Daniela Ballarini

Nel cuore pulsante del Salento, dove il ritmo della natura incontra l’eredità delle tradizioni contadine, Marinella Coluccia ed il marito Domenico Scordari hanno dato vita a un sogno: Naturalis Bio Resort. Un luogo che non è solo ospitalità, ma esperienza, visione e radici salde alla Terra. Ho incontrato Marinella Coluccia il mese scorso, ed abbiamo chiacchierato come ci conoscessimo da sempre, qui ci racconta il percorso che l’ha portata a trasformare un’idea in un’impresa ispiratrice, sostenibile dove il suo apporto femminile ha fatto la differenza.

Come nasce il progetto Naturalis Bio Resort?
È nato dal desiderio profondo di restituire valore a un pezzo di terra che portava con sé memorie familiari e potenzialità inespresse, in questi terreni, sono racchiude storie di famiglie contadine. Naturalis è il frutto di un’intuizione e della volontà di coniugare la bellezza del territorio con un’accoglienza etica, rigenerativa, rispettosa.

C’è stato un momento in cui hai capito che quel sogno poteva diventare realtà?
Sì, quando ho visto che ogni piccolo passo, dalla ristrutturazione al primo ospite, aveva un senso più grande: stavo dando forma non solo a un’attività ricettiva, ma a un modo di vivere e lavorare in armonia con i miei valori, con i nostri valori.

Quanto c’è della tua storia familiare e personale in questo luogo?
Tutto. Qui è praticamente nata la mia famiglia, i nostri figli, sono cresciuti insieme ai nostri sogni, che sono diventati anche per loro visione di un futuro. Ogni angolo di Naturalis racconta chi sono e da dove vengo. Valori e visione che da sempre condividoncon la mia famiglia.

Che cosa significa per te “vivere e lavorare in modo bio”?
Per me significa coerenza, etica e trasparenza. Significa scegliere con consapevolezza ogni gesto quotidiano, dal tipo di agricoltura che pratichiamo ai rapporti umani che costruiamo. Il “bio” non è una moda, è una filosofia di vita. E rispetto per le persone e il pianeta.

In che modo il legame con la terra salentina ha influenzato la vostra identità?
Profondamente. Il Salento è anima, è radici. La nostra identità si nutre di questa terra: dei suoi colori, dei suoi profumi, della sua resilienza. Ne siamo parte e ne siamo custodi. Lo facciamo rivivere in ogni aspetto dell’ospitalità, nelle esperienze che proponiamo ai nostri clienti, nelle scelte stesse che abbiamo fatto, dal mobilio, ai tessuti, alle proposte culinarie etc-

Qual è stato il momento in cui hai sentito che il resort era diventato “qualcosa di più” di un’impresa?
Quando gli ospiti hanno cominciato a raccontarci di come il soggiorno li avesse trasformati.
Naturalis non è solo una meta, è un’esperienza emotiva, rigenerativa, spesso rivelatrice di aspetti così
intimi e nascosti da portarci a scoprire una nuova vita grazie al feeling Naturalis.

Essere donna, madre e imprenditrice. Quali sono le sfide quotidiane nel coniugare lavoro e famiglia?
Conciliare questi ruoli è una sfida, ogni singolo giorno. Richiede organizzazione, sensibilità, e la capacità di chiedere aiuto quando serve. Ma è anche una fonte straordinaria di energia.

In che modo il tuo essere donna ha influito sullo stile di leadership e sull’impronta del resort?
Tantissimo. Ho sempre voluto che il nostro progetto avesse un’anima. Ho messo al centro l’ascolto, l’empatia, la cura, credo in quella che tu Daniela, chiami leadership gentile, forte ma inclusiva.

Hai mai sentito il peso di dover dimostrare “di più” per essere riconosciuta come leader?
Sì, soprattutto all’inizio. Ma ho imparato che il vero riconoscimento arriva quando resti fedele a te stessa e ai tuoi valori. Nel tempo, tutto questo è ritornato e mi ha ripagato di tanti sforzi e sacrifici,
oggi posso dire che Naturalis è la mia seconda casa.

Accoglienza, persone, impatto cos’è per te la vera ospitalità?
La vera ospitalità, per me, è autenticità. È far sentire ogni persona accolta e ascoltata, non come cliente, ma come ospite nel senso più pieno del termine.

Qual è l’esperienza o la testimonianza di un ospite che ti ha più colpita?
Una coppia ci ha scritto una lettera commovente dopo il soggiorno: ci raccontavano di come, grazie a Naturalis, avessero ritrovato un dialogo che credevano perso. È stato un momento molto forte.

Che relazione costruite con il territorio e le comunità locali?
Collaboriamo con artigiani, aziende agricole, realtà culturali. Vogliamo che la nostra crescita sia anche la loro. Naturalis è parte di una rete viva.

Eredità e futuro. Che futuro immagini per Naturalis Bio Resort?
Immagino un Naturalis sempre più connesso con i temi della rigenerazione, della formazione e dell’empowerment femminile. Un luogo che continua a trasformare, a ispirare, a restituire.

C’è un messaggio che vorresti trasmettere a una giovane donna che sogna di creare qualcosa di autentico e duraturo?
Credici. Non avere paura di essere diversa, di rallentare, di ascoltare il tuo ritmo. L’autenticità richiede coraggio, ma è il vero tesoro da tramandare alle generazioni future.

C’è una nuova generazione di donne che guarda al mondo dell’ospitalità non solo come ad un settore professionale, ma come ad uno spazio di innovazione, cultura e leadership.

Scelte coraggiose e lungimiranti in un comparto in rapida evoluzione, tra sostenibilità, digitalizzazione e nuovi bisogni delle persone.

È un grande piacere per me presentare in questa rubrica Marta Franzoni, giovane studentessa che ha scelto il corso di laurea “Hospitality Innovation and E-Tourism” dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, nato dalla collaborazione con la Scuola Italiana di Ospitalità, Cassa Depositi e Prestiti e TH Resorts.
Il suo è uno sguardo giovane, ma già consapevole. Una tesi che parla al presente per immaginare il domani.

Marta ha scelto di dedicare il suo lavoro di ricerca al tema della leadership femminile nel settore dell’hospitality, esplorando il ruolo delle donne nelle posizioni apicali di un settore strategico e in trasformazione.

Sono felice di vedere che i semi piantati con Tourism Dream Gap continuano a dare frutti.
Una nuova generazione di donne sta scegliendo di esserci, portando nuove idee, nuove competenze e una visione fresca e concreta del turismo.

Un tema che mi sta particolarmente a cuore, e che rappresenta il naturale proseguimento del lavoro iniziato lo scorso anno con il progetto Tourism Dream Gap.

Chi c’era ricorderà quel video con le bambine che iniziava così: “Let’s talk about the dream gap” – un minuto e trenta di brividi e occhi lucidi nella main arena del TTG di Rimini. È stato il modo più potente per aprire un tavolo di lavoro che si è concluso con una tavola rotonda sul palco, dove donne già in ruoli apicali di catene alberghiere e aziende del turismo si sono confrontate su come colmare il divario tra il talento femminile e le reali opportunità di crescita.

Perché la presenza femminile nei ruoli di vertice nell’ospitalità non è solo una questione di equità, è un valore strategico: le donne portano innovazione, visione culturale, attenzione al cliente, sostenibilità e una leadership capace di coniugare cura ed efficienza.

Questa tesi nasce in un contesto formativo d’avanguardia, dove lezioni teoriche, laboratori, esperienze sul campo e stage in azienda preparano le studentesse a entrare subito nel mondo del lavoro, in ruoli operativi e di middle management. Un approccio fortemente professionalizzante, che forma nuove protagoniste per un settore in profonda trasformazione.

Se sei una donna che lavora nel settore dell’hospitality e vuoi contribuire a questa ricerca, ti invito a compilare il questionario che alimenterà i dati della tesi di Marta, collegandoti a questo link DONNE DELL’OSPITALITA’

“Sono già oltre 200 le professioniste dell’ospitalità, che da tutto il mondo, hanno risposto al questionario – ha aggiunto Anthony La Salandra, relatore della tesi – un segnale importante dell’interesse a condividere la propria prospettiva. È fondamentale continuare a diffondere il link per aumentare la rilevanza e la significatività dei risultati che emergeranno dalla ricerca”.

Siamo una community collaborativa. Il tuo contributo è prezioso. Grazie per esserci.

Daniela Ballarini

Essere madre e leader non è mai stato semplice.
Nel turismo, un settore fatto di stagionalità, ritmi imprevedibili, relazioni continue e grandi responsabilità, l’equilibrio tra vita privata e professionale è una sfida quotidiana.

Oggi rendo omaggio a tutte le donne del turismo che, ogni giorno tengono insieme la direzione di un’azienda e la cura di una famiglia, mantenendo l’equilibrio tra un’agenda fitta di impegni ed i bisogni delle persone amate.

Sono Daniela Ballarini: mamma, professionista delle relazioni pubbliche, comunicatrice, imprenditrice e fondatrice di una startup innovativa nel settore turistico. Con il mio progetto affianco gli imprenditori e valorizzo le unicità di ville, palazzi, dimore storiche e casali di campagna, in una visione circolare che unisce turismo, cultura e territorio.

Sulla mia pelle ho imparato quanto conti il coraggio, la visione e quella tenacia gentile con cui si costruisce la leadership femminile. Non sempre è stato facile. Ma è possibile.

Con la rubrica Women Who Won racconto le storie di donne che nel turismo occupano ruoli apicali e che ogni giorno trasformano il settore con competenza, passione e una straordinaria capacità di creare valore.

Molte di loro sono anche madri: nella loro leadership portano un “saper fare” che non separa mai la cura dall’efficienza, l’intuizione dalla strategia.

