“Costretti a cercare casa (e padiglioni) altrove”. È questa la denuncia che arriva dalle Fiere Associate di Napoli che minacciano di abbandonare la tradizionale location della Mostra d’Oltremare se non vedranno accolte dal Comune le proprie richieste. L’associazione raggruppa alcune delle principali manifestazioni fieristiche partenopee tra cui Aestetica, Fiera del Baratto e dell’Usato, Comicon, EnergyMed, TuttoPizza, VitignoItalia, Antiquari in Mostra, Siferr, TuttoHotel, VideoGameShow, 442 La fiera del calcio e Vebo.
A Napoli – spiegano le Fiere Associate in una nota – dopo mesi di colloqui, proposte, progetti e ipotesi di rilancio sembra essere calato il silenzio sul comparto fieristico, ormai in molti casi fermo da quasi 2 anni dato che le ultime edizioni di molti eventi si sono tenute nel 2019.
Gli organizzatori già dallo scorso aprile hanno iniziato a proporre soluzioni per superare la crisi: il sindaco De Magistris fu il primo a rispondere che “avrebbe impegnato l’amministrazione” in considerazione della straordinaria importanza del comparto fieristico. Invece, prosegue la denuncia degli organizzatori di Fiere Associate, “dopo un altro confronto, avuto a metà agosto, il Comune di Napoli non ha più risposto, non ponendo in essere alcuna azione per salvare le fiere, né impegnando la propria partecipata Mostra d’Oltremare (principale quartiere fieristico regionale, di cui il Comune detiene il 70%)”.
La Mostra d’Oltremare, che vanta un bilancio 2019 chiuso con 3 milioni di utile netto, oggi ha perso il 90% dei ricavi, ha 48 dipendenti a rischio e non ha ancora coordinato il calendario delle fiere 2021. Nonostante questa situazione l’ente si è mostrato insensibile alle difficoltà del comparto. Questo rischia di portare all’abbandono della Mostra da parte delle fiere strutturate che, fra le altre cose, oggi richiedono, nella ricerca di nuove location, la riduzione straordinaria dei canoni locativi di altri spazi, come il lungomare e Castel dell’Ovo.
Fiere Associate spiega che “Con l’avvio delle vaccinazioni e l’avvicinarsi della primavera, si poteva e doveva iniziare la pianificazione per la ripresa delle fiere. Tantissimi eventi stanno programmando le proprie date in Italia ed all’estero, a partire dal prossimo maggio-giugno, supportati dalle Regioni, dalle Istituzioni locali e dagli enti camerali. Tutti pronti a usare le fiere e il loro straordinario volano di visibilità per le imprese territoriali, per l’indotto che le stesse producono, per i flussi economici e turistici che recano ai territori in cui si svolgono”.
Possibile dunque che a Napoli ed in Campania, gli oltre 150 milioni di indotto economico che ricadevano sul territorio ogni anno fino al 2019, grazie alla realizzazione delle fiere ed al lavoro degli organizzatori fieristici e di oltre 3500 lavoratori del comparto, non interessi più?
“Prima di scomparire definitivamente” sostiene Luciano Paulillo, Presidente di Fiere Associate “sollecitiamo con quest’ultimo tragico grido di allarme le Istituzioni locali a dare risposte positive e concrete, e ad agire subito. Dai prossimi giorni mobiliteremo l’intero comparto, composto dagli imprenditori che investono privatamente nell’organizzazione delle fiere, dagli allestitori, dagli albergatori, dai fornitori tecnici, dai ristoratori, dalle società di hostess e steward, dalle agenzie pubblicitarie, dai tour operator e agenzie di viaggi, dalle imprese di affissionistica e così via. Non possiamo credere che Comune, Regione e Camera di Commercio vogliano farci fallire come dimostrato finora con tante promesse e nessun fatto, che vogliano far scappare le fiere da Napoli e dalla Campania e così far fallire anche le sedi fieristiche, a partire dalla Mostra d’Oltremare. Dovranno spiegare alle nostre famiglie, ma anche alle imprese espositrici, alle centinaia di migliaia di visitatori e operatori professionali che ogni anno fruivano delle nostre fiere, le motivazioni per cui stanno regalando un intero comparto alle regioni limitrofe, invece di tutelarlo e valorizzarlo a tutto e unico vantaggio di Napoli e della Campania”.