Il sindacato dei Balneari punta i piedi e minaccia il governo di chiudere gli stabilimenti se non avrà ottenuto la sicurezza delle concessioni balneari per le quali l’Italia rischia fra l’altro una procedura di infrazione per non averle mai messe a gara secondo la direttiva Bolkestein.
“Quando chiuderà il Parlamento per la pausa estiva, se non sarà stato varato un provvedimento legislativo chiarificatore della questione concessoria, chiuderemo gli ombrelloni di tutta Italia” – ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio a seguito dell’Assemblea nazionale straordinaria. La perdurante inerzia del Governo e del Parlamento sta creando un caos amministrativo in danno degli imprenditori balneari e del Paese, il rischio è quello di distruggere un comparto formato da 30.000 aziende e 100.000 addetti diretti che attira sulle nostre spiagge milioni di turisti, italiani e stranieri – ha precisato Capacchione. Abbiamo invocato, inutilmente, da mesi questo provvedimento, insieme alle altre Associazioni di categoria, dei Comuni e delle Regioni di ogni orientamento politico. Inascoltate, persino, le molteplici richieste di incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri o un eventuale delegato al fine di ottenere un chiarimento sull’indirizzo politico del Governo su questa importante vicenda”.
Nel frattempo gli Enti concedenti, (vale a dire Comuni e Autorità di sistema Portuale), stanno procedendo a emanare i bandi per la riassegnazione delle concessioni demaniali, rischiando secondo le associazioni dei balneari “un grave contenzioso in sede giudiziaria che saremo costretti a intraprendere per la tutela delle aziende attualmente operanti”.
“L’Assemblea nazionale del Sindacato, preso atto di questa pericolosa situazione che mette in rischio migliaia di posti di lavoro e la stessa immagine turistica dell’Italia – ha concluso il presidente del S.I.B. – ha deciso di continuare la mobilitazione della categoria con una pluralità di iniziative sindacali che si svolgeranno nelle prossime settimane, compresa la chiusura degli ombrelloni in tutt’Italia, qualora si dovesse arrivare alla pausa estiva dei lavori parlamentari senza che sia stato emanato alcun provvedimento che colmi l’attuale vuoto legislativo fonte di caos amministrativo. Spiegheremo ai clienti il ruolo e la funzione della balneazione attrezzata italiana, frutto di professionalità ed esperienza! Chiariremo, poi, che, con una errata applicazione della Bolkestein, non solo non ci saranno più spiagge libere, ma, soprattutto, non si verificheranno riduzioni di tariffe, piuttosto l’esatto contrario, come già avvenuto in quelle località dove si è provveduto con le gare”.
Finora l’applicazione della direttiva Bolkestein era stata rinviata dal Governo a suon di proroghe delle concessioni esistenti, ma una recente sentenza del Consiglio di Stato ha ribadito che da una parte il diritto dell’Unione impone che il rilascio o il rinnovo delle concessioni demaniali, marittime o lacuali o fluviali, avvenga all’esito di una procedura di evidenza pubblica (quindi un’asta), e che questa norma è incompatibile con la disciplina nazionale della proroga automatica. Per questo motivo ora il governo si trova tra due fuochi: le proteste dei balneari che rischiano di perdere la concessione e la spada di Damocle della procedura di infrazione dell’Unione Europea.