Oggi, 11 maggio, le celebriamo.
Perché essere madre e leader non è una contraddizione: è un atto di forza quotidiano.
Donne che costruiscono ponti tra culture, territori e persone.
Donne che dirigono enti, fiere, destinazioni, strutture ricettive, agenzie e imprese turistiche.
Donne che, accanto al lavoro, si occupano di figli, famiglie, relazioni. E spesso compiono veri e propri equilibrismi tra carriera e vita privata.

Nel turismo, un settore che vive di empatia e visione strategica, il contributo femminile è cruciale.
Eppure, come in molti ambiti, il cammino verso il vertice è spesso più complesso per le donne. Per questo oggi voglio riconoscere il valore di chi ce l’ha fatta e continua ad aprire la strada ad altre.
Anch’io, da madre e imprenditrice, so cosa significa vivere questo doppio ruolo con passione, ascolto e presenza.

A tutte le donne del turismo che generano opportunità, innovano e trasformano, voglio dire:
“La vostra doppia leadership, in famiglia e nel lavoro, è il motore silenzioso e potente di un cambiamento che merita di essere raccontato e riconosciuto.”

La platea delle donne del turismo si amplia, stiamo lavorando alla seconda edizione del premio “Femminile e Vincente, le donne del turismo si raccontano”, guarda chi sono le nuove leader che entrano a far parte della nostra lista: si riparte!

Daniela Ballarini
Founder @PalazziConnessi
Ideatrice e curatrice della rubrica Women Who Won

Che emozione si ricomincia!
Riprendiamo il nostro viaggio con Women Who Won, la rubrica che celebra le donne protagoniste del turismo. Sarà un autunno ricco di interviste, ma anche di incontri off line!
Oggi ho l’onore di presentare una leader di grande esperienza e visione: Alessandra Albarelli.
Direttrice Generale di Riva del Garda Fierecongressi e figura chiave nel panorama della meeting industry italiana, Alessandra Albarelli ha saputo distinguersi per il suo impegno nel settore fieristico e congressuale sia del Trentino, sia a livello nazionale, gestendo con grinta la presidenza di Federcongressi&eventi durante la pandemia. Con una carriera ricca di successi e un’attenzione costante all’innovazione e alla sostenibilità, Albarelli è un esempio di leadership femminile capace di trasformare ogni sfida in opportunità di crescita. Qualche domanda, non dieci, perché l’inizio è sempre faticoso!

Domanda di riscaldamento: il turismo che vorrei.

Un turismo “pensato” e “gestito”!
L’Italia è una nazione straordinaria dal punto di vista storico, artistico e paesaggistico, ma è “piccola” con carenza di infrastrutture in molte destinazioni. Occorre preservare la qualità e l’autenticità del nostro patrimonio, mantenendo e rispettando le comunità che vi abitano. Vale per le grandi città e le piccole destinazioni, altrimenti rischiamo di avere luoghi-non luoghi oppure città dove non si riesce a trovare personale che lavora negli alberghi e ristoranti perché mancano gli alloggi. E soprattutto vorrei che ci fosse un vero spazio istituzionale dove condividere il “turismo che vorrei”, ma purtroppo non esiste una concreta e professionale cabina di regia.

Quali sfide hai affrontato nel raggiungere una posizione di leadership nel settore turistico e come le hai superate?

Il settore del turismo non è maschilista, anzi! Il settore congressuale ancora di meno, la maggior parte dei professionisti del settore è femmina. Ma quando poi devi raggiungere posizioni di rilievo, soffri sempre di un confronto che privilegia i manager maschi. Nel mio primo ruolo manageriale, come Direttrice del Consorzio di promozione turistica di Verona sono stata tra i fondatori del Consorzio stesso, ho collaborato a condurre lo sviluppo sin dall’inizio ed è quindi arrivata quasi naturale la proposta da parte dei colleghi a dirigerlo. Mentre per la Direzione Generale di Riva del Garda devo dare merito alla lungimiranza e all’apertura mentale del Consiglio di Amministrazione di Riva del Garda Fierecongressi che ha messo al centro competenze e caratteristiche personali, funzionali alla loro idea di sviluppo, senza pregiudizi di genere…seppur qualcuno li avesse sollevati.

Quali tendenze emergenti nel turismo credi saranno cruciali per il futuro dell’industria?

La valorizzazione dell’H-factor! Scegliere, formare, sviluppare persone capaci di realizzarsi nel prestare servizi di ospitalità, sarà la chiave di successo delle imprese e delle destinazioni. Il turismo è l’industria delle persone e ne sono così convinta che il centro della nostra manifestazione Hospitality -Il salone dell’accoglienza che si svolgerà a Riva del Garda dal 5 all’8 febbraio 2025 saranno anche il prossimo anno le risorse umane: le donne e gli uomini che attraverso grande professionalità ed il giusto approccio offrono servizi turistici di qualità. E’ più importante un sorriso che l’arredamento di una stanza o un piatto servito in un ristorante.

Cosa pensi sia necessario cambiare o migliorare nell’industria turistica per favorire una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli apicali?

Da un lato maggiore consapevolezza e coraggio da parte delle donne e dall’altro la forza della collettività di indignarsi quando vengono usati atteggiamenti e vocaboli machisti: ne sentiamo ogni giorno. Purtroppo la cultura del secolo scorso era quella che metteva l’uomo al centro, dobbiamo giorno dopo giorno, con piccole azioni, debellare questo approccio.
Ogni cambiamento parte prima dalla consapevolezza. Dove non c’è, occorre portarla! Ed il lavoro che Quality Travel sta facendo in questo senso è veramente molto importante.

Quali sono le disparità di genere più evidenti che hai osservato nel settore turistico e come pensi che possano essere affrontate?

Le disparità di genere più evidenti sono sempre ai vertici delle organizzazioni, soprattutto quando ci sono grandi società e progetti di investimento che coinvolgono la finanza. Sono ancora poche le donne leader nel settore della finanza e questo ha delle ricadute in tutti i settori produttivi, non solo nel turismo.

A un mese dalla splendida giornata del 22 maggio è giusto aggiornarvi su quello a cui stiamo lavorando: come annunciato a Roma, abbiamo appena partecipato all’I-teg di Lecce, ideato da Paola Puzzovio, per portare la nostra testimonianza nei principali eventi del turismo. Ora vorremmo assicurare presenza e visibilità di questo progetto nei principali eventi di ottobre e novembre, tra cui l’Hospitality Day e il TTG Travel Experience. Inoltre vorremmo ampliare la nostra lista delle 150 donne del turismo a 200. Vi invitiamo a segnalarci entro il 31 luglio chi, secondo voi, merita di essere inclusa nella nuova edizione per presentare una lista aggiornata e ampliata nel numero speciale di Qualitytravel, che verrà distribuito a ottobre.
Vi invito anche a segnalarmi la disponibilità per un’intervista sul blog Women Who Won che continueremo ad aggiornare settimanalmente con nuove storie tutti i venerdì. E proseguiamo dunque anche la serie delle interviste alle donne del turismo con una donna che il 22 maggio abbiamo potuto premiare solo a distanza: Veronica Pamio, Senior Vice President External Relations and Sustainability at Aeroporti di Roma S.p.A. Pronta per le 10 domande 10? Raccontaci la tua esperienza

Con una passione per l’amministrazione pubblica e la rappresentanza di interessi, ricopro il ruolo di Vice President per le Relazioni Esterne e la Sostenibilità di Aeroporti di Roma dal febbraio 2020, quando sono arrivata alla guida del team Relazioni Istituzionali e con il Territorio, Media relations-Press Office, Comunicazione Corporate/Eventi/Brand, Cultura, assieme a un’area materiale che connota sempre più la visione di sviluppo della nostra realtà e che rappresenta per tutti noi un ambito di sfide crescenti, ovvero la Sostenibilità. Sono inoltre Direttore Generale della Fondazione “Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo” che riunisce player industriali, stakeholder istituzionali e associazioni che, guidati da esperti del mondo accademico, intendono proporre una road map science-based, efficiente e sostenibile per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del trasporto aereo.

Qual è stata la tua principale motivazione nell’intraprendere una carriera nel settore turistico?
Dopo esperienze sia nel pubblico sia nel privato, dal Gabinetto del Dipartimento Politiche UE della Presidenza del Consiglio a gruppi multinazionali, ho avuto l’opportunità di proseguire il mio percorso in Aeroporti di Roma e non ho avuto dubbi. Sono sempre stata un’appassionata viaggiatrice, mossa da grande curiosità per altri Paesi e culture e da frequent flyer per lavoro, ho intrapreso senza esitazione questo nuovo viaggio. In Aeroporti di Roma ho trovato competenze straordinarie e una passione ineguagliabile sia nel vertice e tra i membri del Management Team, sia tra gli oltre 4000 dipendenti.
Ogni giorno assicuriamo il nostro contributo per rendere gli scali di Roma Fiumicino e Ciampino la prima porta d’accesso dell’Italia e d’Europa e, per quanto riguarda in particolare l’aeroporto Leonardo Da Vinci, per mantenere il proprio primato di miglior aeroporto d’Europa (ndr ormai da sette anni consecutivi).

Quali sfide hai affrontato e quali difficoltà hai dovuto superare nel corso della tua carriera per raggiungere una posizione di leadership nel settore turistico e come le hai superate?
In un ecosistema articolato come un aeroporto ci sono all’ordine del giorno sfide molto complesse. Se dovessi fare un esempio, il primo pensiero va al periodo della pandemia del Covid-19: ero entrata in ADR solo da tre settimane quando venne decretato il primo lockdown per fronteggiare l’emergenza sanitaria. Vedere i nostri scali pressoché vuoti, con i dipendenti in cassa integrazione, ha rappresentato da un lato un grande shock emotivo, dall’altro una formidabile spinta motivazionale per pensare al futuro e nel frattempo attenuare gli effetti di un periodo storico che tutti speriamo possa essere un lontano ricordo del passato con la sua mole di tragicità e di difficoltà.

