinazione costosa è stata sfatata: gli Stati Uniti offrono soluzioni per ogni budget, basta saperle gestire”.
Il ruolo dell’agente di viaggio
Secondo Casabianca, il valore dell’agente di viaggio è cruciale: “Non si tratta solo di vendere un itinerario, ma di aiutare il cliente ad approcciare la destinazione nel modo giusto. Gli agenti che partecipano a eventi come questo dimostrano passione e competenza, e sono in grado di offrire consigli pratici, anche sulla quotidianità del viaggio”.
Conoscenza superficiale? Serve aggiornamento
“Gli Stati Uniti sembrano una destinazione conosciuta, ma spesso la conoscenza si ferma a un livello superficiale. Prendiamo New York: in molte aree si continua a vendere la città come vent’anni fa, ignorando la trasformazione dei quartieri. Come Milano, anche le città americane si sono evolute, e chi può raccontarlo è un agente aggiornato, che studia, viaggia, si confronta”.
Da turisti a viaggiatori
Il profilo del repeater — chi torna negli USA per la seconda o terza volta — è sempre più diffuso. “Non è il turista canguro che salta da una tappa all’altra per postare foto. È il viaggiatore che ama la destinazione e vuole scoprirla in profondità, dedicando ogni anno una vacanza a un’area diversa. Anche lo short break si è evoluto: da New York siamo passati a Miami, Boston, Chicago. C’è una crescita evidente”.
Contro la disintermediazione, competenza e tempo
“Chi viaggia più volte ha bisogno di spunti, idee, contenuti. E può trovarli nella filiera agenziale e nei tour operator, senza dover ricorrere alla disintermediazione. Il vero lusso oggi è il tempo: davanti a un’offerta sovrabbondante, serve qualcuno che sappia orientare, selezionare, consigliare. E questo è il ruolo dell’agente di viaggio”.
Giovani agenti: tra passione e professione
Casabianca riflette anche sul ricambio generazionale nel settore: “I giovani vogliono viaggiare, su questo non c’è dubbio. Ma fare questo lavoro è un’altra cosa: richiede impegno, costanza, spirito di adattamento. Non basta amare il viaggio, serve la passione per il mestiere. E oggi, purtroppo, non è facile trovare nuove leve disposte a investire in questa professione”.
La difficoltà non riguarda solo le figure operative del turismo, ma anche i profili più specializzati: “Quando si parla di crisi del lavoro nel turismo, non si tratta solo di camerieri o receptionist. Anche trovare nuovi agenti di viaggio preparati è una sfida. Noi stessi, nel costruire la nostra azienda — nata meno di quattro anni fa — abbiamo incontrato difficoltà nel reperire persone con il giusto know-how e la giusta attitudine. Per fortuna, ci sono eccezioni: giovani con grande potenziale, su cui vale la pena investire”.

