C’è un Giappone che si nasconde tra montagne innevate, foreste sacre e villaggi rurali, lontano dalle metropoli brulicanti e dai circuiti più battuti. È un Paese che vive nella memoria delle sue leggende, popolato da spiriti, creature fantastiche e presenze che sfidano la razionalità. Un viaggio alla scoperta delle regioni meno conosciute del Sol Levante, seguendo le tracce degli yōkai, le misteriose entità del folklore nipponico.
Tono (Iwate), patria dei kappa: spiriti d’acqua tra mito e ammonimento
Nel cuore della prefettura di Iwate si trova Tono, piccolo villaggio immerso nella campagna giapponese che conserva intatto il legame con le proprie leggende. Qui si racconta che vivano i kappa, esseri anfibi con becco, squame e un’insolita cavità d’acqua sulla testa, noti per le loro burle e pericolosità. In realtà, secondo alcuni studiosi, la loro figura sarebbe nata per mettere in guardia i bambini dai pericoli dei fiumi. Oggi, a Tono, il Kappabuchi – un tranquillo ruscello – è diventato meta di pellegrinaggio per gli appassionati del folklore, con tanto di piccolo santuario e offerte rituali. Il Museo Municipale approfondisce miti e storie locali, mentre anche a Tokyo, nel quartiere Taito, il tempio Sogen-ji (detto Kappa-dera) custodirebbe persino una mano mummificata di uno di questi spiriti.

Yamagata e Niigata: tra “mostri di neve” e la leggenda della yukionna
Nel Giappone settentrionale, dove gli inverni sono rigidi e le nevicate abbondanti, si aggira la yukionna, la “donna delle nevi”. Affascinante e letale, questo spirito assume le sembianze di una giovane bellissima che compare durante le bufere, attirando a sé viaggiatori solitari per poi assorbirne la forza vitale. A fare da cornice alla leggenda, le straordinarie formazioni di alberi ghiacciati noti come “snow monsters”, che trasformano i paesaggi di Zao e altre località montane in scenari quasi ultraterreni. Il contrasto tra bellezza e pericolo rende questa figura emblematica dell’ambivalenza degli yōkai, sempre in bilico tra fascino e minaccia.
Monte Takao (Tokyo) e Monte Kurama (Kyoto): i regni dei tengu, spiriti delle montagne
A pochi chilometri dalla capitale, il monte Takao rappresenta una delle mete più accessibili per chi vuole immergersi nel mondo dei tengu, spiriti alati a metà tra uomo e uccello, custodi delle foreste e maestri di arti marziali. Il tempio Yakuo-in, situato lungo uno dei sentieri che portano in vetta, è dedicato proprio a queste entità, spesso raffigurate con lunghi nasi e tratti corvini. Qui, tra funivie panoramiche e fitti boschi, si respira un’atmosfera sospesa che sembra appartenere a un’altra epoca.

Più a sud, nei dintorni di Kyoto, il monte Kurama è associato a Sojobo, re dei tengu e figura venerata nella tradizione esoterica giapponese. Considerato un “power spot”, questo luogo è meta di pellegrinaggio per chi cerca energia spirituale e contatto con le forze invisibili della natura.
Miho no Matsubara (Shizuoka): dove danza lo spirito dell’Hagoromo
Sulle coste della prefettura di Shizuoka, affacciata sul Monte Fuji, la pineta di Miho conserva una delle leggende più poetiche del folklore nipponico. Si racconta che una tennin – essere celestiale dalle sembianze femminili – abbia smarrito qui il proprio mantello di piume, trovandolo poi tra i rami di un pino. Il luogo esatto, oggi segnato da un antico albero e da un piccolo santuario, è diventato Patrimonio UNESCO e ospita ogni anno un’esibizione teatrale nōh che rievoca il mito dell’Hagoromo, simbolo di bellezza, nostalgia e libertà.
Okayama: sulle tracce di Momotarō, l’eroe nato da una pesca

Tra i protagonisti più amati delle fiabe giapponesi, Momotarō è il coraggioso bambino nato da una pesca gigante, deciso a sconfiggere i demoni di un’isola lontana con l’aiuto di tre fedeli compagni: un cane, una scimmia e un fagiano. La leggenda affonda le radici nella prefettura di Okayama, che ne celebra la figura con una statua simbolica e numerose iniziative culturali. Questo racconto, a metà tra favola e parabola morale, continua a influenzare l’immaginario collettivo e offre ai visitatori una chiave per leggere il rapporto profondo tra identità, natura e destino.
Un viaggio nel lato nascosto del Giappone
Lontano dai neon di Shibuya e dai templi affollati di Kyoto, il Giappone svela un volto più intimo e misterioso. Un itinerario tra leggende, paesaggi incontaminati e spiritualità diffusa, dove il viaggio non è solo spostamento fisico, ma esplorazione di un universo culturale stratificato. Per chi cerca esperienze autentiche e rotte alternative, seguire le tracce degli yōkai può diventare il filo rosso di un’avventura unica, alla scoperta di un Giappone che affascina e sorprende proprio perché non si lascia mai del tutto svelare.