Quali tendenze emergenti nel turismo credi saranno cruciali per il futuro dell’industria?
Negli ultimi anni, abbiamo assistito all’ascesa del fenomeno del “revenge travel”, ovvero la tendenza a recuperare le opportunità perdute e a non lasciare nessuna occasione di viaggio. I trend del turismo di oggi indicano anche uno spostamento graduale verso un nuovo approccio al viaggio e alla vacanza, che promuove l’attenzione all’ambiente ma anche la gentilezza tra persone: sta avanzando quello che è stato appunto definito il “kind tourism”. Questa nuova tendenza va oltre il semplice turismo sostenibile, perché si tratta di un approccio che mira a migliorare il mondo attraverso il viaggio, promuovendo l’integrazione anche solo temporanea nelle comunità. Una maggiore consapevolezza dei problemi sociali e ambientali incoraggia i viaggiatori a contribuire in modo responsabile e positivo durante il loro soggiorno.
Sono convinta che, come per altre industries, le sfide cruciali per la grande filiera turismo siano la promozione della sostenibilità e in particolare degli obiettivi di riduzione/azzeramento delle emissioni di gas serra in tempi estremamente rapidi.
Come Aeroporti di Roma ci siamo posti in tal senso l’obiettivo di azzerare le emissioni derivanti dalle operazioni gestite direttamente entro il 2030, con 20 anni di anticipo rispetto alle indicazioni europee nel settore grazie anche all’utilizzo di tecnologie pulite, sfruttando l’innovazione intelligente e “umanocentrica” della tecnologia e del digitale.

Qual è stata la tua esperienza più gratificante o memorabile nel campo del turismo?
Le esperienze gratificanti ottenute in Aeroporti di Roma sono davvero tante, ma se dovessi evidenziarne una su tutte citerei con orgoglio il contributo che stiamo dando al settore del trasporto aereo con il lancio del “Patto per la Decarbonizzazione del Trasporto Aereo”. Questa alleanza, promossa da ADR, con il patrocinio di ENAC, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di quello dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica coinvolge già dal 2021 istituzioni e aziende, tra cui ITA, ENI, Intesa San Paolo, Enel, Ita Airways, Boeing, Airbus, Ferrovie dello Stato e molte altre, ha l’obiettivo di definire un sentiero condiviso per raggiungere i target di decarbonizzazione imposti dalla normativa europea, per assicurare l’impegno per il settore di rispettare il target Net zero al 2050.

Quali consigli daresti alle donne che aspirano a una carriera di successo nel settore turistico?
Alle donne che aspirano a una carriera di successo nel settore turistico darei più o meno gli stessi consigli che darei a un uomo: investire sulla propria formazione e sviluppare competenze verticali, anche ottenendo certificazioni per poter essere competitive; sviluppare e allenare una propria visione internazionale, provando ad anticipare le tendenze che caratterizzano un contesto sempre più globale; compiere esperienze pratiche sul campo e fare networking con gli altri attori del settore; non rinunciare mai alle proprie aspirazioni, personali e professionali.
Sono traiettorie che sarebbero facilmente applicabili anche ad altri comparti: per l’industria del turismo, però, il segreto sta anche nel compiere l’esercizio di mettersi costantemente nei panni del passeggero, del turista e del fruitore di servizi, con l’obiettivo di immaginarne le necessità nelle diverse situazioni.

Quali sono le principali sfide che le donne affrontano nel progredire verso ruoli di leadership nel settore turistico?
Nel turismo, come in molti settori, le donne devono affrontare una serie di dinamiche legate, in molti casi, ad una mancanza di riconoscimento delle competenze (e quindi di accesso a incarichi di crescente responsabilità) e alla presenza di stereotipi di genere che portano a considerarle attraverso una lente distorta che influisce sulle percezioni delle loro capacità, portando a pregiudizi o discriminazioni che, di rimando, ostacolano la progressione professionale. Questa situazione porta in primo luogo ad una disparità retributiva: spesso le donne ricevono compensi inferiori, a volte anche molto, rispetto ai loro colleghi di sesso maschile anche per ruoli di pari livello, tenendole sempre un passo indietro nella progressione verso posizioni di leadership. A questo è legata una sottorappresentanza delle donne nei livelli decisionali più alti delle aziende, anche perché la mancanza di modelli di leadership femminili può rendere difficile per le donne visualizzare e perseguire opportunità di avanzamento, così come può non contribuire alla creazione di una profonda coscienza sociale per l’eliminazione delle disparità.
Inoltre, l’accesso limitato alle reti professionali può essere un altro fattore: le donne possono avere meno opportunità nel crearsi reti di contatti collegabili alle opportunità di sviluppo professionale che, invece, sono fondamentali per il successo nel settore turistico.

Cosa pensi sia necessario cambiare o migliorare nell’industria turistica per favorire una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli apicali?
Coinvolgere attivamente le donne nelle decisioni strategiche e nel processo decisionale garantisce che le loro voci siano valorizzate e che si crei un’abitudine all’ascolto e all’accoglienza che spesso in passato è mancata. È necessario adottare misure concrete per combattere gli stereotipi di genere all’interno delle aziende, tra uomini e donne, promuovendo una cultura aziendale inclusiva che supporti il progresso delle donne verso ruoli di leadership.
È uno dei capisaldi della sostenibilità sociale e dovrebbe essere tra i primi obiettivi di tutte le aziende, seppure in alcuni casi siano necessarie una serie di profonde trasformazioni. È fondamentale – e Aeroporti di Roma lavora da anni con programmi di welfare all’avanguardia e KPIs specifici – assicurare politiche aziendali che favoriscano la gender equality in termini di retribuzione, avanzamento professionale e bilanciamento tra lavoro e vita personale. Tra le leve rientra la creazione di programmi di sviluppo professionale specifici per le donne, con programmi di mentoring e di networking mirati.
Serve poi un giusto supporto che aiuti le donne a superare i limiti che si pongono autonomamente, incastrate nei tanti pregiudizi più diffusi.

Quali sono le disparità di genere più evidenti che hai osservato nel settore turistico e come pensi che possano essere affrontate?
Come accennato in precedenza, le disparità possono manifestarsi in diverse forme. Una di queste può riguardare la partecipazione ai tavoli decisionali e alle posizioni di vertice delle aziende: la rappresentanza delle donne nei ruoli di leadership e nei livelli decisionali è cresciuta nel tempo, ma sembra ancora debole. Questa situazione deriva anche dalla mancata possibilità e dalla difficoltà di accesso delle donne a opportunità di formazione e sviluppo professionale. È quindi necessario e urgente garantire l’accesso equo alle risorse e alle opportunità di crescita professionale per entrambi i sessi, attraverso programmi di formazione, ma soprattutto sviluppo, inclusivi e accessibili.

Qual è la tua visione per il turismo del futuro?
Viaggiare rappresenta un’esperienza di arricchimento e contaminazione culturale che ci stimola a riflettere, ampliare i nostri orizzonti e in definitiva imparare a vivere in modo migliore.
In questo crediamo profondamente: lavoriamo affinché lo scalo di Fiumicino possa diventare anche destinazione e non solo luogo di passaggio, offrendo un ventaglio di esperienze che diano alle persone la consapevolezza di vivere un’esperienza nuova nel visitare un luogo dell’eccellenza sorprendente e innovativo, con tanti servizi di qualità e con contenuti culturali e artistici di grande valore.
Quello che auspico è che il turista cerchi in misura crescente soluzioni di viaggio che rispettino l’ambiente attraverso pratiche sostenibili, non “hit-and-run”, ma che sappiano offrire un’immersione autentica nel territorio, dove l’autenticità diventa un valore aggiunto, capace di distinguere l’offerta in un mercato sempre più affollato.

Benvenuta a Carmen Bizzarri, anche a te chiederò se sei pronta per le 10 domande 10, perché oltre ad essere una delle donne che stanno lasciando un’impronta nel mondo del turismo, hai collaborato al nostro primo evento portando le conclusioni finali al panel di “Femminili e Vincenti: le donne del turismo si raccontano”. Un mio grazie particolare per il supporto, Carmen.

Chi è Carmen Bizzarri?
Carmen Bizzarri è una professoressa di geografia alla quale è sempre piaciuto viaggiare e scoprire il mondo, la mia caratteristica principale è la curiosità che mi aiuta a ricercare continuamente innovazioni e realtà diversificate

Raccontaci il tuo background professionale: la tua formazione, il contesto in cui sei cresciuta e le prime opportunità che hai avuto per dimostrare il tuo valore.
Vengo da Teramo, in Abruzzo dove mi sono laureata in Scienze politiche presso la Università G. D’Annunzio, poi ho conseguito il dottorato in geografia ambientale presso l’università di Sassari. La tesi di dottorato riguardava gli indicatori ambientali per la sostenibilità e in particolare il mio indicatore è stato scelto in un report internazionale del WWF per una pubblicazione. Poi ho avuto diverse borse di studio e quindi ho svolto varie ricerche addentrandomi sempre più nel mondo del turismo . Turismo e ambiente sono stati un connubio che sin dal 2000 ho iniziato a relazionare anche in virtù della mia borsa di post dottorato presso la cattedra di Economia dell’ambiente della facoltà di Economia della Sapienza. Ho poi avuto avari incarichi di docenze, anche presso la Sapienza, di economia del turismo e ho iniziato anche durante tali lezioni a portare operatori del turismo per un confronto con gli studenti.
Nel 2014 sono stata abilitata a professore associato e da qui è arrivato un periodo buio, nel senso che ho avuto molta difficoltà nel farmi chiamare da una università in questo ruolo, tanto che la nomina è arrivata solo il 12 maggio di quest’anno. Sono stati dieci anni difficili sotto tutti i punti di vista sia in quanto donna e sia in quanto studiosa, ma posso dire che la mia resilienza e soprattutto la mia continua voglia di conoscenza e di attività mi hanno poi fatto giustizia. Vi confesso che in mezzo ad un mare di lupi due persone e due uomini sono stati molto importanti e mi hanno aiutato a superare un momento di grande sconforto. Però poi una mia collega si è battuta per me e come sempre l’alleanza tra donne certe volte fa la differenza.

