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Sono stati presentati la scorsa settimana, in occasione della Convention dei Travel Mobility Manager, i risultati della ricerca “Beyond Travel Manager”. L’indagine è stata promossa da AITMM, Associazione Italiana Travel Mobility Manager in collaborazione con Travel for business – piattaforma multimedia dedicata al business travel e mobility management – e Doxa – società leader nella ricerca e analisi di mercato.
Sono stati oltre 300 i Travel e Mobility Manager, Gestori delle trasferte aziendali e mobilità aziendale che hanno partecipato all’indagine. Si tratta di figure che si posizionano in media nelle grandi aziende con più di 1000 dipendenti (39%), ma non sono mancati i contributi anche delle medie organizzazioni (meno di 200 dipendenti: 29% – da 200 a 1000 dipendenti: 32%). L’obiettivo dell’indagine è stato comprendere quanto questo ruolo si è evoluto e realizzato in Italia, quali sono le sfide importanti che oggi i Travel Manager sono chiamati ad affrontare, quali sono le attività principali che svolge e le aspettative future.
Il 35% dei Travel Manager risponde alla Direzione Generale
A presentare i risultati è stata Rosemarie Caglia, CEO di Travel for business, che ha indicato come il Travel Manager, all’interno della sua organizzazione aziendale, risponda per la maggioranza alla direzione generale (35%). Seguono in importanza Risorse Umane (23%), Servizi Generali (15%) e Acquisti (11%). Nell’83% dei casi il Travel manager è una donna: il 33% degli intervistati è entrato in azienda con l’incarico di Travel Manager. Mentre il 24% lo è diventato (in modo esclusivo) con un cambio di ruolo all’interno dell’organizzazione. Il 43% ha visto aggiunto il ruolo alle sue precedenti mansioni.
Il Travel Manager è principalmente un impiegato, ma gestisce nel 46% dei casi delle risorse aziendali. Il 44% del campione intervistato ha più di 10 anni d’esperienza, sebbene (sul totale dei rispondenti) solo il 52% dedichi più del 70% alle attività di Travel Management.
Travel Manager appassionati del ruolo, ma ancora poco valorizzati
“Il Travel Manager afferma di voler sfruttare un’opportunità professionale che si è creata all’interno della sua organizzazione. In alcuni casi ha fortemente voluto questo ruolo, in altri lo ha assunto in abbinamento ad un’altra mansione, ma cercando di contribuire in maniera determinante agli obiettivi. Lo dimostra anche con la sua attiva partecipazione ad iniziative come eventi, sessioni formative e aggiornamenti professionali offerte dal mercato” ha detto Caglia nella presentazione.
Sebbene la mansione di gestore dei viaggi aziendali esista da circa 10 anni, la maggioranza degli intervistati occupa il ruolo di Travel Manager da meno tempo, e questo a causa della recente costituzione della figura professionale in Italia e della mancanza di standard e processi organizzativi, oltre che di valorizzazione all’interno della propria organizzazione.
Guidati dai trend di mercato, i Travel Manager hanno svolto attività spesso in coerenza con le esigenze della propria organizzazione e secondo proprie tendenze e attitudini. In generale si riscontra un forte attaccamento al ruolo, caratterizzato da elementi di “passione” e soddisfazione personale.
Il Travel Manager è già capace di gestire risorse (nel 46% dei casi), ma dovrebbe crescere nella responsabilità manageriale verso la propria direzione aziendale e i diversi reparti. Motivo che lo porta, oggi, ad avere una posizione preminente impiegatizia (80%) rispetto ad una posizione manageriale (15%).
Travel Manager e Agenzie di viaggio: metà ne farebbe a meno
Nel contesto evolutivo del Travel Manager italiano si nota che il suo rapporto con l’agenzia di viaggio non ha seguito lo stesso trend.
Sebbene il 39% dei rispondenti ha dichiarato che l’agenzia di viaggio sia molto importante per svolgere il proprio lavoro, emerge un 48% (somma di molto e abbastanza) di Travel Manager che afferma che sia meglio svolgere l’attività in autonomia.
I Travel Manager associano, quindi, le attività potenziali di un’agenzia di viaggio alle solite pratiche di gestione (52%) e supporto operativo e di assistenza (68%), non considerando o non valorizzando i nuovi elementi come la consulenza.
Il Travel Manager del futuro
Nel futuro i Travel Manager ritengono che il loro ruolo diventerà più strategico (Molto 15%, Abbastanza 50%).
Si delinea un discreto ottimismo, che tuttavia potrebbe andare in contrasto con l’autonomia che verrà loro data se il ruolo di Travel Manager non verrà definitivamente riconosciuto in Italia.
Gli obiettivi del 2020
In tema di obiettivi che i Travel Manager si sono posti per il prossimo anno, saranno quelli della riduzione della spesa (costi diretti 56%) e dei processi aziendali (costi indiretti 58%) gli elementi trainanti per i prossimi 12 mesi.
“Aspetti che caratterizzano la continuità della loro attività di ricerca di soluzioni di minor costo, ma anche di definitiva attenzione verso la spesa occulta del travel management, caratterizzata, appunto, dall’insieme di costi di processo non ancora governati” ha precisato Caglia.
Emerge una particolare attenzione a nuovi aspetti come la gestione dei dati (30%) e del Travel Risk Management. Rilevante, con un 39%, anche il tema della maggiore assistenza ai viaggiatori e il relativo incremento della loro soddisfazione.
La ricerca verrà riproposta il prossimo anno al fine di monitorare i livelli di sviluppo del ruolo e delle attività del Travel Manager Italiano.