Quali tendenze emergenti nel turismo credi saranno cruciali per il futuro dell’industria?
Le tendenze del turismo emergenti si dividono in due grandi blocchi: il fenomeno dell’overtourism in alcune località sempre più crescente e con notevoli impatti e poi all’opposto la ricerca di luoghi speciali e peculiari dove si possono con tranquillità svolgere le proprie passioni e i propri sport anche in compagnia

Come credi che l’industria turistica possa contribuire in modo più significativo alla sostenibilità ambientale e sociale?
Moltissimo perché proprio dal confronto con gli altri e lo sguardo attraverso i diversi territori si possono ancora di più capire le necessità del pianeta e delle persone. L’inclusione è uno degli elementi più importanti del turismo perché se ci si sente accolti, inclusi in una comunità, significa che si sta bene e l’esperienza positiva si trasmette agli altri anche con il passaparola e con i social

Qual è stata la tua esperienza più gratificante o memorabile nel campo del turismo?
Forse tra tante esperienze quella del Master in Management delle Organizzazioni turistiche grazie al quale ho dato lavoro a tante studentesse e studenti nei vari settori del turismo. Grazie al Master, infatti, ho conosciuto molti professionisti del turismo e ho interpretato sempre più i fabbisogni formativi che il turismo aveva.

Quali sono le principali sfide che le donne affrontano nel progredire verso ruoli di leadership nel settore turistico?
La donna nel turismo vista come la persona che accoglie e amministra la “risorse” ecco sempre più non solo la donna deve essere vista in senso ancillare, ma avere ruoli al contrario manageriali in quanto proprio dalla conoscenza dell’uso delle risorse che ad esempio si possono eliminare tanti sprechi. La donna nel turismo quindi avrebbe sempre più un ruolo dominante e lo vediamo dal Ministro del turismo italiano che ha un team di donne di grande spessore al suo fianco.

Cosa pensi sia necessario cambiare o migliorare nell’industria turistica per favorire una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli apicali?
Cambiare i propri comportamenti è la cosa più complessa, ma ecco, molte organizzazioni stanno già procedendo in tal senso, mentre altre rimangono ancora chiuse. Il compito delle donne è sempre evidenziare i gap e porre in essere nuove idee e comunicarle in modo da fare la differenza.

Cosa suggeriresti alle organizzazioni nel settore turistico per promuovere una cultura aziendale più inclusiva e favorire la crescita delle donne?
Essere vicino alle madri con benefit di ogni tipo perché i bambini crescono e il lavoro deve rimanere e anzi. passati gli anni più complessi, le donne diventano ancora più attente nel lavoro e tengono particolarmente alle innovazioni. Trovo che le donne hanno proprio questo ruolo di portare innovazioni sociali, culturali e tecnologiche perché riescono a modellare le proprie azioni senza alcun problema. Hanno una forte capacità di cambiamento e elasticità che produce entusiasmo nelle organizzazioni

Quali sono le caratteristiche personali e professionali che ritieni siano cruciali per i ruoli apicali nel turismo?
Avere delle soft skill quali quelle della mediazione, del saper relazionarsi con gli altri e capirne la cultura, saper viaggiare, conoscere le lingue straniere

Qual è la tua visione del turismo del futuro?
Il turismo si trova da un lato a gestire i grandi flussi turistici e dall’altra a valorizzare alcune aree sperdute. Ma un grande driver sarà il cambiamento climatico che necessariamente modificherà le stagioni e dunque i flussi turistici. Alcuni cluster di turismo come quello della neve saranno sempre più ristretti nei tempi e vedranno sempre più località diverse da quelle odierne. Il punto sarà anche sulle comunità locali e come la globalizzazione eserciterà una omologazione dei comportamenti e delle tradizioni.

Penso sia quasi superfluo dire quanto io sia grata ad Alessandra Priante, presidente di ENIT SpA, per essersi resa disponibile a questa intervista e ad essere con noi per la presentazione di questo progetto che mette al centro le donne del mondo del turismo che rivestono ruoli determinanti: Femminile e Vincente le donne del turismo si raccontano. Questi racconti mi stanno entusiasmando! Pronta Alessandra per le 10 domande 10?

Chi è Alessandra Priante? Raccontaci il tuo background professionale, la tua formazione, il contesto in cui sei cresciuta e le prime opportunità che hai avuto per dimostrare il tuo valore.

Nasco a l’Aquila, Abruzzo 52 anni fa. Curiosa della vita e del mondo, imparo a leggere a 3 anni e a 8 anni salgo per la prima volta da sola su un aereo per gli Stati Uniti. 

Faccio seguire al diploma classico e agli studi in pianoforte una laurea Bocconi in economia aziendale e poi vari master tra cui un Executive MBA in Luiss, dove divento anche professore associato (e ora anche Research Fellow al Centro Studi Franco Fontana). Economista con la passione per la musica, il cinema, la cultura e il mondo, mi ritrovo a curare molto le relazioni internazionali in qualsiasi ruolo io abbia ricoperto (specie nel pubblico) in virtù delle mie capacità diplomatiche e conoscenze linguistiche (ora ne “maneggio” 7!). Apice di questo, qualche anno fa, un bellissimo incarico governativo dato dal compianto Franco Frattini (allora Ministro degli Esteri) che premiò la mia iniziativa di voler andare a promuovere (nel 2010) la cultura italiana nel Golfo.

Come ho detto recentemente in una bellissima pubblicazione Bocconi Changed by women, il mio curriculum è vero “caos organizzato”, ma questo alla fine è diventato la mia forza. Le opportunità di dimostrare chi sono me le sono guadagnate sempre da sola. Il mio credo è osare, chiedere, senza paura delle risposte negative. E andare avanti. Sempre. Contando solo sulle proprie forze.

Sono versatile e adattabile. Sufficientemente umile e positiva per poter lavorare in qualsiasi contesto. Amo divertirmi al lavoro e credo nelle persone, specie giovani. Ho sempre cercato di dare loro lo spazio, la gratificazione e attenzione che io ai miei tempi non ho avuto. E alla fine tutti i miei team, dagli stagisti ai collaboratori, mi ricordano sempre con grande affetto e gratitudine.

Qual è stata la tua principale motivazione nell’intraprendere una carriera nel settore turistico?

Tornata nel 2015 dalla mia esperienza diplomatica come inviata del Governo italiano nei Paesi del Golfo (UAE, OMAN, Qatar, Kuwait, Bahrain), mi ritrovo nel Ministero di provenienza (i beni culturali) con anche il turismo (delega arrivata dalla PdC) e l’allora Ministro Franceschini mi chiese una mano per corroborare la parte internazionale del portafoglio appena “ricevuto”. Il turismo dal lato “pubblico” è stato una grandissima scoperta. Nonostante, infatti, per l’Italia sia una materia concorrente (con le Regioni, sic!), la capacità di coordinamento, aggregazione e impatto positivo che ha il governo è immensa. A maggior ragione ora che è diventato un Ministero vero e proprio. La trasversalità, la capacità di generare reddito e occupazione, di influire positivamente sulla vita e il benessere delle persone, anche in maniera prospettica, lo rendono il settore economico più affascinante, entusiasmante e umano che ci sia.

Quali sfide hai affrontato e quali difficoltà hai dovuto superare nel corso della tua carriera per raggiungere una posizione di leadership nel settore turistico e come le hai superate?

Le sfide che ho affrontato sono state quasi mai nel campo della competenza professionale, piuttosto sono sempre state generate da problematiche relazionali e umane. Naturalmente sensibile, ho messo del tempo per accettare la mia vulnerabilità come punto di forza e ho sofferto spesso per le piccole/grandi cattiverie che si subiscono nel mondo del lavoro – specie in Italia e specie da parte di altre donne. 

Ora sono diversa anche se rimango umanamente molto aperta perché – ripeto – essere sensibili non è un difetto ma una forza. Vedi meglio, più in profondità, riesci ad essere empatica e a comprendere meglio gli altri, persino quelli che ti aggrediscono. Le persone intelligenti e sensibili si riconoscono comunque tra loro in maniera naturale e si connettono, creando legami duraturi nel tempo che è molto difficile spezzare. 

La mia forza sono le relazioni umane e professionali che sono stata capace di generare attorno a me, la rete di stima spontanea e veritiera che ha accompagnato la mia carriera sino ad ora. Nell’ambito turistico poi, posso solo raccontare cose belle, dai miei primi passaggi ministeriali, alle difficili transizioni amministrative dettate dalla politica, all’ultimo vero e sentito traguardo delle Nazioni Unite come Direttore Europa, prima donna italiana ad occupare un posto apicale in questa bellissima Agenzia ONU per il turismo sostenibile, responsabile e universalmente accessibile. Un lavoro che ho voluto fortemente e che ho ottenuto superando la concorrenza di altri 200 super esperti mondiali di turismo. Un’esperienza di cui sarò sempre grata perché mi ha permesso di capire che il multilaterale è proprio la mia sfera, il mio karma. E chissà che un giorno non ci possa ritornare… magari in ruoli diversi.

Quali consigli daresti alle donne che aspirano a una carriera di successo nel settore turistico?

Il Turismo è donna. Il 54% della forza lavoro nel turismo mondiale è donna, ma spesso non ai più alti livelli della carriera. Il consiglio è di essere consapevoli e farsi sempre le domande giuste. In Italia bisogna essere un pochino più coraggiose del solito e non farsi mettere i piedi in testa. Non ascoltare troppo chi critica o cerca di sminuire ma andare dritte verso la meta. E poi, formarsi, riformarsi, strutturarsi, essere ambiziose e dignitose.

Quali sono le principali sfide che le donne affrontano nel progredire verso ruoli di leadership nel settore turistico?

Come dicevo poc’anzi, la sfida principale è formarsi e non aver paura di crescere. Il turismo è una grandissima opportunità perché consente anche di avere un profilo internazionale, di “contaminarci” e arricchirci con esperienze diverse e ci permette di esercitare una delle nostre tradizionali qualità femminili: l’ospitalità e la capacità di organizzare, l’accoglienza, il sorriso, l’inclusione. Non facciamoci demoralizzare dalla struttura molto “maschile” di tante aziende, associazioni.. con determinazione e concentrazione, con impegno e un bel po’ di resilienza si raggiungono sempre gli obiettivi.

Gli ostacoli che si incontrano, spesso sono più piccoli di come sembrano, perché – come dicevo poc’anzi – sono quasi sempre di tipo “umano”. Quindi, superabilissimi, con il sorriso, la collaborazione, forti della propria professionalità, solida reputazione personale e competenza, ferme nella certezza del nostro valore, che nessuno ci potrà togliere.

Cosa pensi sia necessario cambiare o migliorare nell’industria turistica per favorire una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli apicali?

Io non ho mai creduto nelle “quote rosa”. Le donne non devono esserci in quanto tali, ma in quanto brave! E capaci di portare bei risultati.

Chiaramente bisogna fare in modo che i criteri di selezione siano esclusivamente basati su oggettive qualità professionali, curriculum ed esperienza solida e provata. Bisognerebbe provare a ridurre il più possibile il fattore “esogeno” che spesso si applica nelle scelte apicali e dirigenziali. Le aziende devono essere gestite da chi lo sa fare e sa portare risultati. 

In sostanza, bisogna sempre di più garantire percorsi di carriera meritocratici e trasparenti.

Quali sono le caratteristiche personali e professionali che ritieni siano cruciali per le donne che aspirano a ruoli apicali nel turismo?

Professionalità, voglia di imparare, drive e focus, flessibilità, asset valoriale, amore per la vita, capacità di lavorare in team, inclusività, resilienza e coscienza di sè. Il tutto condito con un pizzico di mindfulness che aiuta sempre… per poter far fronte a tutte le complessità della vita in genere.

Qual è la tua visione del turismo del futuro?

Un turismo veramente digitale ed innovativo, focalizzato sulla formazione continua a tutti i livelli, con una capacità generativa forte di prodotti sempre aggiornati, al punto di rendere lo sforzo di promozione all’estero sempre più facile.

Un turismo che diviene settore di punta di tutte le economie mondiali, come strumento di riequilibrio e empowerment delle comunità del mondo, per ridurre le disuguaglianze, generare opportunità di sviluppo realmente sostenibile e sostenere un rapporto virtuoso con l’ambiente. Non per noi, ma per i nostri figli, cui dobbiamo consegnare un pianeta equo, equilibrato, inclusivo e positivo. 

Anche Alessandra Priante sarà premiata in occasione dell’evento del 22 maggio a Roma, Femminile e vincente le donne del turismo si raccontano, evento organizzato in collaborazione con Qualitytravel e con il patrocinio del Senato della Repubblica. I posti in sala sono terminati, ma potete iscrivervi in lista d’attesa scrivendo a marketing@qualitytravel.it fornendo nome, cognome e numero di telefono: in caso di rinunce vi contatteremo il giorno prima dell’evento.

Un caloroso benvenuto nel nostro spazio dedicato alle donne leader nel turismo a Samanta Tata, Vatican & Rome General Manager in Opera Romana Pellegrinaggi! È un onore averti qui Samanta, per condividere la tua storia e la tua prospettiva unica. Sono rimasta affascinata non solo dalla tua forza e determinazione, ma anche dal contesto in cui tu sei riuscita ad emergere, l’Ente del Vicariato di Roma. E’ importante portare la tua voce in questo nostro spazio per ispirare altre donne nel settore turistico.

Pronta per le 10 domande 10? Chi è Samanta Tata?
Una donna nata nel 1977, lavoratrice instancabile e appassionata, mamma di due bambini di 5 e 4 anni, Mattia e Sveva, di cui vado infinitamente fiera.
Fin da piccola ho sempre cercato autonomia e indipendenza, due aspetti fondamentali per sentirmi libera. Schietta e diretta (qualcuno dice troppo), queste caratteristiche non mi hanno mai abbandonato, sebbene a volte non mi abbiano aiutato.
Da sempre mi occupo di turismo e negli ultimi anni ho dedicato molte energie a progetti diversificati, dal turismo lento alla valorizzazione del Patrimonio culturale lavorando in Opera Romana Pellegrinaggi – Ente del Vicariato di Roma dove ricopro il ruolo di Vatican&Rome General Manager.
Ho aperto al pubblico, con il mio team, luoghi di Roma meno conosciuti, ma altrettanto preziosi, seguendo progetti di valore che combinano interessi pubblici e privati.
La gestione del Palazzo Lateranense, affidato da Papa Francesco alla Diocesi di Roma per la sua rivitalizzazione, è stato uno dei miei ultimi incarichi e tra i più significativi, che mi ha permesso di entrare il grande mondo del Mice. Passione, ottimismo e perseveranza sono gli ingredienti indispensabili per affrontare qualsiasi sfida.

Quali sfide hai affrontato e quali difficoltà hai dovuto superare nel corso della tua carriera per raggiungere una posizione di leadership nel settore turistico e come le hai superate?
Gli ostacoli più grandi che ho incontrato lungo il mio percorso sono sempre stati legati alla mancanza di meritocrazia, un problema che mi ha spinto a cambiare lavoro più volte. Trovarmi di fronte a situazioni in cui le decisioni non si basavano sul merito, ma su altre considerazioni, è stato fonte di grande frustrazione. Le difficoltà, però, mi piacciono: le sfide mi stimolano a dare il meglio di me stessa. Tuttavia, lavorare in un contesto in cui posso fare poco perché è già deciso chi debba andare avanti mi crea rabbia e frustrazione. Questi sentimenti, sebbene poco costruttivi, mi hanno sempre spinto a cercare altrove ciò che non riuscivo a trovare nel contesto in cui lavoravo.
La mancanza di meritocrazia non solo è ingiusta, ma anche dannosa per l’efficienza e la produttività dell’ambiente lavorativo. Quando le decisioni non vengono prese in base alle capacità e al merito, si rischia di vanificare il talento e di compromettere i risultati.
La mia professionalità, il mio ottimismo e la mia passione sono stati fondamentali per affrontare i pregiudizi e i preconcetti che ho incontrato lungo il mio percorso. A volte, sono riuscita a farmi ascoltare, a dimostrare il mio valore e a ottenere riconoscimenti, ma non sempre è stato così semplice. La lotta contro i pregiudizi è un impegno costante, ma è necessario per aprire la strada a un ambiente lavorativo più equo e meritocratico.
Inoltre, il desiderio di crescita professionale e personale mi ha spinto a cercare contesti in cui le mie competenze fossero riconosciute e valorizzate. La capacità di adattamento e la ricerca di opportunità in contesti diversi è diventata una mia caratteristica distintiva.

Qual è stata la tua esperienza più gratificante o memorabile nel campo del turismo?
L’idea che la risposta banale sia quella che verrà è comune, ma per me, quello che conta davvero è la soddisfazione che traggo dalle mie azioni. Non ho fatto nulla di straordinario nel senso tradizionale del termine, ma tutto ciò che ho fatto è stato gratificante. Non potrei immaginare di lavorare diversamente. Ho bisogno di essere coinvolta e stimolata da un progetto, altrimenti non riesco a trovare soddisfazione nel mio lavoro.

Quali consigli daresti alle donne che aspirano a una carriera di successo nel settore turistico?
Mantenere la coerenza è un consiglio prezioso perché definisce la nostra identità, rendendoci riconoscibili ovunque e in qualsiasi momento e trovare una fonte di ispirazione, un mentore che ci guidi sia nel nostro sviluppo professionale che personale è fondamentale lungo questo percorso.
Specializzarsi, ancora, è fondamentale nel mondo del turismo, che offre una vasta gamma di opportunità lavorative. Che tu sia un esperto di marketing, un fotografo, un comunicatore, un tecnico del turismo, uno specialista in sviluppo sostenibile, un cuoco o un designer, c’è spazio per tutto con la giusta declinazione. La chiave è diventare bravi e appassionati in qualcosa che ci differenzia dagli altri. Essere esperti in un settore specifico ci rende competitivi sul mercato, ci permette di lavorare su progetti che ci appassionano e di costruire una rete di contatti nel nostro settore.
Rimanere al passo con i tempi e portare avanti un aggiornamento costante ci consente di partecipare alle conversazioni senza sentirsi fuori luogo. Non dobbiamo avere paura di esprimere le nostre opinioni e difendere le nostre idee: è essenziale per evitare rimpianti. Inoltre, è fondamentale trovare un equilibrio tra lavoro e vita personale per mantenere il nostro benessere e liberarci dal senso di colpa, un’emozione che spesso, troppo spesso, condiziona le scelte delle donne.

Quali sono le principali sfide che le donne affrontano nel progredire verso ruoli di leadership nel settore turistico?
Nel settore turistico, le donne affrontano numerose sfide nel progredire verso ruoli di leadership, tanto è vero che ancora oggi una donna che ricopre un ruolo apicale fa notizia.
Le sfide sono quelle note di cui tanto si parla che per le quali ancora poco si fa ed includono la disuguaglianza di genere, dove le donne sono spesso discriminate e trattate in modo iniquo rispetto agli uomini. La mancanza di rappresentanza è un altro problema, poiché le donne sono sottorappresentate nei ruoli di leadership, limitando le opportunità di avanzamento di carriera. Anche gli stereotipi di genere giocano un ruolo significativo, impedendo alle donne di ottenere riconoscimento e progresso professionale. Equilibrare lavoro e vita privata è difficile, in quanto le responsabilità familiari possono ostacolare il raggiungimento di ruoli di leadership. Inoltre, l’accesso limitato alle reti professionali e le differenze retributive contribuiscono a creare disuguaglianze di genere nel settore.
Affrontare queste sfide richiede politiche e iniziative volte a promuovere l’uguaglianza di genere e a favorire l’inclusione delle donne nei ruoli di leadership nel turismo.

Cosa pensi sia necessario cambiare o migliorare nell’industria turistica per favorire una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli apicali?
Prima di tutto, è fondamentale un cambiamento culturale. Implementare leggi che stabiliscano un numero minimo di donne nei consigli di amministrazione o in posizioni specifiche continuerà ad essere inefficace fino a quando non avverrà un passaggio verso una società più progressista. Finché si continueranno a dare notizie come l’assunzione a tempo indeterminato di una donna incinta da parte di un’azienda riportata su un telegiornale nazionale, o ancora che la direzione di una partita di Serie A viene affidata ad un trio arbitrale interamente femminile, o che viene introdotto in un Ateneo l’adozione del “femminile sovraesteso” per ribadire l’importanza del linguaggio inclusivo in un ateneo, non si potrà fare molto per promuovere una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli di vertice, non solo nel settore turistico, ma in ogni ambito lavorativo. E poi c’è il grande tema della meritocrazia con l’Italia nell’ultima posizione nel ranking europeo del Meritometro 2023.

Quali sono le strategie che hai adottato personalmente per superare gli ostacoli e progredire verso una posizione di leadership nel turismo?
Nel corso della mia carriera non ho adottato strategie particolari. L’unica cosa che ho sempre fatto è stata lavorare intensamente, portando avanti idee innovative e progetti da sviluppare. Ho sempre amato creare sinergie, sia tra pubblico e privato che in altri contesti.
Lavorare in un ambiente come quello Vaticano mi ha permesso di fare molte esperienze di grande valore. Tutto il mio impegno non avrebbe avuto senso se non avessi unito a esso una innata positività e un atteggiamento retto e irreprensibile, anche quando mi sono trovata di fronte a situazioni complicate.
A volte mi sono sentita come il salmone che, nonostante le difficoltà, intraprende un viaggio controcorrente, consapevole della necessità di una metamorfosi per diventare più forte e affrontare il futuro, indipendentemente dallo scenario che si presenterà.

Cosa suggeriresti alle organizzazioni nel settore turistico per promuovere una cultura aziendale più inclusiva e favorire la crescita delle donne verso ruoli apicali?
Le donne possiedono una vasta gamma di competenze e qualità che le rendono altamente adatte al successo nel mondo aziendale. Studi dimostrano che le donne sono pragmatiche, previdenti ed hanno spiccate capacità multitasking. Mettono la visione strategica al primo posto e si concentrano direttamente sui risultati, dimostrando tenacia, intuito e un buon gusto estetico. Questa combinazione di abilità le rende delle risorse preziose per qualsiasi organizzazione. Investire tempo e risorse nella valorizzazione delle donne è quindi un investimento intelligente per qualsiasi azienda. Riconoscere e premiare le donne per le loro competenze e il loro impegno non solo migliora la diversità e l’inclusione all’interno dell’organizzazione, ma crea anche un ambiente più stimolante e produttivo per tutti i dipendenti.
Le donne possono diventare esempi e fonti di ispirazione per gli altri membri dell’organizzazione, incoraggiando una cultura aziendale che valorizza la diversità di prospettive e approcci. Promuovere la leadership femminile non solo contribuisce a ridurre le disuguaglianze di genere, ma può anche portare a migliori risultati aziendali e a una maggiore innovazione.
Investire nelle donne e riconoscerne il valore è fondamentale per la crescita e il successo di qualsiasi organizzazione. Le donne portano competenze uniche e un punto di vista prezioso che arricchisce l’intera azienda. Promuovere la valorizzazione delle donne crea un ambiente lavorativo più equo, inclusivo e prospero per tutti.

Quali sono le caratteristiche personali e professionali che ritieni siano cruciali per le donne che aspirano a ruoli apicali nel turismo?
Le caratteristiche a cui penso sono diverse, ma alcune le ritengo imprescindibili per affrontare il mondo professionale e queste sono essere multitasking, avere visione strategica, essere determinate e in continuo e costante aggiornamento.
Innanzitutto, parlando del multitasking, non possiamo negare il fatto che noi donne siamo abituate a gestire più compiti contemporaneamente, sia sul fronte professionale che personale. Questa capacità ci rende in grado di affrontare le sfide con flessibilità e di mantenere il controllo anche nelle situazioni più caotiche.
Parlando invece della visione strategica, le donne, in particolare, tendono a concentrarsi sulla visione a lungo termine, piuttosto che sulle soluzioni a breve termine. Questa prospettiva ci aiuta a mantenere il focus sulle priorità e a prendere decisioni che portano a risultati significativi nel lungo periodo.
La tenacia e la determinazione. Le donne sono spesso molto determinate nel raggiungere i propri obiettivi. Questa caratteristica ci consente di affrontare le sfide con perseveranza e resilienza. Non ci scoraggiamo facilmente e siamo disposte a lottare per ciò in cui crediamo. Questa tenacia ci aiuta a superare gli ostacoli lungo il cammino e a raggiungere i nostri traguardi, anche quando le cose si fanno difficili.
Ultimo ma non ultimo, l’aggiornamento costante. Viviamo in un’epoca in cui il mondo si evolve rapidamente e le tecnologie cambiano ad un ritmo sempre più veloce. Noi donne, proprio per la nostra capacità di adattamento e di apprendimento, dobbiamo essere in grado di tenere il passo con queste trasformazioni.
In altre parole dobbiamo sfruttare appieno le qualità che ci caratterizzano e come già detto, a prender la parola anche quando nessuno ce la dà, perché il mondo ha bisogno delle nostre capacità e della nostra voce.

Qual è la tua visione del turismo del futuro?
Un turismo senza barriere: è cruciale per garantire che tutti possano accedere e godere delle opportunità offerte dal settore turistico. Pensando alle barriere facciamo riferimento a tutti gli impedimenti, le preclusioni, i pregiudizi e i preconcetti che si incontrano nel mondo del turismo. Innanzitutto, significa rompere le barriere culturali, che possono includere differenze linguistiche, tradizioni locali o pratiche sociali. Questo richiede un approccio inclusivo che valorizzi e rispetti le diverse culture presenti nelle destinazioni turistiche. Poi vanno abbattute le barriere sociali, che riguardano le discriminazioni legate a classi sociali, status economico o disuguaglianze di genere. Un turismo senza barriere sociali dovrebbe promuovere l’uguaglianza di accesso alle risorse e alle opportunità turistiche, garantendo che tutti possano partecipare e beneficiare dal turismo, indipendentemente dal loro background personale.
Poi ci sono le barriere etniche e religiose che creano divisioni e tensioni nelle destinazioni turistiche. Un turismo senza barriere etniche e religiose incoraggerebbe la comprensione e il rispetto reciproco tra gruppi etnici e religiosi, promuovendo esperienze turistiche che favoriscano il dialogo interculturale e interreligioso.
Vanno demolite le barriere psicologiche che includono paure o limitazioni legate a disabilità, ansie o preoccupazioni sulla sicurezza. Un turismo senza barriere psicologiche consentirebbe di vivere esperienze rassicuranti e inclusive, fornendo supporto e risorse per superare le paure e le limitazioni individuali.
Per essere davvero accessibile, il turismo deve anche essere sostenibile e responsabile. Ciò implica la tutela delle risorse naturali e culturali delle destinazioni turistiche, il rispetto delle comunità locali e la promozione di pratiche turistiche che minimizzino l’impatto ambientale e sociale.
Tutto questo deve passare da un approccio tecnologico e digitale per rimanere al passo con le esigenze e le aspettative dei turisti moderni. Ciò include l’utilizzo di tecnologie digitali per migliorare l’accessibilità, fornire informazioni utili e facilitare le prenotazioni e le esperienze turistiche.

Samana Tata sarà protagonista il 22 maggio a Roma della tavola rotonda “Femminile e vincente: le donne del turismo si raccontano”, in programma alle 15.30 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. Scrivi a marketing@qualitytravel.it per riservare un posto in sala

Benvenuta Annamaria, nel nostro spazio dedicato alle donne che stanno lasciando un’impronta nel mondo del turismo! Sono entusiasta di accoglierti e di condividere con il nostro pubblico la tua esperienza, la tua visione e la tua storia. 10 domande 10, pronta per cominciare?

Chi è Annamaria Ruffini? Raccontaci il tuo background professionale: la tua formazione, il contesto in cui sei cresciuta e le prime opportunità che hai avuto per dimostrare il tuo valore.
Sono la fondatrice, Presidente e CEO della Incentive House e DMC (Destination Management Company) Events In & Out, con sede a Roma. Ho una lunga esperienza nel settore Meeting & Events essendo coinvolta nel settore della motivazione e degli incentivi dal 1986. Sono socia di SITE (Society for Incentive Travel Excellence) dal 1996, ho presieduto il Capitolo Italia nel 2009-2010 e nel 2011 mi è stato conferito il SITE Master Motivator Award in riconoscimento de «il più alto standard di eccellenza nella creazione o nell’esecuzione di eventi motivazionali»; nello stesso anno ho ricevuto il Global Award del World Travel Market per il contributo che ho dato al turismo italiano. Sono stata eletta nel Board Mondiale di SITE 2013-2015 e per il secondo mandato 2016-2019. Nel 2018 sono stata Presidente Mondiale di SITE e in quel ruolo fui determinante nel lancio del primo evento internazionale co-ospitato a Roma, il SITE+MPI Global Forum 2018 e per la firma del Global MICE Collaborative delle tre associazioni mondiali SITE, MPI (Meeting Professionals International) e IAEE (International Association for Events and Exhibitions). Durante la mia Presidenza ho anche lanciato alla fiera IMEX di Francoforte, nel maggio 2018, Women in Leadership, iniziativa per cambiare radicalmente la vita delle donne nell’industria globale del MICE, sostenendole nella leadership, sensibilizzandole sull’uguaglianza, promuovendo l’istruzione, supportando l’imprenditorialità e fungendo da catalizzatore per la crescita personale e professionale. Sempre da Presidente, ho posto la sostenibilità quale priorità strategica di tutto il settore, a livello mondiale. Un’impostazione che continua tutt’oggi.

Quali sfide hai affrontato e quali difficoltà hai dovuto superare nel corso della tua carriera per raggiungere una posizione di leadership nel settore turistico e come le hai superate?
Quando ho iniziato non c’erano né professione riconosciuta né studi che ti preparassero al settore. Tutte le donne della mia generazione si sono dovute fare una grande gavetta preparatoria, con difficoltà facilmente immaginabili. La più grande per me è stata la tentazione ricorrente di mollare tutto, perché specialmente dopo l’avvento di Internet il nostro lavoro ha preso a essere considerato come qualcosa alla portata di chiunque, e del resto lo era anche prima, per la serie “che ci vuole a emettere biglietti”, quindi abbiamo perso valore come professionisti pur essendo persone molto preparate, con sensibilità umana e conoscenza tecnica. Altra grande difficoltà è stata trovarmi a cavallo fra agenzia di viaggio e società di comunicazione, del resto l’incentive è prodotto sia di viaggio sia di comunicazione, ma ciò alla lunga nuoce. Nonostante i titoli di studio universitari, la formazione costante e le certificazioni internazionali mi sono sempre vista sopravanzare dai grandi consulenti in comunicazione tout-court e relegata alla mera logistica, come fossi agenzia di viaggio e basta, di quelle che non possono fare studi sociologici ma appunto prenotano ed emettono biglietti. Le ho superate cercando di capire i trend a livello mondiale, assorbendo energie dalle mie frequentazioni internazionali, insomma uscendo dal bozzolo dell’Italia.

Quali tendenze emergenti nel turismo credi saranno cruciali per il futuro dell’industria?
Intanto dovrà essere riconosciuta come industria vera e propria. Oggi è considerata mera filiera, cioè punto d’incontro fra industrie, privo di autonomia. Andrà capito che è asset strategico in particolar modo per l’Italia e per l’Europa tutta. L’esperienza sarà cruciale per imparare sistematicamente a convertire i territori, i prodotti turistici fini a loro stessi, in fattori motivazionali. Per collegare tecnologia a sentimenti. È il vero tassello che ancora manca.

Quali consigli daresti alle donne che aspirano a una carriera di successo nel settore turistico?
Direi loro di fare come ho fatto io, cioè di uscire dalla comfort zone. E accettare ruoli al di fuori del proprio Paese. Studiare, studiare. Che sembra frase fatta ma invece è la linea di confine tra successo e insuccesso. A me hanno aiutato le lingue e gli studi umanistici (sono laureata in lingue e letterature straniere moderne all’interno della facoltà di lettere e filosofia).

Qual è stata la tua esperienza più gratificante o memorabile nel campo del turismo?
La presidenza mondiale di SITE, senza dubbio, e i sette anni nel board. È stata presidenza fattiva, con linee-guida che tuttora persistono. Prendiamo per esempio l’Executive Summit, che per Statuto il presidente ha facoltà di convocare in una destinazione emergente nel mercato incentive. Ho scelto la meno comoda e scontata: il Ruanda. Ho posizionato questo Paese sconosciuto quale meta incentive al pari di tutte le altre già affermate. Tremila soci in tutto il mondo ne hanno letto e tratto spunti per le loro attività. Siamo andati giù in 14, abbiamo organizzato corsi di formazione, promosso il territorio e fatto incontri istituzionali a livello molto alto. Su altre destinazioni sarebbe stato tutto più semplice e ricco, ma le sfide fanno parte del mio carattere.

Cosa pensi sia necessario cambiare o migliorare nell’industria turistica per favorire una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli apicali?
In SITE, come detto, nel 2018 ho fondato Women in Leadership, progetto di mentorship per le giovani professioniste. L’obiettivo era individuare e formare colleghe meritevoli e incanalarle nella giusta carriera. Il progetto è stato poi portato avanti dai board successivi, che vedono gli USA elemento portante.

Quali sono le disparità di genere più evidenti che hai osservato nel settore turistico e come pensi che possano essere affrontate?
Spesso a fare la differenza è la mentalità dei clienti. Un po’ il gatto che si morde la coda: in genere le aziende si fidano di più se a capo c’è un uomo, lo reputano più pragmatico, più forte, più preparato. E questo pregiudizio rende più faticoso credere in noi donne. Il tempo e la nostra costanza sveleranno invece la parità naturale fra i due sessi anche nelle attitudini verso ruoli di responsabilità. Percorso lunghissimo, non nascondiamocelo.

Cosa suggeriresti alle organizzazioni nel settore turistico per promuovere una cultura aziendale più inclusiva e favorire la crescita delle donne verso ruoli apicali?
Le donne crescono da sole, hanno tutte le facoltà e la preparazione, se non viene loro bloccata volontariamente la strada. Occorre più formazione ovviamente, ma è altrettanto importante renderci conto che non possiamo aspettare che ci vengano riconosciute le cose: dobbiamo chiederle, prendercele, darci dentro fino a conquistarle.

Quali sono le caratteristiche personali e professionali che ritieni siano cruciali per le donne che aspirano a ruoli apicali nel turismo?
Occorre in primo luogo una visione d’insieme, come ovunque, non solo nel turismo. Bisogna saper decidere e cercare di capire cosa c’è dietro l’angolo. Le situazioni vanno sempre prese in mano, anche a costo di fare vittime e di diventare noi stesse vittime (a me è successo). Nemmeno il senso del rischio è da sottovalutare. E la curiosità, il desiderio continuo di scoperta, di esplorare il mondo e le sue culture. Arrivo a dire che questa curiosità dovrebbe esprimersi come vera e propria avidità di conoscenza. È forse stata la mia caratteristica principale. Inoltre ci vuole grande flessibilità: mentale ma pure fisica, perché il nostro è un settore che crea grande stress. Un evento è come una prima teatrale, affinché vada a buon fine richiede le persone giuste nei ruoli giusti. Infine, rispetto. Verso tutti. Sempre.

Qual è la tua visione del turismo del futuro?
Se scherzassi, direi che dovremmo chiederlo all’AI. In realtà si vede benissimo già oggi che il futuro del turismo è legato alla sostenibilità sociale e ambientale. Fattori entrambi imprescindibili. Si deve tutti lavorare in tal senso. Bisogna esaltare la dignità e il valore delle persone, e insieme tutelare la bellezza dell’ambiente. Senza questi due elementi non c’è avvenire.

Annamaria Ruffini sarà protagonista il 22 maggio a Roma della tavola rotonda “Femminile e vincente: le donne del turismo si raccontano”, in programma alle 15.30 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. Scrivi a marketing@qualitytravel.it per riservare un posto in sala

Benvenuti e benvenute nella rubrica Women Who Won! In questo spazio dedicato alle voci femminili che guidano il turismo verso nuove prospettive, esploreremo le idee, le passioni e le visioni di donne protagoniste nel mondo dei viaggi e del turismo. Preparatevi a scoprire le storie ispiratrici di coloro che conducono con creatività e determinazione il settore turistico verso orizzonti sempre più avvincenti. Ogni intervista offre uno sguardo privilegiato dentro le menti e i cuori di donne leader del settore. Buon viaggio nel mondo delle donne che fanno la differenza nel turismo, Io sono Daniela Ballarini, é in questo spazio che ogni donna ospite della rubrica si trova accolta, pronta a condividere la sua storia e le sue esperienze, circondata da un’aria di curiosità e rispetto per una conversazione autentica e stimolante. Ogni dettaglio è pensato per creare un ambiente in cui la condivisione e l’ispirazione possono fiorire liberamente, come in un accogliente salotto in cui ci si ritrova tra amiche per scoprire nuovi orizzonti.
La prossima ospite protresti essere tu! Scrivimi

Un caloroso benvenuto a Gloria Armiri, Group Brand Manager della Tourism & Hospitality Division di Italian Exhibition Group, benvenuta nel nostro angolo riservato alle donne che stanno contribuendo al futuro del turismo! Sono emozionata di averti qui, e curiosa di scoprire e far scoprire al nostro pubblico il tuo viaggio e le tue conquiste nel settore. Grazie per essere un faro di ispirazione per altre donne che desiderano raggiungere nuovi obiettivi nel mondo del turismo.
10 domande 10, pronta per iniziare questa avventura insieme?

Chi è Gloria Armiri? Raccontaci il tuo background professionale: la tua formazione, il contesto in cui sei cresciuta e le prime opportunità che hai avuto per dimostrare il tuo valore.
Una persona che è partita dalle basi e ha avuto la fortuna di respirare turismo fino dalle prime esperienze professionali. Ho iniziato accompagnando gruppi incentive in giro per il mondo per un tour operator di primaria importanza per quell’epoca, viaggi che successivamente ho imparato a costruire e vendere direttamente alle aziende. Ho poi lavorato per anni in un GDS comprendendo le dinamiche peculiari che determinano la costruzione di una tariffa aerea: allora insegnavo agli agenti di viaggio come prenotare, prezzare ed emettere la biglietteria. Ho avuto l’onore di seguire lo start up di Expedia in Italia come Sales Manager nel 2000, implementare tutte le partnership del sito e i contratti con i diversi provider che arricchiscono la piattaforma. Ho lavorato in compagnie aeree, Eurofly prima e Meridiana dopo, per 6 anni come Ancillary Manager fino ad arrivare a oggi in cui ho il piacere e l’onore di progettare dalla a alla z quella che è diventata la manifestazione sul turismo più importante in Italia: TTG Travel Experience. Ormai sono alla mia 14ma edizione!

Quali sfide hai affrontato e quali difficoltà hai dovuto superare nel corso della tua carriera per raggiungere una posizione di leadership nel settore turistico e come le hai superate?
Ho dovuto lavorare parecchio, senza guardare l’orologio. Ho voluto mettermi in gioco con sfide che all’inizio mi facevano paura, ma che poi ho sempre superato: “chiudevo gli occhi e correvo”, approfondivo, studiavo e rimanevo concentrata sul mio obiettivo.
Ho messo da parte me stessa e spesso anche la mia famiglia, a volte anche mio figlio, ahimè.
Ma oggi non ho rimpianti, perché i figli crescono ed è importante per una donna che esista altro, soprattutto nella seconda parte della vita, quando finalmente si ha più consapevolezza e si raccolgono i frutti del proprio lavoro.

Come credi che l’industria turistica possa contribuire in modo più significativo alla sostenibilità ambientale e sociale?
Creando cultura rispetto a cosa significa veramente essere sostenibili. Sensibilizzando i viaggiatori sulla necessità di arrivare sui territori – anche i più vicini – con una curiosità rispettosa di chi abita quei luoghi e ha bisogno di preservarli per poter continuare a viverci in modo sereno e piacevole. Solo così si possono evitare i contrasti tra la popolazione ospitata e quella ospitante.

Quali consigli daresti alle donne che aspirano a una carriera di successo nel settore turistico?
L’industria del Turismo è molto più complessa di quanto sembri. Non è solo passione per i viaggi, ma è una responsabilità importante. È un settore incredibilmente bello che aiuta ad aprire la mente, che si basa sull’inclusività, che pretende flessibilità e anche empatia, tutte caratteristiche in cui le donne non sono seconde a nessuno. Anche la capacità di “prendersi cura” non va letta come un minus, bensì come un elemento che può aiutare a migliorare l’accoglienza al viaggiatore.

Quali sono le principali sfide che le donne affrontano nel progredire verso ruoli di leadership nel settore turistico?
Ovvio, la convivenza con il mondo maschile che ancora oggi ricopre ruoli apicali difesi con molta determinazione. Le donne sono tante, ma spesso delegate a ruoli prevalentemente organizzativi e tecnici.

Cosa pensi sia necessario cambiare o migliorare nell’industria turistica per favorire una maggiore rappresentanza femminile nei ruoli apicali?
Aiutare le donne a raggiungere un maggior bilanciamento tra vita privata e lavoro, e poi ancora orario flessibile, smart working, allineamento salariale, asili nelle aziende, formazione.

Quali sono le disparità di genere più evidenti che hai osservato nel settore turistico e come pensi che possano essere affrontate?
Trattandosi di imprese di dimensioni medio-piccole spesso si riscontra un certo paternalismo da parte degli imprenditori di vecchia generazione nei confronti dei giovani e delle giovani che entrano in azienda, figlie e nipoti incluse. Non nascondiamoci poi che il timore per le possibili gravidanze delle dipendenti – con i congedi di maternità che ne conseguono – rimane un tema attualissimo e doloroso.

Cosa suggeriresti alle organizzazioni nel settore turistico per promuovere una cultura aziendale più inclusiva e favorire la crescita delle donne verso ruoli apicali?
L’unica vera soluzione è la quotidiana convivenza tra generi. Una convivenza paritaria e senza pregiudizi. Credo sia questo il senso delle “quote rosa”. Qualcuno le interpreta come uno stratagemma femminile per accaparrarsi diritti di posizione; in realtà si tratta di una possibile soluzione per “forzare” la convivenza tra generi. Solo frequentandosi si impara infatti a “volersi bene”, nel rispetto reciproco, si colgono le diverse sensibilità e le si comprendono. Faccio notare che quando parlo di parità di genere non parlo solo di donne, ma di tutti i “generi” secondari a quello cosiddetto prevalente: maschio, bianco, etero. L’umanità presenta in realtà moltissime sfumature.

Quali sono le caratteristiche personali e professionali che ritieni siano cruciali per le donne che aspirano a ruoli apicali nel turismo?
Una preparazione solida, che consenta loro di non scendere a compromessi di alcun tipo. È l’unica strada per poter essere credibili e rispettate. Senza la solidità professionale il rischio è quello di essere sospettate di aver raggiunto posizioni apicali per meriti che esulano dalla propria preparazione e competenza. Commenti in questa direzione sono purtroppo ancora all’ordine del giorno. Non possiamo nascondercelo, perché questo tempo ancora esiste. Certo, sono stati fatti passi avanti, ma non abbastanza per soprassedere.

Qual è la tua visione del turismo del futuro?
Lo vedo come un “prodotto” culturale, nel senso che può accrescere la persona in modo articolato e complesso: regalando bellezza, colmando la curiosità, favorendo le interconnessioni fra persone di lingua e storie diversissime, generando una maggiore capacità di comprensione fra umani; una necessità, quest’ultima, di cui – come purtroppo possiamo constatare ogni giorno dai telegiornali ai social, alla più ordinaria quotidianità – c’è grandissima urgenza.

Gloria Armiri sarà protagonista il 22 maggio a Roma della tavola rotonda “Femminile e vincente: le donne del turismo si raccontano”, in programma alle 15.30 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. Scrivi a marketing@qualitytravel.it per riservare un posto in sala

È con grande gioia che, Domenico Palladino Direttore di Qualitytravel ed io, vi invitiamo a partecipare all’evento di presentazione di “Femminile e Vincente: Le Donne del Turismo Si Raccontano“, che si terrà a Roma il 22 maggio alle 15.30 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, uno dei tre edifici di pertinenza del Senato della Repubblica.
In questo evento unico, celebreremo il talento, la creatività e il coraggio delle donne che si distinguono come leader nel mondo del turismo, divulgando alcuni dati sulla crescente rilevanza delle donne in posizione di vertice e raccontando in una tavola rotonda alcune delle storie che simboleggiano questa ascesa, in un settore che storicamente è sempre stato a maggioranza femminile, ma non nei ruoli dirigenziali.
Dopo i saluti istituzionali di rito e la tavola rotonda, saranno consegnati i premi Women Who Won alle donne presenti sul palco e in sala, che fanno parte della lista delle 150 donne del turismo e del mice da seguire on line, pubblicata da QualityTravel.

Sarà un’opportunità senza precedenti per immergersi nelle storie coinvolgenti delle donne che stanno trasformando il volto dell’industria turistica, guidando con audacia e ispirando con la propria determinazione il futuro del travel, dell’hospitality e degli eventi, nonché un’occasione per conoscerle.
Non lasciatevi sfuggire questa rara occasione di ispirazione e networking: unitevi a noi il 22 maggio a Palazzo Giustiniani per celebrare il potere e la bellezza delle donne nel turismo.
I posti sono limitati, per cui assicuratevi di garantirvi il vostro posto il prima possibile.
Vi aspettiamo per un pomeriggio indimenticabile di celebrazione, condivisione e ispirazione! Intanto potete seguirci qui sul blog dove inizieremo a raccontare queste storie.

Per partecipare all’evento, vi preghiamo di registrare la vostra presenza scrivendo i vostri dati a marketing@qualitytravel.it. Le iscrizioni avverranno a riempimento della sala, in ordine di richiesta, con priorità alle donne incluse nelle 150 per richieste arrivate nella stessa giornata, dopodiché verrà attivata una lista di attesa. Data l’istituzionalità della sede avremo bisogno di chiedervi alcuni dati personali e farvi firmare un’informativa. Inoltre chiediamo la massima collaborazione nel caso di impossibilità di partecipazione per permettere alle persone in lista di attesa di accedere in sala.

Un benvenuto alla nuova rubrica “Femminile e Vincente: le donne del turismo si raccontano”! Care lettrici e lettori, siete pronti ad immergervi nel mondo del turismo attraverso gli occhi delle donne che lo rendono così speciale? In questo spazio, ospiterò storie avvincenti ed esperienze sorprendenti di donne che non solo fanno del turismo la loro passione, ma sono anche leader indiscusse nel settore.
Io sono Daniela Ballarini, esperta di community al femminile, ceo e founder della startup innovativa PalazziConnessi. Ad un anno (2023) dalla prima lista delle 100 donne del turismo e del mice da seguire, l’elenco si è ampliato ed eccomi qui chiamata per sviluppare un ecosistema, che veda le donne del turismo al centro, a cui abbiamo dato un nome: WWW – Women Who Won, un claim dietro cui stiamo sviluppando:
• un premio
• una rubrica ospitata da QualityTravel Web Magazine
• una community

Il 22 maggio 2024 a Roma, presso il Senato della Repubblica, presenterò il progetto durante l’evento “Femminile e vincente: le donne del turismo (si raccontano)”. Celebreremo l’audacia, la creatività e la determinazione delle donne che si sono fatte strada nel vasto mondo del turismo. Esploreremo le storie di donne leader che hanno sfidato gli stereotipi, superato gli ostacoli e lasciato un’impronta indelebile nel settore.

Sono stata scelta (come dice il direttore) per la mia straordinaria capacità di connettere le persone, di trasformare ogni viaggio in un’esperienza indimenticabile e di portare un tocco di femminilità, saggezza e determinazione, e perché anch’io sono una “donna del turismo”! Preparatevi a essere ispirati, divertiti e sorpresi. Siete pronti a partire per questo viaggio emozionante? Allora, benvenute a bordo: a breve daremo notizie su come partecipare all’evento del 22 maggio, intanto vi invito a candidarvi per il prossimo aggiornamento della lista per il quale abbiamo inserito una nuova procedura che prevede la possibilità di autocandidarsi a patto di essere presentate da almeno due donne già presenti nella lista.

Selezione aggiornamento lista

Per essere inserita nel prossimo aggiornamento delle donne del turismo e del mice, manda la tua autocandidatura a redazione@qualitytravel.it allega la tua bio di massimo 800 battute, i nomi delle donne che presentano la tua candidatura e il link al tuo profilo Linkedin.
Vuoi sostenere il progetto oppure vuoi partecipare all’evento del 22 maggio a Roma? Scrivi a marketing@qualitytravel.it